Amelia Milo tra musica(l) e vita:

la star di The Phantom of the Opera si racconta

Articolo a cura di Gianluca Colazzo e Mariano Rizzo

Il 2023 ha regalato al pubblico italiano una memorabile produzione di The Phantom of the Opera, il musical dei record di sir Andrew Lloyd Webber che a luglio e ottobre è stato portato in scena tra Trieste e Milano; un cast internazionale ha impreziosito la produzione, fedele al materiale originale e al tempo stesso ricca di sorprese.

Una delle più grandi è stata sicuramente Amelia Milo, interprete di Christine, la protagonista femminile. Dotata di un timbro squillante e ricco di sfumature, il giovanissimo soprano italoamericano è stata in grado non solo di sostenere uno dei ruoli più impegnativi del musical contemporaneo, ma soprattutto di donare al pubblico una performance matura, emozionante e non priva di originalità.

Abbiamo avuto occasione di farle qualche domanda a proposito di questa meravigliosa esperienza, scoprendo non solo un’artista consapevole e sicura di sé, ma anche un essere umano di rara bellezza e sensibilità.

Amelia Milo. Crediti per la foto: Tony Mucci
Amelia Milo. Crediti per la foto: Tony Mucci

Hai cominciato la tua carriera da cantante producendo musica indipendente. Come ci si sente a debuttare in una produzione importante come The Phantom of the Opera accanto a star internazionali del calibro di Ramin Karimloo ed Earl Carpenter?

È una sensazione incredibile essere parte di Phantom of the Opera, accanto a un cast di grande spessore. Ho imparato molto da Ramin ed Earl, mi hanno spinto a crescere come artista e a sentirmi sicura di me. Portare in scena una storia straordinaria come questa accanto a loro è una meravigliosa sfida. Sono grata a tutti, il loro innegabile talento mi ispira in un’infinità di modi!

The Phantom of the Opera è un musical del 1986 basato su un romanzo del XIX secolo: nonostante l’età, continua ad attrarre appassionati in tutto il mondo. Da artista che ci ha lavorato, quale credi che sia il segreto di un successo così duraturo?

Phantom è una storia senza tempo, complessa e ricca di sfumature. Ogni personaggio ha un proprio punto di vista e le sue sfide da affrontare. La trama si basa su concetti chiave quali l’amore, l’empatia, la comprensione di quanto sia fragile e complessa la psiche umana. Credo sia questo ciò che la rende un classico a cui il pubblico continua a tornare. La colonna sonora incorpora elementi del mondo operistico, dando loro un tocco moderno che rende la musica senza tempo e impossibile da dimenticare, una volta ascoltata. Da attrice non mi stanco mai di prendervi parte, a ogni replica trovo qualcosa di nuovo o più profondo in cui immergermi.

A differenza delle precedenti incarnazioni, la Christine che abbiamo visto sui palchi italiani ha mostrato un’inedita forza, anziché limitarsi a essere la classica “donzella in pericolo”. È stata una scelta registica, oppure hai avuto modo di mettere qualcosa di te nel personaggio? E viceversa, Christine è riuscita a cambiarti in qualche modo, a livello artistico e/o personale?

Christine significa molto per me, studiavo a fondo il personaggio già ben prima di avere l’opportunità di interpretarla a livello professionale. È vulnerabile, ma questa è anche la sua forza: il suo cuore è tanto forte quanto empatico. In sintonia col regista ho avuto modo di creare la mia versione di Christine: è stato un processo in continua evoluzione, che cresceva di pari passo con l’allestimento dello spettacolo, durante il quale sono cresciuta molto, sia come artista che come essere umano. Christine lotta con tutte le sue forze per trovare la sua voce, e ironicamente questo si riflette la mia vita: sto crescendo come artista e come giovane donna, nel rapporto col mio mestiere e col resto del mondo.

