È stato presentato oggi al 40º Torino Film Festival nella sezione Crazies,
la nuova sezione competitiva del festival dedicata al cinema horror e fantastico

PANTAFA, il nuovo film di Emanuele Scaringi
con Kasia Smutniak, Greta Santi, Mario Sgueglia, Betti Pedrazzi, Mauro Marino, Giuseppe Cederna
e con Francesco Colella
scritto da Tiziana TrianaVanessa Picciarelli ed Emanuele Scaringi
prodotto da Fandango con Rai Cinema e distribuito da Fandango

NELLE SALE DAL 30 MARZO

Pantafa

SINOSSI

Marta si trasferisce insieme a sua figlia Nina a Malanotte, un piccolo paese di montagna. La bambina da qualche tempo soffre di paralisi ipnagogiche, un disturbo del sonno che può portare ad avere stati allucinatori, e Marta ha pensato che un po’ di aria di montagna e di lontananza dalla frenesia cittadina possano giovare alla piccola.
La casa in cui si trasferiscono però è tutt’altro che accogliente e per le strade di Malanotte non si vedono mai bambini. I sintomi di Nina cominciano a peggiorare già dalla prima notte, la bambina fa incubi sempre più vividi in cui una figura spettrale le si siede sul petto, la immobilizza e le ruba il respiro.
Per Marta, madre sola in un paese che le appare sempre più sinistro, sarà ogni giorno più difficile trovare il modo di fare la cosa migliore per la sua bambina.
Pantafa
Greta Santi, foto di Christian Nosel
CAST TECNICO
Regia EMANUELE SCARINGI
Sceneggiatura TIZIANA TRIANA, EMANUELE SCARINGI, VANESSA PICCIARELLI
Casting VALERIA MIRANDA
Costumi GABRIELLA PESCUCCI
Scenografia ALESSANDRO VANNUCCI
Fotografia SIMONE D’ONOFRIO
Montaggio GIANLUCA SCARPA
Musiche RATCHEV & CARRATELLO
Suono presa diretta ALESSANDRO PALMERINI, ALESSANDRO BIANCHI, ADRIANO DI LORENZO
Organizzatore LUIGI LAGRASTA
Produttore esecutivo IVAN FIORINI
Produttori DOMENICO PROCACCI, LAURA PAOLUCCI
Una co-produzione ITALIA / ARGENTINA
Una produzione FANDANGO con RAI CINEMA (ITALIA)
Co-produzione LIFI (ARGENTINA)
Una distribuzione FANDANGO
Durata 105′
Kasia Smutniak e Greta Santi, foto di Christian Nosel

CAST ARTISTICO
Marta KASIA SMUTNIAK
Nina GRETA SANTI
Andrea MARIO SQUEGLIA
Orsa BETTI PEDRAZZI
Franco MAURO MARINO
Dottore GIUSEPPE CEDERNA
Cowboy FRANCESCO COLELLA

NOTE DI REGIA

Vi è mai capitato di svegliarvi all’improvviso e di trovarvi con gli occhi sbarrati nel cuore della notte, con addosso una strana sensazione di panico, l’incapacità di muovere un solo muscolo e la percezione di qualcosa o qualcuno sul petto che vi opprime?

Non preoccupatevi, non siete soli.

Qualche anno fa un gruppo di ricercatori dell’università di Padova in associazione con l’Università della California e di Harvard ha condotto uno studio sul fenomeno della paralisi del sonno, scoprendo che questa patologia colpisce circa il 10% delle persone nel corso della vita. La paralisi ipnagogica è l’incapacità di muoversi quando ci si risveglia durante la fase REM nella quale avvengono i sogni e il corpo è paralizzato per impedire il loro attuamento nella realtà. L’attività onirica della fase REM, ancora attiva, può creare allucinazioni, anche terrificanti. Un terzo delle persone coinvolte nello studio ha dato una sorprendente interpretazione culturale a questo fenomeno. Riteneva che questa potesse essere causata da un’entità soprannaturale conosciuta con il nome di Pantafa.

La Pantafa è una leggenda popolare. Una creatura che si siede sul petto e ti ruba il respiro. Il folclore italiano è popolato da numerose leggende che fanno parte della nostra cultura e che rappresentano uno dei modi principali con cui esorcizzare il male e le paure. Attingere a questo impressionante pozzo di storie significa entrare in un mondo fatto di riti, superstizioni e meraviglie. Un mondo affascinante e pauroso insieme.

La Pantafa è la raffigurazione del mostro. La rappresentazione del male. L’incarnazione della nostra parte più buia. Un male oscuro che ci consuma quotidianamente e rode ogni nostra piccola sicurezza. Una delle paure più inconfessabili e difficili da accettare è l’odio verso la progenie. Un rancore indicibile e soffocato. Quello spirito maligno che insinua il dubbio che senza quel figlio la propria vita sarebbe stata diversa. Un tabù. Forse il più terribile di tutti. La Pantafa è una parte di noi, parla delle nostre bassezze più recondite. Quello che spaventa non è l’orrore mostrato ma il non visto, l’orrore che viene evocato. Quello che non si potrebbe raccontare. Le storie dell’orrore servono anche a questo, a trasformare, tramandare e liberarsi delle nostre paure e debolezze.

Testo, video e foto dall’Ufficio Stampa Film Fosforo. Aggiornato l’8 e il 28 Marzo 2023.

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