Con la riapertura della Galleria dei Re e della sala che ospita il tempio di Ellesiya, si inaugura ufficialmente il bicentenario del Museo Egizio di Torino.
Gallery delle nuove sale
Le sale, chiuse al pubblico da otto mesi per il restauro e il riallestimento, sono state visitate in anteprima dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli e dal Secretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità della Repubblica Araba d’Egitto, Khaled Mohamed Ismail accompagnati dal direttore del Museo Egizio Christian Greco e dalla Presidente della Fondazione Museo Egizio Evelina Christillin.
Gallery dell’inaugurazione della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro della Cultura, Alessandro Giuli
È l’ultima tappa di una serie di nuovi allestimenti ed eventi, che hanno scandito il 2024, anno del bicentenario del Museo Egizio, un traguardo che verrà celebrato per tutto il 2025, quando si concluderà il progetto della corte coperta in vetro e acciaio e dell’ipogeo, firmato dallo Studio Oma – Office for Metropolitan Architecture, di Rotterdam.
“Celebrare il bicentenario del Museo Egizio è un esercizio sia di memoria sia di proiezione verso il futuro. Il progetto architettonico di OMA nasce da una nuova visione del Museo come istituzione di ricerca di livello mondiale e luogo inclusivo dove tutti i visitatori sono invitati a scoprire il mondo dell’antico Egitto. È con grande orgoglio che presentiamo la Galleria dei Re rinnovata e offriamo per la prima volta l’accesso gratuito al Tempio di Ellesiya, che fu a sua volta un dono del governo egiziano al popolo italiano. Basandoci sulla grande trasformazione completata nel 2015, i lavori di ristrutturazione in corso sosterranno il Museo Egizio nel nostro obiettivo di aprirci al mondo e raccontare ai visitatori non solo la cultura materiale, ma anche la storia nascosta dei reperti e della civiltà dell’antico Egitto. Per il bicentenario, abbiamo deciso di riflettere sul ruolo del Museo, ponendoci domande difficili: il museo è un luogo di conservazione o di distruzione? Cosa ci manca ancora a 200 anni dalla nostra fondazione? Sono queste domande che hanno guidato la nostra strategia per la prossima fase della storia di questa straordinaria istituzione e collezione”, hanno dichiarato la Presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin e il Direttore, Christian Greco.
“Il bicentenario è anche un’occasione per celebrare i 20 anni della Fondazione Museo delle Antichità Egizie, la prima struttura di gestione per un grande museo italiano di natura pubblico-privata. Abbiamo sviluppato nuovi percorsi accessibili, migliorato la nostra autonomia finanziaria e consolidato un nuovo modello per creare valore sociale, culturale ed economico. Questi ingredienti chiave ci hanno aiutato a creare uno spazio aperto a tutti, un museo archeologico contemporaneo che accoglie la diversità e esplora nuovi orizzonti interdisciplinari”, ha dichiarato Samanta Isaia, Direttrice gestionale del Museo Egizio.
“L’opportunità di progettare la Galleria dei Re ci ha spinto a esplorare la maniera in cui l’esperienza museale contemporanea e il contesto storico dei reperti possano coesistere attraverso l’architettura. È stato un onore lavorare con la squadra altamente professionale e dedicato del Museo su questo progetto. Siamo entusiasti di vedere come i visitatori locali e internazionali si rapporteranno a questa collezione in modi nuovi. Non vediamo l’ora di continuare la collaborazione con il Museo Egizio per realizzare il resto della trasformazione architettonica”, ha dichiarato David Gianotten, Managing Partner Architect dello Studio Oma – Office for Metropolitan Architecture.
Il Museo vuole aprirsi alla società e si propone di riflettere sul nuovo corso dei musei archeologici come luoghi di scambio e di continua evoluzione per un pubblico sempre più ampio.
Per questo motivo, il Museo Egizio già dal 2023 ha intrapreso un percorso di rinnovamento, non solo sotto il profilo architettonico, con un grande progetto firmato dallo Studio Oma, che si è tradotto in un cantiere in tre lotti che terminerà nell’estate del 2025, ma anche sotto il profilo scientifico, di ricerca archeologica e di riallestimento delle collezioni. Un percorso che è stato avviato nel dicembre 2023, con l’inaugurazione della Galleria della Scrittura ed è proseguito con il riallestimento della Sala Deir-El Medina, la creazione della Sala dei Tessuti, il lancio dei Giardini Egizi sul Roof Garden, la creazione della sala dedicata al corredo della Regina Nefertari, a 120 anni dalla scoperta della sua tomba, e non ultimo l’allestimento permanente di un’ala del museo dal titolo Materia. Forma del tempo.
