Benedetta è il nuovo film del regista olandese Paul Verhoeven (Basic Instinct, Robocop, Elle, ecc.) La pellicola, presentata a Cannes nel 2021, ha raggiunto le sale italiane solo il 3 marzo 2023, distribuita dalla Movie Inspired. Ma perché questo ritardo nella distribuzione di un film che ha fatto parlare così tanto di sé a Cannes? Qual è la trama che tanto ha fatto scandalo, al punto di arrivare ad accuse di blasfemia?

 

Benedetta: la trama

Benedetta (Virginie Efira) figlia di una ricca famiglia toscana prende i voti presso il convento di Pescia sin dalla tenera età. Benedetta diventa presto una delle suore più seguite all’interno del convento, questo anche grazie alla sua nota capacità di ricevere visioni. Un giorno una giovane sventurata di nome Bartolomea (Daphné Patakia), viene accolta all’interno del convento e affidata alle cure di Suora Benedetta.

Le continue visioni di Benedetta spingono il convento a farla diventare Badessa, spodestando la Badessa fino ad allora in carica (Charlotte Rampling). Tuttavia, il “regno” di Benedetta viene minacciato da differenti fattori: la relazione saffica nata tra lei e Bartolomea, l’arrivo della peste in Toscana e le accuse di blasfemia da parte dell’ex Badessa.

Benedetta: tra Storia e misticismo

Le vicende di Benedetta Carlini sono state rese note al grande pubblico soprattutto dal libro biografico Atti Impuri  di Judith C. Brown. La mistica, vissuta tra il 1591 e il 1661 divenne rapidamente un simbolo della Controriforma. Questo perché il convento di Pescia informò rapidamente la Curia di quanto accadeva tra le mura. In modo particolare, quello che preoccupò maggiormente il mondo ecclesiastico non fu il saffismo di Benedetta, ma le sue visioni. La mistica descrisse spesso le sue visioni in termini che ci possono apparire brutali. Ad esempio, una scene ricorrente vedeva il Signore strappare il cuore dal petto della donna per poi sostituirlo con il suo trafitto tra tre frecce. Le autorità ecclesiastiche si recarono velocemente a Pescia poiché vedevano in Benedetta un possibile caso di possessione demoniaca.

Benedetta Paul Verhoeven

Nel film come nel libro, si sottolinea come ad accrescere i dubbi nei confronti della donna fu il suo spiccato intelletto che la rendeva una studiosa autonoma e di larghe vedute. Proprio questa sua capacità di non vivere all’interno di schemi precostituiti la portarono ad avere una relazione amorosa e sessuale con Suor Bartolomea. Le due suore affermarono di aver avuto la stessa visione mistica durante un amplesso.

Benedetta Paul Verhoeven

Una figura dimenticata

Nonostante faccia parte della cultura e della storia italiana, Benedetta è diventata una studiata prevalentemente all’estero. In un certo senso, la povera Benedetta ha subito una damnatio memoriae che sembra essere proseguita anche con l’uscita del film in questione. Il film di Verhoeven ha avuto una storia travagliata. Infatti le riprese risalgono al 2018 con conseguente distribuzione tra il 2019 e il 2020. Tra pandemia, censure (ad esempio, in Cina) e distributori titubanti, la pellicola è rimasta negli archivi in attesa di essere riscoperta. Verhoeven si è sempre occupato di figure femminili atipiche, molte volte criticate dall’opinione pubblica. Sul femmineo e sul ruolo della donna oggi il cinema ci si sta concentrando parecchio. Nonostante ciò, un film come questo che analizziamo non riesce ad entrare nel cuore di quella che chiameremo “la questione femminista”.

A livello storico, Benedetta rappresenta una situazione atipica: mistica scelta da Dio, accusata di eresia ma mai condannata al rogo e mai apertamente accusata di saffismo, nonostante le svariate speculazioni a riguardo. Eppure la narrazione scelta da Verhoeven ha creato non poche controversie. E anche se il regista è stato accusato di essersi preso delle libertà (accuse peraltro non particolarmente circostanziate), già nel saggio di Judith Brown si parla spesso di certe trasgressioni.

Benedetta di Paul Verhoeven

La sessualità e lo stile registico

Se nel sedicesimo secolo non fu la sessualità a far scandalo, lo stesso non si può dire per il 2023. Infatti l’ostacolo per la distribuzione del film – come discusso a Cannes – risiederebbe nella scelta del regista di affrontare il tema del saffismo o della sessualità come un qualcosa di sacro. Benedetta prima di essere suora è una donna, una donna scelta da Dio. La femminilità è affrontata nel suo aspetto spirituale e carnale. La mistica della Efira è agitata da un senso di conquista e da un forte senso di protezione materno verso il proprio paese.

Paul Verhoeven
Paul Verhoeven

La regia di Verhoeven per fomentare tale tesi, si sofferma molto sull’uso del colore, in modo particolare sulle tinte di rosso. Un rosso che rappresenta sia la tentazione sia la salvezza (incarnata dal piacere sessuale). Il piacere ottenuto dal sesso eleva Benedetta, tanto da portarla letteralmente a stretto contatto con Gesù. Eppure il sacro e la sessualità, per quanto uniti tra loro, paiono spesso diventare d’intralcio l’uno all’altro. In un certo senso, possiamo dire lo stesso del rapporto tra Benedetta e Bartolomea. Verhoeven, a questo punto, gioca con il montaggio alternato per far sì che le visioni della mistica mostrino la realtà. Il mondo reale di Pescia, al contrario, diventa surreale e purulento, vittima di una peste che non arriverà mai proprio per la presenza di Suor Benedetta.

Benedetta è un film sicuramente controverso, soprattutto per come affronta la tematica della fede e della religiosità. Tuttavia, nonostante qualche pecca nata da un eccessivo virtuosismo messo in atto dal regista, siamo davanti ad un buon prodotto che potrebbe ridare luce ad un figura femminile italiana da troppo tempo ignorata.

Per video e immagini si ringrazia Movie Inspired.

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