Fabrizio Mori, un ricordo
Il professor Fabrizio Mori, paletnologo, ha diretto fino al 1996 le missioni di ricerca preistorica nel Sahara libico dell'Università La Sapienza di Roma: un suo ricordo in questo film.
Il film Fabrizio Mori, un ricordo sarà proiettato durante la X edizione della Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea, durante la serata di sabato 17 ottobre, a partire dalle ore 21:00, nella sezione #cinemaearcheologia.
Fabrizio Mori, un ricordo
Nazione: Italia
Regia: Lucio Rosa
Consulenza scientifica: Fabrizio Mori
Durata: 14’
Anno: 2010
Produzione: Studio Film TV
Sinossi:
Il professor Fabrizio Mori, paletnologo, ha diretto fino al 1996 le missioni di ricerca preistorica nel Sahara libico dell'Università La Sapienza di Roma. In un arco di tempo che va dai 15000 ai 5000 anni da oggi, la regione del Sahara, pure nell'alternarsi di fasi climatiche violente, vide fiorire civiltà elevatissime, che dettero vita a trasformazioni culturali di decisiva importanza per la nostra specie. Nel corso delle sue ricerche, il professor Mori ha documento e studiato una gran parte di siti di arte rupestre del Tadrart Acacus. Attraverso lo studio delle pitture ha avanzato ipotesi, molte delle quali valide ancora oggi, di scansione cronologica delle opere, il cui inizio Mori colloca a 9000 anni dal presente. Nel mese di luglio 2010 ha lasciato questo mondo per percorrere altri sentieri.
Trailer:
Partecipazioni ad altri film festival e/o proiezioni pubbliche:
Palaeomovies Film Fest 2019, Trieste
Rassegna Internazionale Cinema Archeologico, Rovereto (TN) 2020
Informazioni regista:
Lucio Rosa, regista, documentarista, giornalista, fotografo, inizia l'attività nel 1965 come libero professionista. Vive e lavora tra Bolzano e Venezia, la sua città natale, ma il lavoro lo svolge anche lungo le "vie del mondo".
Informazioni sulla casa di produzione:
Scheda a cura di: Fabio Fancello
Scansione delle pitture rupestri di animali ad Abri Faravel
25 Maggio 2016
Archeologi dell'Università di York e del Centre Camille Jullian di Aix-en-Provence hanno intrapreso un'opera di scansione di raffigurazioni di animali presso il rifugio roccioso di Abri Faravel, situato sulle Alpi francesi meridionali a 2133 metri sul livello del mare.
Il luogo ha visto la presenza umana a partire dal Mesolitico e fino ad epoca medievale: le pitture rupestri costituiscono le raffigurazioni di animali preistoriche ad altitudine più elevata in Europa.
Nel sito è perciò possibile ritrovare pure complesse strutture dell'Età del Bronzo ad alta quota, manufatti per Mesolitico e Neolitico, ceramiche dell'Età del Ferro, una fibula romana e oggetti in metallo di epoca medievale.
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Formazioni naturali e non arte rupestre nella grotta di Mäanderhöhle
27 Aprile - 12 Maggio 2016
La grotta di Mäanderhöhle, vicino Bamberg, era considerata straordinaria da un punto di vista archeologico, per la presenza di arte rupestre dell'Età della Pietra.
Julia Blumenröther ha ora dimostrato che i suddetti segni non sarebbero stati prodotti dall'uomo, ma sarebbero il risultato di processi naturali.
Link: EurekAlert! via University of Erlangen-Nuremberg.
Il Distretto dell'Alta Franconia, da Wikipedia, CC BY-SA 3.0 (TUBS - Own work, based on: Locator map of Regierungsbezirk Oberfranken in Bavaria, Germany).
Egitto: arte rupestre scoperta in Assuan
16 Marzo 2016
Arte rupestre scoperta in Assuan————————————————————————————————————
Un gruppo artistico di epoca predinastica presso l'Area delle Tombe dei Nobili – Aswan è stato recentemente scoperto durante i lavori di scavo effettuati dalla Missione dell'Università di Bonn – Germania. Così ha dichiarato il dott. Eldamaty, Ministro delle Antichità.
La scoperta è molto importante, ha commentato Eldamaty, perché prova l'occupazione del sito in epoca preistorica, aggiungendo che le iscrizioni ritrovate sono considerate le più antiche finora per il sito stesso.