La sintesi plastica dei nuovo corso del Museo Egizio, che intende coniugare la progettazione architettonica alla ricerca archeologica, è costituita proprio dalla nuova Galleria dei Re, curata da sei egittologi (Johannes Auenmüller, Paolo Del Vesco, Alessandro Girardi, Cédric Gobeil, Federico Poole e Martina Terzoli) e realizzata dallo Studio Oma – Office for Metropolitan Architecture di Rotterdam; e dalla Cappella Rupestre di Ellesiya, il cui nuovo ingresso da via Duse, nel retro del Museo, ha rimodellato il palazzo seicentesco dell’ex Collegio dei Nobili e l’esperienza d visita del Tempio. Restaurata dal Centro di Restauro e Conservazione La Venaria Reale, la Cappella Rupestre di Ellesiya è stata riallestita grazie al lavoro di ricerca e studio degli egittologi e curatori del Museo (Johannes Auenmüller, Alessia Fassone, Paolo Marini, Beppe Moiso, Tommaso Montonati). Un suggestivo video mapping, ideato da Robin Studio, sui blocchi della Cappella restituisce al pubblico il suo viaggio verso l’Italia.
La nuova Galleria dei Re del Museo Egizio
Una nuova immagine, che grazie al lavoro degli allestitori, vuole restituire un’idea di contesto originario.
“From darkness to light”, dall’oscurità alla luce. In collaborazione con lo studio di architettura OMA, lo spazio è stato aperto, facendo entrare luce dalle ampie vetrate seicentesche del Collegio dei Nobili, rimaste chiuse per quasi vent’anni, riportando anche a vista le grandi volte delle sale. Le statue sono state riposizionate perché siano fruite meglio e “da vicino”, oggetto di una narrazione rinnovata, più prossima al pubblico. L’allestimento riflette ed è l’esito diretto dell’importante lavoro di ricerca svolto dai curatori del Museo Egizio.
In questo senso, uno dei principali obiettivi che il Museo Egizio si è posto è stato quello di far tornare protagonista il contesto archeologico attraverso una narrazione che parli a tutti, in modo ampio e stratificato.
A questa rigorosa disamina scientifica, il nuovo progetto affianca uno sviluppo allestitivo curato assieme che riflette la volontà di amplificare la luminosità degli spazi e di conseguenza la leggibilità delle opere attraverso soluzioni quali i grandi pannelli di alluminio: oltre a dare vita a un contrasto materico con la pietra delle statue, questi creano un effetto specchiato – con suggestivi riflessi – che accenna a un raddoppio delle immagini e contribuisce all’effetto di ideale sfondamento dei confini fisici della sala.
Tempio di Ellesiya
Approda a Torino nel 1966 la Cappella Rupestre di Ellesiya, il più antico tempio rupestre della Nubia. A seguito della costruzione della diga di Assuan, l’Italia e il Museo Egizio furono chiamati a contribuire alla campagna UNESCO per il salvataggio dei templi della Nubia, che rischiavano di essere sommersi dalle acque del lago Nasser.
Il governo egiziano decise quindi di donare all’Italia il Tempio, in segno di gratitudine per la partecipazione del nostro Paese all’operazione di salvataggio: il reperto, dopo una complessa operazione di trasporto e ricostruzione all’interno del Museo Egizio, fu presentato a Torino alla presenza delle autorità italiane ed egiziane nell’autunno del 1970. A distanza di oltre mezzo secolo il Museo Egizio, nell’ambito del rinnovamento per il bicentenario, sceglie di rendere accessibile gratuitamente al pubblico la Cappella, che avrà un suo ingresso indipendente da Via Duse e alla fine dei lavori anche dalla corte coperta del Museo, liberamente fruibile dai visitatori.
Nel 2023 è iniziato l’ultimo restauro della Cappella con la pulitura e il consolidamento delle superfici ad opera del Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale. La Cappella è stata riallestita grazie al lavoro di ricerca e studio degli egittologi e curatori: Johannes Auenmüller, Alessia Fassone, Paolo Marini, Beppe Moiso, Tommaso Montonati. Un suggestivo video mapping, ideato da Robin Studio, rielabora sui blocchi della cappella i suoi trascorsi storici e il viaggio dall’Egitto a Torino.
Per l’occasione, Franco Cosimo Panini Editore pubblica La Memoria è il nostro futuro curato dal direttore Christian Greco, il volume che celebra ufficialmente il bicentenario.
Nelle pagine si alternano gli interventi di curatori del Museo Egizio e docenti, ricercatori e curatori provenienti da altre istituzioni nazionali e internazionali, talvolta in dialogo tra loro. I contributi diventano così laboratori nei quali si confrontano idee, visioni e proposte inerenti a un ampio ventaglio di temi: il ruolo del Museo nello sviluppo dell’egittologia, e a sua volta l’impatto che l’evoluzione della disciplina ha avuto e ha ancora ancora oggi sulle sue scelte; l’importanza dell’integrazione tra discipline umanistiche e scientifiche; i rapporti con altre istituzioni museali, con gli studiosi e con il pubblico; l’Egitto immaginato dell’ “egittomania” e quello reale che rivendica una voce nel raccontare la propria storia.
Gallery dell’inaugurazione della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro della Cultura, Alessandro Giuli
Foto dall’Ufficio Stampa – Relazioni con i Media del Museo Egizio di Torino