Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo: quando l’arte incontra la vita e la sconvolge

Il Rinascimento fiorentino con le sue memorabili botteghe di artigiani e pittori, i monasteri e i conventi popolati da giovani costretti a prendere voti per povertà o costrizione familiare, le passioni di un artista che finiscono per diventare ossessione: è questo lo sfondo sul quale prende vita Il velo di Lucrezia, il nuovo romanzo di Carla Maria Russo, uscito per Neri Pozza lo scorso maggio.

la copertina del romanzo storico Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole. Foto di Francesca Barracca
la copertina del romanzo storico Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole. Foto di Francesca Barracca

Dedicandosi ancora una volta al romanzo storico con la consueta maestria nella ricerca e nella narrazione, l’autrice ricostruisce con vivida precisione il contesto dell’epoca, trascinando il lettore nella turbolenta vita di Filippo Lippi, uno dei pittori più significativi del Quattrocento, allievo di Masaccio e autore della famosa “Lippina” che darà un impulso fondamentale a tutta la pittura successiva e alla quale si ispirerà anche Sandro Botticelli.

L’infanzia e la vocazione artistica di Fra Filippo

Il romanzo segue Filippo fin dall’infanzia segnata dalla povertà, raggiungendo spesso punti di contatto con il romanzo di formazione più che con i dettami del romanzo storico. Proprio per questo, fin dalle prime pagine risulta difficile non affezionarsi al protagonista. Rimasto orfano in tenera età, Filippo viene accolto nel convento carmelitano di Santa Maria del Carmine a Firenze. Qui, tra le mura del chiostro, emerge prepotentemente la sua vocazione per l’arte, impossibile da ignorare tanto per lui quanto per i frati che si occupano del giovane.

[…] Filippo non si sarebbe mai servito delle pagine dei codici antichi se gli avessi fornito tutta la carta di cui ha necessità per dare libero sfogo alle sue esigenze. Perché un concetto ci deve essere chiaro, fratelli: lui è la prima vittima della forza che lo divora. Dobbiamo immaginarcela come un fiume in piena che, se non trova una via di fuga, ne cerca una alternativa, abbattendosi su tutto ciò che attraversa il suo cammino.”1

Carla Maria Russo ci guida attraverso gli anni della sua formazione, senza mai cadere nella pura enumerazione dei fatti, ma insistendo spesso su alcuni aspetti della personalità di Filippo, come l’ostilità verso la vita monastica, la crescente passione per il disegno e la pittura, nonché la costante ricerca di donne con cui intrattenersi. La narrazione dipinge un giovane Lippi irrequieto, insofferente alle rigide regole conventuali, ma al contempo dotato di un talento innato e di una straordinaria sensibilità artistica. Sono questi gli anni in cui osserva, studia e assorbe le tecniche dei maestri fiorentini, in particolare di Masaccio, gettando le basi per quello che sarà il suo stile, caratterizzato da profonda umanità e da una capacità senza uguali di rendere le figure vive e vibranti. L’autrice, infatti, descrive spesso il processo creativo del Lippi, addentrandosi in descrizioni tecniche che, pur rischiando il didascalismo, rivelano uno studio e una ricerca personale accurata. Quest’ultima contribuisce in modo significativo a rendere il romanzo una storia vivida e da vivere a vantaggio del lettore che si ritroverà a leggere tutt’altro che un trattato di pittura o un resoconto delle vicende artistiche e culturali della Firenze al tempo di Cosimo de’ Medici.

Eppure, non mancano comunque incontri con personaggi chiave dell’epoca, dai potenti mecenati come i Medici stessi, che riconobbero precocemente il suo genio, ai colleghi artisti (Brunelleschi, Donatello, per citarne alcuni) con cui intesseva relazioni complesse e spesso competitive.

la copertina del romanzo storico Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole. Foto di Francesca Barracca
la copertina del romanzo storico Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole. Foto di Francesca Barracca

