1824-2024: Il Museo Egizio di Torino verso il bicentenario

La memoria è il nostro futuro

Il 2024, anno delle celebrazioni del bicentenario del Museo Egizio di Torino, segna l’inizio di una nuova stagione di trasformazione del Museo non solo da un punto di vista architettonico, ma anche sotto il profilo dell’allestimento e della ricerca archeologica.

Il progetto architettonico del nuovo Museo entra ora nella fase esecutiva ed è firmato da David Gianotten e Andreas Karavanas, dello studio Oma (Office for Metropolitan Architecture) di Rotterdam.

Dopo la vittoria, lo scorso gennaio, da parte di Oma del concorso internazionale di idee, bandito dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nel 2022, si è aperta una fase di gestazione del progetto definitivo, frutto di mesi di confronto tra gli architetti e i vertici e i curatori del Museo, l’Accademia delle Scienze, proprietaria del palazzo barocco del Collegio dei Nobili, sede del Museo, e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino.

Dopo il via libera da parte della Conferenza dei Servizi e del Comitato scientifico dell’Egizio, in cui siedono sei rappresentanti dei più importanti musei internazionali, il Comune di Torino ha approvato le deroghe al regolamento edilizio della Città.

Passaggi formali che ora consentiranno al museo di mettere a bando i lavori, che inizieranno nel prossimo anno. Si darà così concretezza ad un progetto ambizioso di rifunzionalizzazione della corte e di restituzione alla città di un nuovo spazio pubblico, di allestimento di un giardino egizio nella corte coperta, di una nuova sala immersiva all’interno del Museo, del restauro e del riallestimento del Tempio di Ellesija e della Galleria dei Re, progetti per cui si prevedono 23 milioni di investimenti.

Tra i primi a credere in questa nuova stagione dell’Egizio, sostenendolo anche dal punto di vista finanziario è stato il Ministero della Cultura. C’è stato poi l’appoggio incondizionato di Accademia delle Scienze, che crede in questo ampliamento. Fondazione Compagnia di San Paolo ha dato avvio ad un progetto innovativo di mecenatismo con il Concorso internazionale di idee per il nuovo Egizio e anche Fondazione Crt ha deliberato un sostegno economico all’Egizio, così come la Regione Piemonte e il Comune di Torino. Hanno poi generosamente offerto un sostegno economico per i diversi progetti che riguardano il bicentenario Alpitour, Camera di Commercio di Torino, Consulta di Torino, Ferrovie dello Stato, Intesa Sanpaolo, Lavazza, Reale Mutua.

Celebrare i 200 anni del Museo, non è solo un esercizio di memoria, ma significa anche programmare il futuro. Il progetto architettonico di Oma nasce sulla scorta di nuova visione di Museo, più articolato e multiforme: ente di ricerca, luogo inclusivo, spazio in cui, come recita l’articolo 3.2 della Costituzione italiana, si lavora per abbattere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo armonico della persona. L’idea di coprire la corte nasce quindi dalla volontà di creare una nuova agorà, che sia restituita alla collettività e, al contempo, rendere fruibile gratuitamente il Tempio di Ellesija donato dall’Egitto all’Italia. Dopo la trasformazione del 2015 il Museo si è aperto al mondo, ha cambiato costantemente la sua offerta espositiva, ha studiato nuove strade e ricette per raccontare non solo la cultura materiale, ma anche la storia nascosta dei reperti e della civiltà dell’antico Egitto. Per il bicentenario abbiamo deciso di riflettere sul ruolo dell’Egizio: è un luogo di conservazione o di distruzione? Cosa gli manca a 200 anni dalla fondazione? È a partire da questi interrogativi che vedrà la luce il nuovo Museo”, hanno spiegato la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco.

Il team OMA è orgoglioso di essere stato nominato progettista architettonico per la trasformazione del Museo Egizio. La vasta collezione, la ricca storia che incarna e la visione del bicentenario ci ispirano a rafforzare il significato culturale del Museo Egizio attraverso l’architettura. Il Museo Egizio trasformato sarà ancora più connesso con la città e pubblicamente accessibile, integrando l’ambizione del Museo di promuovere l’impegno pubblico. Ci complimentiamo con il Direttore e il suo team per la loro visione di un museo aperto e contemporaneo”, ha dichiarato David Gianotten, Managing Partner di Oma.

