SYMBOLA. IL POTERE DEI SIMBOLI

RECUPERI ARCHEOLOGICI DELLA GUARDIA DI FINANZA

Roma

Stadio di Domiziano

(Piazza Navona)

16 Ottobre 2015 – 15 Aprile 2016

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La suggestiva area dello Stadio di Domiziano ospita, a partire dal prossimo 16 Ottobre, una straordinaria rassegna di opere e manufatti di interesse archeologico che esplorano il tema della simbologia nell’antichità dal punto di vista delle tradizioni funerarie, politico-sociali e magico-religiose.

Promossa dall’Associazione culturale Vicus Italicus e organizzata dallo Stadio di Domiziano, in collaborazione con il Nucleo Polizia Tributaria Roma della Guardia di Finanza, la mostra interesserà oltre 200 reperti inediti di cui la maggior parte recuperata nel corso dell’attività svolta a tutela dei beni culturali. Tra questi, un corpus di materiale fittile proveniente dalla stipe votiva di Pantanacci, nell’agro del Comune di Lanuvio, dove la Guardia di Finanza nel 2012 ha individuato un sito fino ad allora sconosciuto ai mappali della Soprintendenza.

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Patrocinata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dalla Provincia di Roma (Città Metropolitana), dall’Assessorato Cultura e Sport di Roma Capitale, dall’Expo Milano 2015 e con il sostegno della Fondazione Banca Nazionale delle Comunicazioni, di Federalberghi Lazio e del Lions Club Roma-San Paolo, la manifestazione ha tra i suoi obiettivi quello di promuovere e far conoscere al vasto pubblico dei visitatori l’attività che la Guardia di Finanza pone in essere a salvaguardia del patrimonio storico, artistico e archeologico del Paese.

È l’occasione unica e irripetibile per scoprire e ammirare capolavori custoditi nei caveaux delle Forze dell’Ordine e che – proprio in ragione del loro status – non sono accessibili ai visitatori”, dichiara il Ten. Col. Massimo Rossi, portavoce dell’Articolazione della Guardia di Finanza che si è occupata del progetto.

Molte delle opere in rassegna provengono dall’estero, recuperate attraverso attività rogatoriale, soprattutto dalla Svizzera e dagli Stati Uniti. Talune altre, invece, provengono da sequestri giudiziari effettuati sul territorio nazionale nel corso delle operazioni poste in essere a contrasto degli scavi clandestini. Si tratta purtroppo di opere decontestualizzate, private – dunque – di quei dati scientifici e di quelle evidenze culturali e antropologiche di cui sarebbero state portatrici qualora fossero state rinvenute nel sito di primigenia appartenenza. Pur tuttavia il solerte lavoro degli archeologi – una straordinaria équipe di studiosi ed esperti provenienti da discipline e ambiti diversi – è riuscito a “ricontestualizzarle”, ricostruendone l’ambito culturale di origine e le loro funzioni in seno alle comunità cui erano appartenute” precisa il Ten.Col. Rossi.

In una specifica sezione allestita nel percorso della mostra sarà presente una selezione dei materiali provenienti dalla campagna di scavi scientifici condotta nell’area di Pantanacci dalla Soprintendenza per l’Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale e dalla direzione del Museo Civico Lanuvino.

Dalle fonti antiche si sapeva dell’esistenza di un luogo di venerazione in località Pantanacci– prosegue Rossi– ma non se ne conosceva l’esatta ubicazione, né che fosse in qualche modo collegato al santuario di Giunone Sospita. Il sito è stato scoperto nel corso di un’operazione che ha sgominato un sodalizio clandestino intento nella profanazione dell’area archeologica situata all’interno di una cavità nascosta da una parete tufacea. L’intervento consentì di recuperare in extremis oltre 5.000 opere destinate al mercato illegale”.

Con ogni probabilità doveva trattarsi di un santuario rupestre, molto frequentato in età romana – sia nella fase repubblicana che in quella imperiale -dove si svolgevano i riti propizi alla fertilità femminile legati al cosiddetto serpente sacro, l’animale totemico di Giunone Sospita, cui era dedicato il tempio di Lanuvio,” afferma Vincenzo Lemmo, archeologo e curatore della mostra.