Le sorelle Bruti e l’incontro con Lucrezia

Parallelamente alle vicende della vita di Filippo, il lettore fa subito conoscenza di colei che dà il titolo al romanzo, la suora che Filippo incrocerà nel monastero pratese di Santa Margherita e che diventerà musa e ispiratrice di alcune delle sue opere più famose: Lucrezia Buti. Attraverso una serie di lettere scritte dalla sorella Spinetta, che ne denuncia l’abbandono con parole spesso spietate e contemporaneamente rimpiange l’amore “morboso” che le legava, il lettore inizia a farsi l’idea di una Lucrezia indifferente e insensibile che verrà, però, smentita nella seconda parte del romanzo, nella quale emerge finalmente come personaggio in carne e ossa, non più solo un ricordo evocato secondo il ritratto tutt’altro che imparziale fornito fino a quel momento da Spinetta: con la sua effettiva presenza nella storia Lucrezia potrà rivendicare a pieno titolo la complessità di personaggio femminile controcorrente e per questo memorabile.

[…]Ma Lucrezia non è d’accordo. Cosa c’è di riprorevole nell’ammirare un uomo diverso da tutti, nell’amare questa sua eccezionalità?”2

È innegabile, tuttavia, che mettere la propria vita nelle sue mani, affidarsi a lui, totalmente, equivale a un atto di fede. E a correre un rischio serio, perché è difficile tenere legati a sé uomini come Filippo Lippi. […] Ma la felicità di cui ha goduto fino a quel momento, le emozioni, le innumerevoli scoperte, quel bagaglio di sapere che lui le ha trasmesso… Quello resterà per sempre.”3

L’incontro tra il frate pittore e la giovane suora è narrato con delicatezza e profonda intensità. È un rapporto, il loro, che si evolve da semplice ammirazione estetica a sentimento profondo e travolgente, destinato a sconvolgere le vite di entrambi e a suscitare scandalo nell’ambiente ecclesiastico. Lucrezia non è solo una modella per Filippo, ma diventa musa ispiratrice, donna che accende in lui una nuova scintilla creativa e lo porta a raggiungere vette artistiche inaudite. È in questo incontro, in questa fusione tra arte e vita, che Il velo di Lucrezia rivela la sua forza maggiore, dipingendo un Filippo Lippi non solo genio artistico, ma anche uomo tormentato, passionale e profondamente moderno, capace di sfidare le convenzioni per amore dell’arte e della bellezza.

Il ruolo dell’introspezione nella narrazione

La prosa di Carla Maria Russo è fluida e coinvolgente, capace di alternare descrizioni evocative degli ambienti a dialoghi vibranti che rivelano la personalità dei protagonisti. L’autrice, inoltre, riesce a bilanciare la dimensione storica con quella più intimistica e sentimentale, creando una narrazione che è al contempo didattica e profondamente commovente. Il lettore non solo apprende fatti e dettagli sull’arte e sulla società del Rinascimento, ma è anche portato a riflettere sulla complessità delle scelte umane e sulla potenza del destino.

In effetti, a ben guardare Il velo di Lucrezia non è solo la storia di un pittore e della sua musa, ma una riflessione sulla libertà artistica, sul conflitto tra vocazione e dovere, sulla forza di un amore capace di sfidare le convenzioni sociali e religiose. L’impossibilità di Filippo di conciliare la sua vita da frate con la sua passione per l’arte e per Lucrezia, il dilemma tra fede e sentimenti terreni, sono temi che risuonano ancora oggi.

la copertina del romanzo storico Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole. Foto di Francesca Barracca
la copertina del romanzo storico Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole. Foto di Francesca Barracca

Per chi scrive, dunque, la lettura de Il velo di Lucrezia è stata un esempio lampante di come un romanzo storico ben scritto possa non solo intrattenere, ma anche ispirare e stimolare la curiosità. Dopo averlo letto, si avverte un desiderio quasi irrefrenabile di approfondire la conoscenza dell’arte di Filippo Lippi e del periodo storico in cui visse, a dimostrazione della profondità e dell’impatto che l’opera di Carla Maria Russo è in grado di generare.

la copertina del romanzo storico Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole
la copertina del romanzo storico Il velo di Lucrezia, di Carla Maria Russo, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole

Note:

1 C. Maria Russo, Il velo di Lucrezia, Neri Pozza 2025, p. 65.

2Ivi, p. 251.

3 Ivi, p. 252.

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

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