Il centro di gravità del Museo Egizio più antico al mondo si sposta, dunque, nella corte del palazzo barocco del Collegio dei Nobili, che si trasformerà in una nuova agorà, su due livelli, piano terreno e piano ipogeo, coperta da una struttura trasparente in vetro e acciaio. Si tratta di uno spazio aperto gratuitamente, di fatto di un ampliamento del Museo e di Accademia delle Scienze, che avranno a disposizione circa 975 metri quadrati in più. Un luogo in cui convivranno un giardino egizio, un bookshop nel porticato, che sarà nuovamente aperto verso la corte, una caffetteria, la biglietteria e l’info point del Museo e dell’Accademia delle Scienze.

Tre gli ingressi all’Egizio in futuro: non solo da via Accademia delle Scienze, ma anche da via Duse e da Via Maria Vittoria. Mentre la corte coperta diventerà il centro nevralgico da cui il visitatore potrà partire liberamente alla scoperta dei 12mila reperti antichi in esposizione, senza seguire un percorso preordinato.

Dalla corte si potrà accedere direttamente al Tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia, che approdò a Torino nel 1966. A seguito della costruzione della diga di Assuan, il Museo Egizio fu chiamato a contribuire alla campagna per il salvataggio dei tempi della Nubia, che rischiavano di essere sommersi dalle acque del lago Nasser. Il governo egiziano decise di donare all’Italia il tempio, in segno di gratitudine per la partecipazione del nostro Paese all’operazione di salvataggio: il reperto, dopo una complessa operazione di trasporto e ricostruzione all’interno del Museo Egizio, fu presentato a Torino alla presenza delle autorità italiane ed egiziane nell’autunno del 1970. A distanza di oltre mezzo secolo il Museo Egizio, nell’ambito del rinnovamento per il bicentenario, sceglie di offrire alla collettività la visita gratuita del tempio.

Sempre dalla corte si accede al piano ipogeo, dove grazie ad un progetto all’avanguardia con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova nascerà una nuova sala immersiva. Il visitatore dal centro di Torino verrà trasportato virtualmente in Egitto, all’interno del paesaggio, una quarta dimensione in cui appassionati e studiosi potranno ricontestualizzare la collezione del Museo e immergersi in atmosfere lontane, nel tempo e geograficamente. E poi ancora, tra i progetti che prenderanno il via nel 2024 c’è il rinnovamento della Galleria dei Re: lo statuario sarà oggetto di un riallestimento filologico che lo vedrà immerso nella luce naturale; attraverso le finestre che verranno riaperte si potranno intravedere gli elementi dello statuario.

Alla base di questa evoluzione verso un Egizio più trasparente e permeabile alla comunità scientifica e alla collettività, c’è l’idea di un museo come laboratorio della contemporaneità, in cui la storia, l’archeologia e la ricerca, siano sì uno strumento per preservare il passato e la memoria, ma anche una sorta di lente di ingrandimento sull’oggi e su un patrimonio condiviso che ci permette di sentirci parte di un’unica collettività.

Numerosi i progettiche già da quest’anno hanno accompagnato la riflessione sul futuro dell’Egizio e dei musei in generale e chetraghetteranno il museo verso le celebrazioni. In questo solco siinserisce il ciclo di incontri dal titolo “What’s a Museum?”, ideato e condotto dal direttore dell’Egizio, Christian Greco, una sorta di laboratorio, di brainstorming internazionale, per immaginare l’evoluzione dei musei, sulla scorta delle best practice mondiali. A Torino sono approdati e approderanno i direttori delle maggiori istituzioni museali mondiali. Il prossimo appuntamento, l’ultimo del 2023, il 9 novembre, vedrà protagonista il direttore del Museo del Prado di Madrid, Miguel Falomir Faus, museo che proprio recentemente è stato oggetto di un profondo cambiamento. Mentre il primo appuntamento del 2024 sarà il 17 gennaio: è atteso a Torino Taco Dibbits del Rijksmuseum di Amsterdam.

Ma prima del 2024, dal 28 novembre al 1° dicembre 2023 sono attesi a Torino fisici, antropologi, filosofi, sociolinguisti, archeologi, paleopatologi, esperti del patrimonio, curatori, museologi e neuroscienziati, provenienti da tutto il mondo per un confronto internazionale dal titolo “Im/materialities, Museums between real and digital”. Esperti provenienti dal Massachussets Institute of Technology, all’Università di Oxford, dal Cern e da diversi atenei italiani faranno il punto sulle tecnologie digitali al servizio dei musei e della ricerca archeologica.

Il bicentenario dell’Egizio avvolgerà l’intera città con iniziative anche al di fuori del Museo. Il Comune di Torino aprirà il 2024 proprio all’insegna del bicentenario del Museo, con il Concerto di Capodanno che vedrà protagonista l’Egizio.