Proprio per questo motivo gli scavi hanno riportato alla luce una grande quantità di ex voto, tra cui uteri, falli, vesciche, mani, seni e cavi orali, quest’ultimi considerati dei veri e propri “unica” nel repertorio delle riproduzioni anatomiche. Si tratta di opere inedite – esposte, quindi, per la prima volta al pubblico dei visitatori – ascrivibili dal IV-III secolo a.C. al I secolo d.C., notevoli per la loro resa naturalistica e molti di considerevoli dimensioni”, continua Vincenzo Lemmo, sottolineando il contributo fondamentale nella realizzazione della mostra del Direttore Archeologo della Soprintendenza per l’Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale, Giuseppina Ghini, e del Direttore del Museo Civico Lanuvino, Luca Attenni.

Il percorso espositivo è ordinato in quattro diverse sezioni, che danno conto dell’importanza dei simboli nel mondo antico, del loro significato e della loro forte carica espressiva ed evocativa.

La prima sezione è dedicata al mondo magico-religioso, raccontato attraverso gli ex voto provenienti dalla stipe di Pantanacci, alcune statuine egizie legate al culto orientale e altre di Eracle e Mercurio. Tra le opere più singolari, sono presenti dei frammenti di tufo di una grande scultura pertinenti alla figura del serpente sacro, e un tintinnabulum conformato a fallo, che presenta lateralmente due ali e una mano sinistra, la quale – secondo i romani – aveva il potere di esorcizzare le paure e tenere lontano il malocchio.

Politica e società sono il tema della seconda sezione, che è stata suddivisa in tre diversi ambiti: “L’uomo e il guerriero”; “La donna e la madre”; “Le monete”. Tra i diversi reperti esposti figurano cinturoni, punte di lancia e uno straordinario elmo apulo-corinzio in bronzo del IV secolo a.C., con paragnatidi decorate artisticamente. E ancora, manufatti ceramici legati alla toeletta femminile, ponderali in bronzo, statue, busti e teste ritratto provenienti da siti sepolcrali. Da segnalare – tra le monete- quella con l’effige di Alessandro Magno da un lato e Zeus dall’altro, ed alcune altre decorate con simboli parlanti.

In questa sezione della mostra anche degli aes rude, una tipologia pre-monetale romana costituita da pezzi irregolari di bronzo, risalenti al V secolo a.C.

Segue la terza sezione sul mondo funerario, che propone crateri, anfore e una straordinaria rassegna di vasi di ogni foggia e ambito, legati al banchetto funebre, con lucerne, alari, unguentari e gioielli in pasta vitrea. Di estrema rilevanza, alcune iscrizioni funerarie risalenti al periodo Repubblicano e del Medio Impero, un ossario del II secolo d.C. in marmo, una serie di rari dischi da corazza del V secolo a.C., di produzione abruzzese, che venivano posti sul corpo del defunto come elemento decorativo, e un’antefissa etrusca risalente al V-IV secolo a.C., che presenta – all’interno – il ritratto realistico del defunto, proveniente presumibilmente dalla necropoli di Norchia, di cui esistono altri due esemplari conservati al Museo Archeologico di Firenze.

Chiude il percorso una sezione speciale sull’alimentazione, con oggetti legati alla pratica del simposio, con vasi e piatti di produzione attica con decorazioni ipnotiche, alari per la preparazione e la cottura delle carni, vasi in bronzo, olle in vetro soffiato e un suggestivo “servizio” per il pesce, di produzione apula del IV-III secolo a.C.

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La Guardia di Finanza a tutela dell’Arte

La Guardia di Finanza, impegnata fin dal 1916 nell’attività di prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio culturale, opera con lo spiegamento di un consistente apparato di uomini e mezzi, sia a terra che in mare, in collaborazione con le competenti Soprintendenze, con gli Enti Pubblici a vario titolo interessati e con le altre Forze di Polizia.

