Romanzo d’esordio di Daniele Coluzzi, professore di Lettere di un liceo di Roma, Io sono Persefone si inserisce nel solco dei retelling mitologici che negli ultimi anni trova terreno fertile per un tipo di letteratura che, pur registrando non poche posizioni avverse, favorisce in diversa misura la conoscenza e la divulgazione sul mondo e la cultura classica.

A partire da un mito piuttosto conosciuto, quello del rapimento di Persefone da parte di Ade, dio dell’Oltretomba, Coluzzi focalizza l’attenzione su un aspetto in particolare della storia già conosciuta: il percorso di crescita che porta Core, la figlia di Demetra, a diventare Persefone, regina degli Inferi.

Foto di Francesca Barracca
Io Sono Persefone Daniele Coluzzi
Foto di Francesca Barracca

Dimenticate, infatti, i molteplici retelling mitologici basati sulla “storia d’amore” tra Ade e Persefone. Protagonista indiscussa della storia, in questo caso, è Core, insieme alle sue difficoltà nella ricerca della propria identità, nel rapporto con i genitori, con il proprio fato e con il mistero della morte.

Con una prima persona che favorisce l’immedesimazione risulta facile immaginare il tipo di lettore che, più di tutti, potrebbe apprezzare il racconto della trasformazione di Core così come viene presentato dall’autore. A giovani adolescenti, infatti, forse una classe di alunni non tanto diversa da quelle a cui è abituato a insegnare, Coluzzi sembra voler trasmettere più di un messaggio, legato a valori universali come l’amicizia, la famiglia e l’importanza della libertà nel prendere le proprie decisioni.

Io Sono Persefone Daniele Coluzzi
La copertina del romanzo Io Sono Persefone di Daniele Coluzzi, edito da Rizzoli (2022) nella collana Ragazzi. Foto di Francesca Barracca

Per farlo, l’autore sfrutta una delle caratteristiche del mito che più si prestano alla riattualizzazione. Come egli stesso scrive in una nota alla fine del romanzo:

Credo che il mito resti attuale anche per la sua abilità di adattarsi ogni volta a versioni diverse, a letture nuove, a interpretazioni contemporanee”.

Con una sapiente lettura e un accurato studio delle fonti, che vanno dall’Odissea all’Eneide, dall’Inno a Demetra alle Argonautiche di Apollonio Rodio fino alle Metamorfosi di Ovidio, Daniele Coluzzi è stato in grado di regalarci una storia alla quale chiunque può avvicinarsi, indipendentemente dalla propria conoscenza della materia.

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I vari personaggi e relativi miti che Core incrocia sul proprio cammino sono, infatti, sempre descritti senza dar nulla per scontato e facendo emergere, in ogni racconto, la passione che deve aver spinto l’autore a scegliere di ricordare un mito in particolare piuttosto che un altro.

Io Sono Persefone Daniele Coluzzi
Foto di Francesca Barracca

Le uniche perplessità che un puro gusto personale fa sorgere riguardano lo stile, piuttosto semplice nei suoi periodi brevi e nei dialoghi altrettanto essenziali, e il personaggio di Core, impegnata ad autocommiserarsi senza compiere granché per migliorare la propria posizione per gran parte del romanzo. Sembrerebbe quasi, infatti, che l’evoluzione della figlia di Demetra, che pur è presente, non si realizzi per tappe, ma soltanto nelle ultime risolutive pagine in cui interviene in prima persona per salvare l’umanità.

L’impressione finale, dunque, è che l’autore non abbia avuto il tempo necessario per permettere uno sviluppo graduale del personaggio il quale avrebbe richiesto, forse, più pagine delle effettive 292 che costituiscono il romanzo.

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