Quali sono state, se ce ne sono state, le principali difficoltà nell’interpretare Christine, sia a livello vocale che attoriale? E quali sono state invece le parti più divertenti? È stato difficile recitare e cantare adattandosi a una regia così complessa e in mezzo a macchine sceniche così innovative?

Si tratta di un ruolo che esige molto a vari livelli… anche per il solo fatto di doverlo sostenere otto volte a settimana! Ho dovuto mettere in gioco tutti gli aspetti della mia vita (fisico, spirituale, emotivo, mentale e vocale) per riuscire a rimanere sul palcoscenico oltre due ore. Occorre avere concentrazione e agilità per muoversi tra le macchine sceniche in funzione. La prova più difficile, per me, è stata imparare a controllare e sostenere la mia voce mentre piangevo nelle scene più commoventi, oltre a mettere alla prova la mia resistenza fisica: è tutto un gioco di equilibri. La parte più bella, invece, è stata perdermi nella storia e nella musica: interpretare un ruolo così dinamico, complesso e impegnativo è una grande sfida, ma anche un’esperienza gratificante.

Amelia Milo durante The Phantom of the Opera. Crediti per la foto: Beibeilucy1003
Amelia Milo durante The Phantom of the Opera. Crediti per la foto: Beibeilucy1003

Come sei stata accolta dal pubblico italiano?

Gli spettatori italiani sono calorosi, dolci ed entusiasti. Adoro recitare per loro e incontrarli dopo lo show! Mi riempiono il cuore col loro amore per Phantom… e per me!

La tua voce è incredibilmente versatile: hai da poco rilasciato un singolo dal titolo Siren, che incorpora vocalità operistiche in una canzone orientata al pop. Ti piace mescolare stili diversi nelle tue produzioni?

Grazie! Sì, amo cantare muovendomi tra vari generi. Credo che la voce sia uno strumento musicale e che lo si possa suonare in vari stili, proprio come un pianoforte. Io ho una formazione classica, però amo scrivere e ballare musica pop; così il mio background classico influenza le mie composizioni pop, e viceversa. Ho sempre sognato di fondere tutte le mie passioni più grandi, che spaziano dalla musica classica al pop.

A proposito di musical e opera: visto che il tuo stile li combina entrambi, è più facile o divertente passare da un genere all’altro?

Mi diverto tanto a passare da un genere all’altro, è l’espressione più autentica della mia voce. Non è necessario, per me, assumere un timbro “da opera” o “da pop”: entrambi possono esprimere il mio sound personale in contesti diversi. Lascio che la mia voce faccia ciò che ama fare. Sono molto esigente nelle mie performance e nelle registrazioni, perché voglio assicurarmi di rendere onore a ciascun genere meglio che posso.

In passato ti sei espressa contro bullismo e body shaming nei testi delle tue canzoni. Credi sia importante affrontare questioni sociali attraverso l’arte?

Assolutamente sì. Penso che parlare di certe cose attraverso l’arte venga naturale, è quello che sto sperimentando in prima persona. A scuola, da ragazzina, sono stata bullizzata di continuo perché ero diversa: scrivere di come amare sé stessi “senza filtri” è stata la mia maniera di affrontare le insicurezze del mio passato. Spero che la mia storia, la scoperta di me stessa attraverso la scrittura, sia d’ispirazione per altri nel trovare pace e amore dentro di sé. Il motivo principale per cui lavoro nell’arte è restare connessa agli altri ed esplorare la condizione umana.

Hai progetti per il futuro?

Voglio continuare a recitare, danzare, scrivere e produrre nuova musica!

Amelia Milo. Crediti per la foto: Tony Mucci
Amelia Milo. Crediti per la foto: Tony Mucci

E noi siamo sicuri che i progetti di Amelia Milo si realizzeranno con successo sempre maggiore. The Phantom of the Opera, con l’allestimento italiano e il cast visto sul palcoscenico milanese, è stato in cartellone fino al 31 dicembre presso la prestigiosa Salle Garnier del Teatro dell’Opera di Montecarlo.

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