In particolare, il Corpo, in virtù dei poteri derivatigli in campo tributario ed atteso che il traffico di beni storico-artistici sottende anche reati di evasione fiscale, esplica la propria missione spaziando da controlli di carattere prettamente amministrativo fino a quelli più propriamente aderenti ai compiti di tipo tributario, affidato a personale specializzato.

La componente aeronavale del Corpo offre un importante contributo sinergico nell’espletamento dell’azione di vigilanza nelle principali aree archeologiche marine e nel recupero di opere sommerse, attraverso l’impiego di militari sommozzatori.

Nel corso del solo ultimo biennio il diuturno impegno profuso nel comparto operativo ha consentito il recupero e la restituzione alla fruizione pubblica di 321.467 manufatti di interesse archeologico provenienti da scavo clandestino e di 86 dipinti trafugati; il sequestro di 141.956 opere contraffatte e la denuncia di 512 responsabili per violazioni correlate allo specifico compendio, che rappresentano – in termini percentuali – un incremento di circa 50 punti rispetto al biennio precedente.

1916-2016

100 anni a tutela dell’Arte

1916

Istituzione “Distaccamenti” e “Nuclei Mobili

In attuazione delle disposizione del “Regolamento 30 gennaio 1913 n. 363”, ai fini del servizio di polizia archeologica ed antiquaria, vengono istituiti i “Distaccamenti” di Valle del Mezzano (dipendente dalla Tenenza di Comacchio) ed i “Nuclei Mobili” di Tarquinia e di Ladispoli.

Nella notte tra il 28 ed il 29 marzo, nella Chiesa di San Pietro, a Perugia, vengono trafugate le tavolette della predella del Polittico dell’Ascensione del Perugino (1445/50-1523).

1922

I complimenti del Duce ed il plauso di D’Annunzio

Recupero, a Tuscania (VT), dalla necropoli in Località San Pietro, di una serie di sarcofagi fittili. Uno di questi viene portato in mostra a Roma, al Museo della Civiltà Etrusca (oggi “Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia”), per iniziativa di Felice Barnabei (1842 -1922), fondatore dell’istituto nel 1889. Benito Mussolini si complimenta con la Regia Guardia di Finanza “[…] per la difesa dei beni italici”. L’operazione raccoglie anche il plauso di Gabriele D’Annunzio, che aveva già coniato, nel 1920, il motto della Guardia di Finanza, “Nec recisa recedit”.

1925

Maggiori controlli alle frontiere

Nel Foglio d’Ordini n. 2 del 17 Gennaio viene diramata una raccomandazione del Ministero della Pubblica Istruzione a tutti i reparti del Corpo per una più rigorosa vigilanza ai confini dello Stato, volta ad arginare il l’esportazione clandestina di “[…] cose di valore sommo delle quali non si permette di regola il passaggio all’Estero.

1926

Recupero delle “tavole” del Perugino

Il Ministro delle Finanze conferisce alla “Polizia Tributaria Investigativa” (P.T.I.) della Regia Guardia di Finanza un encomio per il rinvenimento e sequestro – presso lo scalo ferroviario di Bologna – dei dipinti del Perugino (1445/50 -1523) trafugati a Perugia nel 1916.

1928

Ai “Nuclei di Polizia Tributaria” il concorso alla tutela del Patrimonio Artistico

Il D.M. del 30 novembre in materia di “Riordinamento del servizio di Polizia Tributaria” – all’art. 2 – affida ai “Nuclei” il compito di “concorrere alla tutela del Patrimonio artistico nazionale”.

1930

Introduzione nel Codice Penale di ipotesi delittuose in danno del Patrimonio Artistico

Con il R.D. n. 1398 viene introdotto nel Codice Penale l’art. 706 (”Commercio clandestino di cose antiche”) e l’art. 733 (“Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale”).

1932

Istituzione di altri “Distaccamenti” e “Nuclei Mobili

Viene istituito il “Distaccamento di Vulci”, nell’agro del comune di Montalto di Castro (VT), in Etruria, per l’esercizio della tutela delle necropoli sul territorio (Canino, Tessennano, Cellere, Tuscania ecc.). A seguire vengono istituiti altri “nuclei mobili di polizia archeologica” a Cerveteri, Spina, Selinunte, Segesta, Canosa e Paestum.