In piazza Castello il gennaio 2024 sarà l’Orchestra Filarmonica di Torino, con un grande concerto e installazioni video ad inaugurare simbolicamente le celebrazioni del bicentenario del Museo Egizio. L’Orchestra Filarmonica di Torino, diretta da Giampaolo Pretto, eseguirà composizioni di Mozart e Verdi. L’evento sarà trasmesso in diretta televisiva su Sky Classica HD, diretto da Paolo Marenghi, e sarà presentato da Paolo Gavazzeni, direttore artistico del canale, insieme alla conduttrice Alba Parietti.

Tra le novità imminenti c’è poi la riapertura al pubblico del terzo piano del Museo, che non sarà più dedicato alle mostre temporanee, ma ospiterà in maniera permanente la Galleria della Scrittura, 600 metri quadrati dedicati alle lingue e alle scritture dell’antico Egitto, geroglifici, ma non solo.

Dalla storia del Palazzo del Collegio dei Nobili che a partire dal 1824 ha avuto diversi interventi fino alle campagne di scavo in Egitto nel Novecento e poi nel XXI secolo, dalle scoperte dei reperti al loro studio fino alla digitalizzazione: la storia a cavallo di due secoli del Museo Egizio, che ha chiuso solo due volte nella sua vita nel corso della seconda guerra mondiale e della pandemia, si muove di pari passo con quella del Paese. E le diverse evoluzioni del Museo, fino a diventare crocevia internazionale di ricerche e studi in campo egittologico, sono al centro di una pubblicazione scientifica, un lavoro corale con cui si stanno misurando curatori ed esperti internazionali e che uscirà nell’autunno del 2024, dedicato alla memoria Carla Barbati, già presidente del Consiglio Universitario nazionale e Consigliere di Stato.

InvistadelbicentenariopoiilMuseoEgiziodàilviaadunsecondocantiere “immateriale”: grazie all’assegnazione dei contributi delbando PNRR “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi” finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU, a confermare la volontà di grande apertura dell’istituzione, l’Egizio ha lavorato con stakeholder e associazioni per poter consentire pari accesso alle informazioni da parte di sordi, ciechi e persone con difficoltà cognitive. La collaborazione ha dato luogo ad un sistema multimodale in ottica Accessibility for All; saranno a disposizione visite con esperienza tattile su pannelli ed elementi della collezione, guide in LIS, supporti di accompagnamento in CAA.

Inoltre, grazie al finanziamento previsto dal bando Esponente di Fondazione CRT, si è intervenuti in via sperimentale anche sul contenuto delle didascalie della sala di Deir el-Medina, una delle più importanti del Museo, con un’opera di interpretazione che ha coinvolto i curatori e i membri dell’Ufficio Interpretazione, Accessibilità e Condivisione.

Per l’occasione del bicentenario il Museo Egizio ha voluto rinnovare la propria immagine e progettare un’identità visiva dedicata, che è stata creata in collaborazione con Studio FM. La creatività conferisce un grande peso al pittogramma del logo, che diventa motivo decorativo alludendo al percorso fatto in questi 200 anni.

Il claim “200 anni di Museo Egizio. La memoria è il nostro futuro”, accompagnato da un logo con lettering molto pulito, diviene da oggi il segno distintivo del Bicentenario e delle sue celebrazioni.

 

26/10/2023

———————————————————————————————————————————————————-

ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO E MUSEO EGIZIO. UNA COLLABORAZIONE CHE DURA DA DUECENTO ANNI.

Nel 1824 nasce a Torino il primo Museo Egizio del mondo. La sede originaria fu l’Accademia delle Scienze, il cui palazzo, che ancora oggi ospita l’attuale Museo e l’Accademia, fu allora oggetto di interventi edilizi finalizzati a ospitare il primo nucleo dell’Egizio, la grande collezione che Bernardino Drovetti vendette al Re di Sardegna, Carlo Felice.

Furono membri dell’Accademia delle Scienze, oltre a Drovetti, Prospero Balbo, il primo direttore del Museo Egizio, Jean-François Champollion, il decifratore dei geroglifici e padre dell’egittologia, e l’egittologo Costanzo Gazzera, suo grande sostenitore a Torino. Nel 1832 il Museo Egizio diventò Ente autonomo, conglobando alcune collezioni minori, ma la collaborazione scientifica con l’Accademia non venne mai meno, neanche nel Novecento. Due soli esempi: furono Accademici due direttori “storici” del Museo, Ernesto Schiaparelli e Silvio Curto. Entrambi condussero campagne di scavo in Egitto che portarono a importanti ritrovamenti. Tra questi in particolare la tomba di Kha e Merit, e il suo corredo completo, di centinaia di oggetti, che costituisce ancora oggi uno dei poli di attrazione del Museo Egizio, fu scoperta da Schiaparelli.

