Alla scoperta della “città d’oro fondata da Amenhotep III, riaffiorata dal deserto in Egitto”, è candidata per l’8a edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, promosso dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e da Archeo

La XXIV BMTA si svolgerà a Paestum dal 27 al 30 ottobre
 
L’International Archaeological Discovery Award, il Premio intitolato a Khaled al-Asaad, Direttore dell’area archeologica e del Museo di Palmira dal 1963 al 2003, che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.
La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e Archeo, testata archeologica italiana, hanno inteso dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche attraverso un Premio annuale assegnato in collaborazione con le testate internazionali, tradizionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).

 

Nel 2015 il Premio è stato assegnato a Katerina Peristeri, Responsabile degli scavi, per la scoperta della Tomba di Amphipolis (Grecia);
nel 2016 all’INRAP Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (Francia), nella persona del Presidente Dominique Garcia, per la Tomba celtica di Lavau;
nel 2017 a Peter Pfälzner, Direttore della missione archeologica, per la città dell’Età del Bronzo presso il villaggio di Bassetki nel nord dell’Iraq;
nel 2018 a Benjamin Clément, Responsabile degli scavi, per la “piccola Pompei francese” di Vienne;
nel 2019 a Jonathan Adams, Responsabile del Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP), per la scoperta nel Mar Nero del più antico relitto intatto del mondo;
nel 2020 a Daniele Morandi Bonacossi, Direttore della Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno e Ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico dell’Università di Udine, per la scoperta di dieci rilievi rupestri assiri raffiguranti gli dèi dell’Antica Mesopotamia;
nel 2021 alla scoperta di “centinaia di sarcofagi nella necropoli di Saqqara in Egitto”.
 
Le cinque scoperte archeologiche del 2021 finaliste dell’8ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”:
 
·    Egitto: dal deserto riaffiora la città fondata da Amenhotep III a Luxor;
·    Italia: Pompei, a Civita Giuliana scoperta la stanza degli schiavi;
·    Pakistan: nel sito di Barikot il più antico tempio buddhista urbano della valle dello Swat;
·    Regno Unito: in Inghilterra nella contea di Rutland uno straordinario mosaico con scene dell’Iliade;
·    Turchia: in Anatolia il sito di Karahantepe un santuario rupestre di oltre 11mila anni fa.
Pertanto, l’edizione 2022 dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” va alla scoperta della “città d’oro fondata da Amenhotep III, riaffiorata dal deserto in Egitto”.
https://www.classicult.it/insediamento-tjehen-aten-aton-abbagliante/
 
Sotto la sabbia per migliaia di anni “la più grande città mai trovata in Egitto” in buono stato di conservazione e con mura quasi complete è stata ritrovata dalla équipe di Zahi Hawass, alla ricerca in verità del tempio funerario di Tutankhamon. Il sito si trovava vicino al palazzo del faraone Amenhotep III (1391-1353 a.C.), dall’altra parte del fiume Nilo rispetto alla città e capitale di Tebe (oggi Luxor). Le iscrizioni geroglifiche indicano che la città era chiamata Tjehen-Aten, o Aton “abbagliante” e che fu fondata dal nonno di Tutankhamon, Amenhotep III. Acclamata “città d’oro perduta”, non è una città – che esisteva già ed era Tebe – esattamente perduta, visto che alcuni muri a zig-zag erano già stati scoperti negli anni ’30 dai francesi Robichon e Varille a 100 mt di distanza, e finora non ha prodotto alcun reperto d’oro: “la chiamo d’oro perché fondata durante l’età d’oro d’Egitto” ha dichiarato Hawass. Gli ambienti conservano oggetti legati alla vita quotidiana: preziosi anelli, scarabei, vasi di ceramica colorata, mattoni di fango con i sigilli a cartiglio di Amenhotep III, oltre a iscrizioni geroglifiche su tappi di argilla dei vasi di vino, hanno contribuito a datare l’insediamento. È stata individuata anche una panetteria, una zona per cucinare e preparare il cibo, con forni e stoviglie di stoccaggio. La seconda zona, ancora in gran parte sepolta, coincide con il quartiere amministrativo e residenziale, circoscritta da un muro a zig-zag. La terza area era predisposta per i laboratori: lungo un lato è la zona di produzione dei mattoni di fango usati per costruire templi e annessi, nell’altro un gran numero di stampi da fonderia per l’elaborazione di amuleti e delicati elementi decorativi. Due sepolture insolite di una mucca o di un toro sono state trovate all’interno di una delle stanze, mentre sorprendente la sepoltura di una persona con le braccia distese lungo i fianchi e i resti di una corda avvolta intorno alle ginocchia. A nord dell’insediamento è stato scoperto un grande cimitero con un gruppo di tombe scavate nella roccia di diverse dimensioni.
La “città d’oro fondata da Amenhotep III, riaffiorata dal deserto in Egitto” candidata per l’8a edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”
Il Premio sarà consegnato a Zahi Hawass già Ministro delle Antichità e direttore della Missione archeologica venerdì 28 ottobre alle ore 18 alla presenza di Fayrouz Asaad figlia archeologa di Khaled, Stefano Ravagnan Inviato Speciale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la crisi in Siria e Mohamad Saleh Ultimo Direttore del Turismo di Palmira, in occasione della XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.
 
Per quanto riguarda, invece, lo “Special Award” per il maggior consenso sulla pagina Facebook della BMTA, è risultata la scoperta di “un santuario rupestre di oltre 11mila anni fa, il sito di Karahantepe in Turchia”. L’Università di Istanbul, con l’équipe guidata dal professore Necmi Karul, ha scoperto un ambiente sotterraneo di 23 mt di diametro e profondo mt 5.50, con ben conservata la scultura di una imponente testa dai tratti umani, affiorante dalla parete rocciosa che pare “guardare come da una finestra” una serie di undici alti pilastri scolpiti a forma di fallo. Un tempio sacro che affonda le radici nella preistoria, con numerosi artefatti in pietra lavorata e almeno 250 monoliti.
 
Inoltre, nell’ambito della Cerimonia dell’International Archaeological Discovery Award, sarà conferito il Premio “Paestum Mario Napoli” 2022 all’Associazione della Stampa Estera in Italia, consegnato al Presidente Esma Cakir, quale riconoscimento per i 110 anni dall’istituzione. Ogni anno la Borsa assegna il Premio Paestum, istituito nel 2005 e intitolato dal 2018 all’archeologo Mario Napoli scopritore della Tomba del Tuffatore, a quanti contribuiscono, con il loro impegno, alla valorizzazione del patrimonio culturale, alla promozione del turismo archeologico e al dialogo interculturale.
 
L’edizione 2022 della Borsa si svolgerà a Paestum presso il Tabacchificio Cafasso (sito di archeologia industriale “simbolo della Piana del Sele”, così definito da Gillo Dorfles), l’area archeologica e il Museo Nazionale, la Basilica da giovedì 27 a domenica 30 ottobre.

 

Per info: www.bmta.it
XXIV BMTA
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Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Leader srl Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

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