Da parte sua, il Direttore del Settore Antico Egiziano del Ministero delle Antichità ha affermato che la missione è riuscita a scoprire più di 15 rappresentazioni di arte rupestre predinastica, relative ad animali selvaggi (Ibex, vacche e cervi) e scene di rituali religiosi riguardanti struzzi e giraffe.
Amr Alhawary, Direttore della Missione Tedesca al lavoro presso il sito, ha affermato che l'arte rupestre scoperta rappresenta rituali di caccia ed è prova del controllo dell'uomo sulla natura selvaggia. Si credeva che queste iscrizioni potessero aiutare i cacciatori nella loro missione.
Link: Ministry of Antiquities – Egypt
Traduzione dal Ministero delle Antichità Egizie. © Ministry of Antiquities, Ufficio Stampa: scritto da Asmaa Mostafa, tradotto da Eman Hossni. Il Ministero delle Antichità Egizie non è responsabile dell’accuratezza della traduzione in Italiano. Foto dal Ministero delle Antichità Egizie.
Impronte di rettili nella Grotta delle Bestie?
29 Febbraio - 2 Marzo 2016
La Grotta delle Bestie (anche Grotta Mestikawi-Foggini o Grotta Foggini o Grotta Wadi Sūra II), scoperta nel 2002, si trova al confine sud occidentale dell'Egitto con la Libia. Il sito è celebre per l'arte rupestre che accoglie, nella forma di animali, figure umane e prive di testa. Assieme a queste forme d'arte di 8.000 anni fa si trovano pure contorni di mani, più che in qualsiasi altro sito nel Sahara. Alcune di queste sono minuscole, e sono state finora interpretate come appartenenti a neonati.
Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Archaeological Science: Reports, sfida ora quell'interpretazione, consegnandocene una che è forse persino più inaspettata. Le 13 piccole mani non coinciderebbero con quelle di neonati (nel campione, tra le 37 e le 41 settimane di vita, e comprendendo pure prematuri tra le 26 e le 36). Risultano più piccole, mentre le dita sarebbero invece più lunghe e affusolate: si suggerisce che possa trattarsi di impronte di rettili. In particolare, potrebbe trattarsi di varano del deserto (Varanus griseus) o di giovani coccodrilli. Se davvero così fosse, si tratterebbe da una parte di un'indicazione della presenza di questi animali in quest'area, e dall'altra di possibili informazioni sull'universo simbolico di quelle popolazioni.
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India: arte rupestre dalle foreste di Pooyamkutty
15 Febbraio 2016
Un nuovo sito di arte rupestre è stato scoperto nelle foreste di Pooyamkutty, alla periferia del distretto di Ernakulam dello stato indiano di Kerala. Si tratta di petroglifi, e iscrizioni che sembrerebbero essere in Tamil-Brahmi.
Link: The Hindu
Lo stato indiano di Kerala, da Wikipedia, CC BY-SA 3.0 Planemad/Wikimedia, caricata da e di Planemad.
Archeologia vivente in Tanzania
19 Agosto 2015
Archeologia vivente in Tanzania

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India: pitture dal villaggio Kombakaidu nel Tamil Nadu
29 Maggio 2015
Scoperte pitture presso il villaggio Kombaikadu, a mille metri sul livello del mare, sulla strada Palani-Kodaikanal, nello stato indiano di Tamil Nadu. I due dipinti sopravvissuti sono danneggiati, tra le immagini: mani, la lancia sacra di origina shivaita, due persone sedute su di un animale e una persona seduta sulle spalle di un'altra.
Link: The Hindu; Archaeology News Network
Lo stato di Tamil Nadu in India, foto da Wikipedia, CC BY-SA 3.0 Planemad/Wikimedia, caricata e di Planemad.
New Mexico: le piante allucinogene spiegano l'arte rupestre
17 Ottobre 2014
L'arte rupestre del Sud Est degli Stati Uniti, e in particolare del New Mexico, nel deserto del Chihuahua, avrebbe trovato una chiave di lettura.
Almeno 24 pittogrammi rappresenterebbero triangoli in serie contrapposte in diversi colori. Nei pressi di questi pittogrammi si sarebbero ritrovate piante psicotrope e allucinogene, come la potenzialmente letale datura o specie selvagge e molto potenti di tabacco. A queste conclusioni sarebbe giunto il Dr. Lawrence Loendorf, della Sacred Sites Research.
Link: Western Digs
Chihuahuan Desert from South Rim BIBE, foto da Wikipedia, CC BY 2.0, di daveynin, caricata da Ricraider.