21 Luglio 2016
Un progetto dell’Università di Leicester ha investigato il riutilizzo di luoghi sacri da parte di diverse generazioni. In particolare, sono stati oggetto di esame un tumulo dell’Età del Bronzo e un cimitero anglosassone presso Rothley, nel Leicestershire.
Alcune delle testimonianze qui datano addirittura a seimila anni fa: le prime attività datano al Neolitico (4.000 – 2.000 a. C.) con un’ascia e frammenti ceramici in una vicina fossa. Importanti siti neolitici sono nelle vicinanze.
Oggetto principale del progetto è stato poi il tumulo datato all’Età del Bronzo (2000 – 700 a. C., in attesa di datazione più precisa), che misura oltre 30 metri di diametro. Non è sopravvissuto alle attività agricole dei secoli successivi, ma le sepolture (cremazione) vicino al bordo del fossato sì. Si trova alla confluenza dei fiumi Soar e Wreake.
Durante l’Età del Ferro il tumulo era ormai parzialmente eroso, ma era ancora visibile, sebbene il suo significato e scopo si siano modificati. A quest’epoca (700 a. C. – 43 d. C.) risale il fossato rettangolare.
In seguito, durante il periodo Anglosassone (410 – 700 d. C.), il tumulo vide un cimitero per inumazione. Il riutilizzo di tumuli da parte degli Anglosassoni è un fatto piuttosto frequente in Inghilterra, ma pochi casi sono noti per il Leicestershire. Con dodici sepolture, è risultato il più grande per l’area. A parte pochi frammenti, i terreni acidi hanno però distrutto gli scheletri. Ritrovati pure alcuni oggetti metallici e un contenitore ceramico.
Link: AlphaGalileo via University of Leicester