1939

Arriva la Legge 1° giugno 1939, n. 1089

Entra in vigore la Legge n. 1089 (“Tutela delle cose di interesse artistico e storico”), con la quale “[…] i Sovrintendenti, gli Ispettori Onorari ed i Sindaci possono chiedere l’intervento della polizia giudiziaria allorché si eseguano scavi abusivi, perché proceda all’accertamento dei fatti, al sequestro degli attrezzi da scavo e dei reperti archeologici”.

1946

Rodolfo Siviero nominato “Ministro Plenipotenziario

Il Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi nomina Rodolfo Siviero “Ministro plenipotenziario”, affidandogli l’incarico di dirigere una missione diplomatica presso il governo militare alleato in Germania con lo scopo di stabilire il principio della restituzione delle opere trafugate dall’Italia nel corso del II conflitto mondiale. L’attività viene coordinata dalla residenza di Lungarno Serristori, oggi nota come Casa Siviero.

1948

Le Fiamme Gialle al fianco di Siviero

Viene istituita a Firenze, presso il Nucleo Regionale, la “Sezione delegazione per restituzione opere d’arte”, derivazione – per la Guardia di Finanza – dell’omonima “Commissione interministeriale” diretta da Siviero.

La Sezione verrà poi soppressa nel 1972, in concomitanza con l’istituzione – presso il Comando di Firenze – della “Sezione Tutela Patrimonio Artistico”.

1959

Estesa la competenza sulla tutela del Patrimonio Artistico a tutti i reparti del Corpo

L’art. 319 della “Bozza di stampa” (Regolamento di servizio della Guardia di Finanza) affida il compito di “concorrere alla tutela del Patrimonio artistico nazionale”, nella sua generalità, a tutti i reparti del Corpo.

1963

Sorvoli aerei nelle aree ad emergenza clandestina

Il Comando Generale della Guardia di Finanza, con nota n. 69855/267 del 28 giugno sollecita l’attività operativa dei reparti territoriali nel particolare settore della tutela dei beni artistici e dispone in via sperimentale sia l’impiego di elicotteri per la ricognizione e sorveglianza diurna delle zone di interesse archeologico che l’istituzione di “Sezioni mobili di polizia archeologica”, presso il Nuclei Polizia Tributaria di Viterbo e Taranto, raccomandando la penetrazione informativa negli ambienti dove il traffico illecito trova sviluppo ed il mantenimento di assidui contatti con le “Sovraintendenze”.

1971

Il “Raffaello” ritrovato

Torna in Italia – dal Museum of Fine Arts di Boston (U.S.A.) – il “Ritratto di Eleonora Gonzaga della Rovere”, opera di Raffaello Sanzio (1483 – 1520) esportata illecitamente nel 1969. Giunti allo scalo di Fiumicino i finanzieri affidano il dipinto all’Ambasciatore Mario Bondioli Osio, Presidente della Commissione interministeriale per il recupero delle opere d’arte. L’opera è in atto conservata agli Uffizi.

1972

Istituita la “Sezione Patrimonio Artistico” in seno al Nucleo Centrale di Roma

Presso il Nucleo Centrale Polizia Tributaria, a Roma, viene istituita la “Sezione Tutela Patrimonio Artistico”, reparto antesignano del “Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico”. Le competenze in materia di beni culturali in seno ai “Nuclei” erano affidate fino ad allora al “Gruppo servizi vari”. L’organico della nuova Sezione è costituito da un ufficiale (con il grado di “Tenente”) e da tre sottufficiali.

Analoghe articolazioni vengono istituite presso i Nuclei Regionali di Polizia Tributaria di Venezia e Firenze. A Genova, Milano, Torino, Bologna, Napoli e Palermo, invece, vengono istituiti dei Drappelli.

1973

Recupero del polittico del “Carpaccio

Recupero del celebre polittico detto “del Padreterno” di Vittore Carpaccio (1465 – 1525), asportato dalla Pieve di Tisoi (BL).

