Biblioteca Statale del Monumento nazionale di Farfa

Biblioteche, MiC propone viaggio tra i manoscritti miniati dell’Abbazia di Farfa
In mostra nella Biblioteca i capolavori medievali dei monaci amanuensi
Con la Biblioteca statale del monumento nazionale di Farfa prosegue il racconto delle meraviglie del patrimonio librario italiano che ogni settimana accompagna i visitatori in un viaggio virtuale alla scoperta delle 46 biblioteche dello Stato grazie a una serie di reportage promossi sui canali social del Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini.
la Biblioteca statale del monumento nazionale di Farfa
Vista dell’Abbazia di Farfa, all’interno della quale si trova la la Biblioteca statale del monumento nazionale di Farfa. Foto di Livioandronico2013, CC BY-SA 3.0
Tra i più antichi e importanti siti del Medioevo, l’imponente monastero in provincia di Rieti conserva all’interno dell’Abbazia anche la Biblioteca statale del monumento nazionale di Farfa. Passata al patrimonio dello Stato nel 1964, la Biblioteca rappresenta una preziosa testimonianza della vita monastica scandita dalla Regola benedettina che contemplava la presenza di testi per la formazione, lo studio e la preghiera. Così, già nell’VIII secolo – sotto l’Abate Alano –  l’Abbazia di Farfa si dedica anche alla produzione di testi attraverso il lavoro degli amanuensi, che nello Scriptorium del monastero realizzano una grande quantità di manoscritti. Lo Scriptorium ebbe il suo massimo sviluppo nel secolo XI sotto l’abate Ugo I e che usò una scrittura caratteristica che è classificata dai paleografi come scrittura romanesca farfense:
“si tratta di una specie di corsivo che aveva fondamentalmente i caratteri della scrittura romanesca – spiega nel video don Andrea Eugenio Gargiulo, direttore della Biblioteca statale del Monumento nazionale di Farfa – molti codici sono stati copiati dagli amanuensi e purtroppo ne restano pochi, in particolare uno dell’XI secolo, un innario in cui c’è una miniatura in cui si ravvisa la prima immagine della Madonna di Farfa”.
 Ad oggi la Biblioteca possiede un patrimonio di circa cinquantamila volumi, tra cui ottomila volumi del fondo storico e un fondo manoscritti che ne conta 350 in volumi e 234 sciolti. E poi 46 incunaboli, 581 cinquecentine e 2.198 opuscoli, oltre a circa duecento titoli di periodici italiani e stranieri.
“Per la mole del materiale librario depositato abbiamo realizzato un ampliamento della Biblioteca stessa, che è quasi ultimato, e un riordino di tutto il materiale. Il nostro patrimonio – spiega il direttore nel video – non è solo custodito come un cimelio, ma lo rendiamo disponibile agli studiosi, e a tutti quegli studenti che vogliono venire qui per approfondire alcune materie”.
Le opere più significative della Biblioteca sono fruibili grazie a una sala espositiva che viene resa accessibile anche al pubblico attraverso visite guidate.
“E per le scolaresche – conclude Don Gargiulo – organizziamo anche dei laboratori di scrittura che si sono interrotti a causa della pandemia, ma che certamente presto rifioriranno”.
Il documentario sulla Biblioteca statale del monumento nazionale di Farfa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia.
Il prossimo appuntamento con una nuova Biblioteca sarà giovedì 10 marzo 2022. Manoscritti antichissimi, minuziose mappe geografiche, edizioni rare e preziose. E poi spartiti musicali, raccolte di incisioni, stampe e incunaboli. Ma anche gli oggetti amati dagli scrittori contemporanei, i quaderni, le lettere private e le dediche. Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE, il progetto è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia
Roma, 3 marzo 2022
Testo dall’Ufficio stampa Ministero della Cultura

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