Ancora sorprese da Falerii Novi: recuperata una statua di marmo mutila raffigurante un personaggio maschile in nudità eroica

A poche settimane dalla conclusione degli scavi della British School at Rome il 24 giugno scorso, il sito di Santa Maria di Falleri – l’antica Falerii Novi presso Fabrica di Roma (VT) – ha restituito a sorpresa una nuova testimonianza dell’antica città romana.

Le mura di Falerii Novi. Foto di Croberto68, CC BY-SA 3.0

Proprio accanto alle mura della città, che sono il segno più suggestivo e spettacolare di Falerii nel paesaggio della campagna di Fabrica di Roma, per questo sottoposte a vincolo di tutela, è stata recuperata una statua di marmo mutila raffigurante un personaggio maschile in nudità eroica, di proporzioni a metà del vero (restano circa due terzi dei 90 cm originari, pari a tre piedi romani).

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La statua di marmo mutila. raffigurante un personaggio maschile in nudità eroica, ritrovata a Falerii Novi

Della figura rimangono il torso e la parte superiore delle gambe al di sopra del ginocchio, mentre mancano interamente la testa e le braccia. Anche così ridotta, però, è possibile riconoscere una copia romana di un originale greco di stile prassitelico, forse un Hermes, dalla posa sinuosa e dalla muscolatura possente, ma morbida e rilassata. A una prima stima, la datazione si pone nel I secolo d.C. o al massimo agli inizi del II.

L’opera, recuperata e consegnata alla Polizia Locale dal titolare dell’azienda agricola, è stata messa al sicuro e sarà presto oggetto di studio e valorizzazione nell’ambito della collaborazione tra la Soprintendenza e il Comune di Fabrica di Roma. La nuova stagione di ricerche e promozione del sito di Santa Maria di Falleri si apre così sotto i migliori auspici e non mancherà di portare ulteriori sorprese all’attenzione del pubblico.

La narrazione di quella ‘pagana felicità’ da cui è partito tutto, nel lontano 1928, quando Massimo Campigli visitò per la prima volta il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, apre un nuovo importante capitolo. Un altro tassello di quella ‘folgorazione’ racchiusa nelle sue parole:

Nei miei quadri entrò una pagana felicità tanto nello spirito dei soggetti che del mio lavoro che si fece più libero e lirico”.

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