1974

1^ medaglia d’oro alla Guardia di Finanza per i “Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte

In occasione del 200° Anniversario della Fondazione del Corpo, il Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, concede alla Guardia di Finanza il Diploma di 1^ classe (Medaglia d’oro) per i “Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte”, con la seguente motivazione: “Per aver con zelo e tenacia esercitato tutela preventiva e repressiva in difesa del patrimonio storico-artistico nazionale e, in particolare, per l’azione di sensibilizzazione ai problemi della tutela nei confronti dei militari dipendenti”.

Con analoghe motivazioni la Guardia di Finanza vanta in atto 6 ricompense dello stesso ordine alla Bandiera.

1975

Le raccomandazioni del Generale Lauro

Nella I edizione del compendio operativo “Servizi extratributari della Guardia di Finanza” il Generale Fulberto Lauro raccomanda ai militari che desiderino operare nel comparto della tutela del patrimonio artistico “[…] È evidente che il settore in esame richiede, oltreché amore e passione, molta competenza, per cui è d’uopo studiare ed erudirsi nella materia, cosa che eleva il livello culturale e spirituale dei militari: va raccomandata, perciò, la lettura di buone pubblicazioni e la frequenza dei Musei statali”.

1976

Recupero della “Santa Margherita” del Guercino

Clamoroso recupero del dipinto “Santa Margherita di Antiochia” del Guercino (1591 – 1666), trafugato pochi mesi prima dalla basilica di San Pietro in Vincoli, a Roma, accanto al celebre Mosè di Michelangelo.

1977

Recupero del reliquiario di Donatello

Recupero del busto reliquario di San Rossore di Donatello (1386 – 1466), ora al Museo Nazionale di San Matteo, a Pisa.

1980

Nasce il “Centro Repressione Frodi” con drappelli a tutela dell’Arte

A Roma, la tutela del patrimonio artistico viene affidata ad una cellula del Centro Repressione Frodi, denominata S.P.Ex.E.G. (“Servizio Polizia Extratributaria ed Entrate Generali”), formata da due drappelli (il primo per l’antiquariato, per l’archeologia e per la numismatica; il secondo per la repressione della contraffazione di opere d’arte contemporanea ed il monitoraggio dei lotti delle case d’asta).

1985

S.O.S. Caravaggio

La Guardia di Finanza riceve un’attivazione dalla Polizia di Malta con richiesta di collaborare, in Italia, nelle ricerche del celebre San Girolamo del Caravaggio, trafugato l’anno precedente dalla Cattedrale di San Giovanni in La Valletta. L’opera verrà poi rinvenuta a Firenze nel 1987.

1988

Trasferimento di sede

Trasferimento della “Sezione Tutela Patrimonio Artistico” di Roma presso il Complesso Villa Pamphilj, sulle colline dell’omonimo parco comunale.

1990

Recuperata la pala d’altare di Lorenzo Lotto ed il Kouros di Reggio Calabria

2 dicembre. Campane a festa nella notte a Sedrina di Bergamo: la pala di Lorenzo Lotto (1480 – 1557), trafugata un mese prima dalla parrocchia di San Giacomo, viene rocambolescamente recuperata ad Agrate, nel milanese, abilmente occultata (nella tovaglia della sagrestia!) all’interno di un’autovettura di nazionalità tedesca.

Nel corso di un’operazione di polizia tributaria, la Guardia di Finanza rinviene e sottopone a sequestro il c.d. “Kouros di Reggio Calabria”, uno dei capolavori assoluti dell’arte ellenica in Italia.

1995

Furto in Vaticano

Recupero del corpus di dipinti (Giovanni Bellini, Jean Gossaert ed altri capolavori di scuola fiamminga) trafugati dalla Pinacoteca Vaticana.

1999

Memorandum con la Regione Sicilia per i recuperi in mare

Viene siglato a Palermo un Protocollo d’intesa con la Regione Sicilia per la tutela delle opere in giacitura marina. La componente aeronavale del Corpo offre così un imprescindibile contributo sinergico nell’espletamento dell’attività di vigilanza nelle principali aree d’interesse archeologico in acqua, nella mappatura dei relitti e fasciami e nel recupero di beni sommersi, anche tramite l’ausilio di militari sommozzatori.

