Pasqua, straordinaria esposizione del ‘Cristo di Gaudenzio Ferrari e il manigoldo’ proveniente dal Sacro Monte di Varallo
Presso il Museo delle sculture lignee l’opera dialoga con una ‘Maddalena’ appena acquistata dal Comune e con altre opere coeve
Milano, 26 marzo 2016 – Una piccola ma straordinaria esposizione presso il Museo delle Sculture Lignee al Castello Sforzesco accompagna la Pasqua dei milanesi. Al centro della sala XVII del Museo si trova infatti allestito un gruppo di due splendide statue policrome a grandezza naturale: si tratta del ‘Cristo di Gaudenzio Ferrari e il Manigoldo’, coppia di sculture in legno provenienti dalla Cappella XXXII Sacro Monte di Varallo, un complesso monumentale tutelato dall’UNESCO che si snoda lungo un percorso di 45 cappelle popolate da oltre 800 statue dipinte a grandezza naturale, rappresentando idealmente il percorso di ascesa al Calvario di Gesù.
Le due statue, che rappresentano la scena di un Cristo flagellato e sanguinante trascinato con una corda da un furfante, sono poste in dialogo con altre due opere delle Raccolte Civiche in modo da poterne indagare affinità e differenze: una statua lignea della ‘Maddalena’ da poco acquistata dal Comune di Milano per ricongiungersi con quella di un ‘Nicodemo’ al fine di ricomporre un ‘Compianto sul Cristo morto’ realizzato da Giovanni Angelo del Maino (Pavia, 1470 circa – 1536), che viene esposta per la prima volta al pubblico; e una ‘testa’ lignea, anch’essa attribuita a Gaudenzio Ferrari.
Oggetto a Milano di un accuratissimo restauro che ha rinnovato colori e ripristinato tessuti e capigliatura, le due sculture resteranno esposte al Castello Sforzesco fino al 3 aprile e poi, fino all’8 maggio, presso Casa Testori a Novate. Si deve infatti a Giovanni Testori l’attribuzione della statua del Cristo a Gaudenzio Ferrari (1470 circa, Valduggia – 1546, Milano), artista attivo a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento e dunque contemporaneo di Leonardo e Bernardino Luini. Successivamente, le statue torneranno a Varallo per riunirsi al percorso di quello che Testori stesso definì ‘il gran teatro montano’.
Lunedì 4 aprile, presso la Sala Bertarelli al Castello Sforzesco, alle ore 15, Eugenio e Luciano Gritti, restauratori delle opere, insieme alla direttrice dell’Ente Sacri Monti Elena De Filippis presenteranno il restauro delle due sculture, invitando il pubblico a vederle dal vivo e ad intervenire nel dibattito attributivo della figura del Manigoldo, finalmente visibile nella cromia originale, probabilmente di fattura più tarda rispetto al Cristo gaudenziano. L’ingresso è libero sino ad esaurimento dei posti disponibili.
Sabato 16 aprile, invece, presso la Biblioteca Comunale di Villa Venino a Novate Milanese, sempre alle ore 15, sarà presentata la riedizione, curata da Giovanni Agosti ed edita da Feltrinelli, del ‘Gran teatro montano’, il celebre saggio che esattamente cinquant’anni fa portava all’attenzione del pubblico il fascino del Sacro Monte e del suo protagonista Gaudenzio Ferrari, fino ad allora noto soprattutto come pittore. Saranno presenti, oltre al curatore Giovanni Agosti, il direttore Casa Testori Davide Dall’Ombra e la direttrice dell’Ente Sacri Monti. L’ingresso è libero sino ad esaurimento dei posti disponibili.
Testo e immagini dal Comune di Milano