Oltre che da una secolare collaborazione scientifica, il Museo e l’Accademia sono legati dal palazzo seicentesco del Collegio dei Nobili, in cui entrambi risiedono. Negli ultimi anni l’Accademia delle Scienze ha concesso al museo spazi sempre maggiori. Tenendo conto di questa connessione strutturale, la Fondazione Compagnia di San Paolo ha generosamente finanziato una lunga serie di interventi edilizi: dalla ristrutturazione dei locali utilizzati dall’Accademia alla rifunzionalizzazione di quelli locati al Museo, tenendo sempre conto della stretta connessione tra le due istituzioni. E ora anche il concorso di idee internazionale per la copertura della corte.

I prossimi interventi di riqualificazione del cortile interno avranno quindi un duplice significato. Da un lato trasformare la corte in una “piazza” aperta al pubblico, sottolineando fisicamente e strutturalmente la vocazione di entrambi gli Enti al radicamento sul territorio e all’apertura ad esso. Dall’altro lato mettere in evidenza anche sul piano architettonico come il palazzo, ora aperto alla cittadinanza, sia un unico spazio condiviso. Condivisione fisica dello spazio come simbolo della condivisione morale di valori e progetti culturali.

Un ultimo elemento di affinità. Il bicentenario del 2024 sarà occasione per il Museo Egizio per offrirsi al pubblico in una forma ampliata e rinnovata nella struttura architettonica, come nell’offerta culturale e valoriale. Anche l’Accademia intende cogliere quest’occasione per accentuare la sua presenza a livello locale, nazionale e internazionale. Oltre a intensificare e internazionalizzare ulteriormente la sua attività di promozione e diffusione della cultura, essa farà un grande investimento sul piano della digitalizzazione e della comunicazione. La gran parte dei suoi documenti sono già digitalizzati e tutti i suoi eventi sono trasmessi in streaming o registrati e visionabili sul suo sito. Ma l’Accademia si doterà di nuovi strumenti, anche interattivi e virtuali, che rendano possibile una visita digitale, sia percorrendone i magnifici locali, sia rivivendo la storia dell’istituzione e dei suoi Soci – personaggi illustri come Lagrange, Darwin, Abbagnano, Bobbio – sia partecipando alle iniziative che essa intraprende per promuovere la cultura sul Territorio e intervenire sui problemi di attualità. E per coloro che alla comunicazione digitale preferiscono il contatto diretto, l’Accademia non solo intensificherà il programma di visite, ma si proporrà alla cittadinanza come “luogo aulico” – già ora è sede per la celebrazione di matrimoni – per organizzare incontri ed eventi privati. In una parola: ci siamo dal 1783 e ci saremo sempre di più.

———————————————————————————————————————————————————-

OMA’s David Gianotten Presents the Winning Design of Museo Egizio in Turin

© OMA by Alessandro Rossi

Torino, 26 ottobre 2023 – Oggi, durante la conferenza stampa “1824 – 2024: Il Museo Egizio verso il Bicentenario” a Torino, David Gianotten di OMA ha presentato il progetto vincente per la trasformazione del Museo Egizio, il museo più antico del mondo dedicato alla cultura dell’antico Egitto. Anche la Presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin, e il Direttore, Christian Greco, hanno presentato la visione del museo in vista del suo bicentenario nel 2024.

OMA Managing Partner – Architect David Gianotten, ha dichiarato:

“Il team di OMA è orgoglioso di essere stato scelto come progettista architettonico per la trasformazione del Museo Egizio. La vasta collezione, la ricca storia che essa rappresenta e la visione per il bicentenario ci ispirano a rafforzare la rilevanza culturale del Museo Egizio attraverso l’architettura. Il Museo Egizio trasformato sarà ancora più connesso con la città e accessibile al pubblico, sostenendo l’ambizione del museo di promuovere il coinvolgimento del pubblico. Complimentiamo il direttore e il suo team per la loro visione di un museo aperto e contemporaneo”.

Il progetto di OMA prevede la creazione di un nuovo cortile coperto chiamato Piazza Egizia e una serie di spazi urbani collegati all’interno del museo esistente, aprendo lo spazio culturale a tutti. Ogni spazio urbano ha una scala, una funzione e una qualità uniche. Una spina centrale collega i sei spazi urbani tra loro e anche alle due entrate del museo, Via Accademia e Via Duse. Sono state create nuove aperture nella facciata attuale lungo Via Duse, per attirare ulteriormente il pubblico nel museo e nella Piazza Egizia, un cortile a doppio livello e multifunzionale che mostra l’architettura originale del museo e le tracce delle modifiche nel tempo.