2000

Nasce a Roma il “Comando Unità Speciali

Per Roma, la tutela del patrimonio artistico confluisce alle dipendenze del neo costituito “Comando Unità Speciali”, più specificatamente in una componente operativa denominata “Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico”, posto alle dipendenze del “Nucleo Speciale Servizi Extratributari”. Il nuovo dispositivo si articola su due Sezioni operative con competenza nazionale, con proiezioni collaterali con i vari dipartimenti di polizia esteri deputati alla tutela dei beni culturali.

Recupero del celebre “Sarcofago di Endimione” (II sec. d.C), nella campagna romana tra Cave e Palestrina.

2004

Arriva il “Codice Urbani

Con il c.d. “Codice Urbani” (D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 – “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”), l’Italia si dota di una legislazione unitaria, intesa quale insieme sistematico di norme in materia di patrimonio culturale; una sola legge d’assieme – quindi – che integra il “Paesaggio” quale entità storico-artistica al pari degli altri beni del Paese.

Il “Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico” della Guardia di Finanza passa alle dipendenze del “Nucleo Regionale Polizia Tributaria Lazio”, divenuto, nel 2006, “Nucleo Polizia Tributaria Roma”.

2005

Canaletto: un giallo internazionale

Il Canal Grande da Palazzo Balbi al Ponte di Rialto” è il titolo dell’ipnotico capolavoro del Canaletto (1697-1768) sottoposto a sequestro dalla Guardia di Finanza perché scortato da documentazione fittizia che ne attestava la provenienza estera. Si tratta in realtà di un dipinto esportato clandestinamente nel corso degli anni ’90 e reintrodotto in Italia – in regime di libera circolazione – con la connivenza di una casa d’aste londinese.

2007

Il ritorno dei “Gladiatori”

Gennaio. Sequestro del c.d. “Rilievo dei Gladiatori”, fregio decorativo di un mausoleo di età repubblicana scavato clandestinamente nell’agro di Fiano Romano e recuperato in extremis mentre era in procinto di essere spedito in Svizzera, occultato in un container.

2008

Torna alla luce il “Sarcofago delle Muse

L’intervento dei finanzieri di Via dell’Olmata interrompe uno scavo clandestino nell’area del sepolcreto di Isola Sacra, a ridosso della foce del Tevere. L’obiettivo dei tombaroli era il “Sarcofago delle Muse”, una cassa sepolcrale ritenuta un unicum dell’arte funeraria romana.

2009

Il rilievo di Mitra”: un recupero in extremis

Marzo. La Guardia di Finanza sventa il furto del c.d. “Rilievo del dio Mitra da Veio”, destinato al mercato sino-nipponico.

2011

Recupero della statua colossale di Caligola

Sequestro della scultura colossale di Caligola. L’opera era stata ridotta in sezioni per essere stivata in un container diretto a Ginevra.

2012

Il sarcofago di Aquino” e la “Stipe votiva di Pantanacci”

Viene rimpatriato da Londra il celebre “Sarcofago delle Quadrighe”, sottratto dalla Pieve di Aquino (FR) oltre venti anni prima.

Scoperta la stipe votiva di Pantanacci, nell’agro di Lanuvio (RM). L’intervento delle Fiamme Gialle consente il recupero di oltre 3.000 opere destinate al mercato antiquario clandestino.

2014

Gli archeo-finanzieri come i “Monuments men“.

Tornano dall’estero numerosi capolavori trafugati nel corso del tempo da siti museali e archeologici nazionali. L’attività rogatoriale, svolta in collaborazione con la Magistratura italiana, l’Avvocatura dello Stato e il Ministero degli Affari Esteri, ha interessato 6 Paesi europei, gli Stati Uniti d’America e il Giappone.

2015

Il “Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico” viene reinquadrato all’interno del “Nucleo Polizia Tributaria Roma”

A seguito del riordino delle componenti operative alle dipendenze del “Nucleo Polizia Tributaria Roma”, il “Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico” viene assorbito dal “Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi”.

Testi e immagini forniti dall’Associazione Vicus Italicus

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

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