La Piazza Egizia e gli altri ambienti urbani sono accessibili al pubblico al di là dell’orario di lavoro, offrendo possibilità al museo di estendere i suoi orari di apertura. Una selezione di manufatti del Museo Egizio è esposta per i primi incontri del pubblico con la collezione del museo.

Il progetto di competizione per il Museo Egizio 2024 è stato guidato da David Gianotten e Andreas Karavanas di OMA, in collaborazione con gli architetti locali Andrea Tabocchini Architecture, T-Studio e il consulente storico Professor Andrea Longhi.

Nel gennaio 2024, il progetto di OMA per il Museo Egizio 2024 è stato selezionato tra le proposte di concorso di Kengo Kuma and Associates, Pininfarina Architecture, Carlo Ratti Associati e Snøhetta. La costruzione inizierà a marzo 2024. È previsto il completamento della copertura del Museo Egizio nell’ottobre 2024, in occasione del bicentenario del museo.

———————————————————————————————————————————————————-

Il Museo Egizio, fondato nel 1824, è il museo più antico al mondo dedicato alla cultura dell’antico Egitto ed è situato nel Collegio dei Nobili a Torino. Un complesso che comprende sale espositive, l’Accademia delle Scienze e un cortile aperto, l’architettura del museo ha subito numerose modifiche nei due secoli passati. Museo Egizio 2024 vuole sottolineare il ruolo storico del museo come uno dei principali spazi civici a Torino e le sue ambizioni sociali del XXI secolo. Il progetto crea un nuovo cortile coperto, chiamato Piazza Egizia, e una serie di spazi urbani collegati aperti a tutti, rafforzando il legame del museo con la rete di aree pubbliche torinesi e la sua chiara identità.

Il progetto riorganizza le aree pubbliche del museo in sei distinti spazi urbani, ognuno con la propria dimensione, funzione e qualità uniche. Il più grande di questi spazi è la Piazza Egizia, concepita come un’area pubblica condivisa tra il Museo Egizio e la città. Una “Spina” centrale collega i sei spazi urbani tra loro e anche le due entrate del museo su Via Accademia e Via Duse. Sono state apportate aperture alla facciata attuale del museo su Via Duse, invitando il pubblico all’interno del museo e nella Piazza Egizia per varie attività quotidiane di svago. Un motivo geometrico al piano terra, ispirato a reperti del museo come la maschera funeraria di Merit, crea una continuità visiva tra gli spazi urbani.

La Piazza Egizia è un cortile a doppio livello, multifunzionale, concepito come un palinsesto della storia del Museo Egizio. Qui vengono esposte l’architettura originale e le tracce delle modifiche nel corso del tempo. Al livello 0, sono state restaurate le numerose aperture storiche del cortile, chiuse sin dalla ristrutturazione del museo nel 2010, ricollegando questo spazio pubblico alla città. Al livello -1, dove si trovano il Giardino Egizio e lo spazio per eventi e apprendimento, è stata scoperta la facciata originale del Collegio dei Nobili, anch’essa nascosta dagli anni del 2010. Due aperture a livello 0, direttamente sopra il Giardino Egizio e lo spazio per eventi e apprendimento, portano luce e conducono i visitatori al livello sotterraneo.

Sopra la Piazza Egizia è stata installata una copertura trasparente, sostenuta da prolungamenti delle colonne esistenti, per creare un ambiente temperato. La griglia strutturale in acciaio rivestita in alluminio della copertura, definita dal ritmo regolare della facciata del Collegio dei Nobili, funge anche da dispositivo di raccolta delle acque piovane, ventilazione dell’aria e illuminazione, rispondendo alle ambizioni del museo in termini di sostenibilità.

La Piazza Egizia e gli altri spazi urbani sono accessibili al di fuori dell’orario di lavoro e accolgono tutti i visitatori, con o senza biglietto. La loro natura pubblica offre al museo la possibilità di estendere i suoi orari di apertura. Una selezione di manufatti del Museo Egizio è esposta per un primo incontro del pubblico con la collezione museale. Dagli spazi urbani, i visitatori proseguono per visitare le mostre del museo o partecipano a attività gratuite e eventi, oppure continuano a passeggiare in altri spazi pubblici di Torino. Museo Egizio 2024 è una destinazione per studiosi e il pubblico interessato, nonché un luogo pubblico riscoperto per tutti.

———————————————————————————————————————————————————-

Testi, video e immagini dall’Ufficio Relazioni con i Media Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

Write A Comment

Pin It