«Ma ora andate, canti di Kalevala, anche se incompiuti, per timore che, se restiate fra le mie mani più a lungo, io ceda alla tentazione di rendervi più completi fra le fiamme.»

Questa la frase con cui Elias Lönnrot (1802-1884) concluse la prefazione al Vanha Kalevala (“Vecchio Kalevala”), firmata il 28 febbraio 1835. Sebbene il Vanha Kalevala sia stato soppiantato dalla versione più completa dell’épos finnico, chiamata Uusi Kalevala (“Nuovo Kalevala“) o più semplicemente Kalevala del 1849, dal 1909 in Finlandia la data del 28 febbraio viene ufficialmente ricordata come il Kalevalan päivä, il “Giorno del Kalevala, che è contestualmente anche la giornata della cultura finlandese, celebrata ogni anno con ricchi eventi.

Il Kalevala è il poema epico finlandese nato dalla dedizione di Elias Lönnrot, medico distrettuale di Kajaani appassionato di mitologia, folklore e tradizioni dell’antico popolo finnico. Potremmo definirlo mitografo e mitologo impiegando una terminologia all’epoca ancora assente. Ispirandosi principalmente alla Mythologia Fennica di Christfrid Ganander (1741-1790), egli elaborò il progetto di compilare un corpus di runolaulut, i tradizionali canti popolari baltofinnici, che illustrassero non solo la mitologia, ma che costituissero anche un documento di usi, costumi e credenze degli antichi finni.

Incisione in Legno, Väinämöinen e l’aquila. Immagine The Gallen-Kallela Museum, fotografo Jukka Paavola, CC0

Tutto il lavoro di Lönnrot può essere ricostruito attraverso i suoi appunti, ma anche attingendo ai runolaulut raccolti nell’archivio digitalizzato Suomen kansan vanhat runot (“Antichi runot del popolo finlandese”, 1908-1997) o più semplicemente Skvr1. Egli si reputò il primo ad aver avuto l’intuizione di unire i canti popolari a formare un unico grande poema che potesse competere con quelli classici, in quanto solitamente i runojat, i cantori di runolaulut, non recitavano cicli di ampio respiro.

La patria dei runolaulut per eccellenza divenne la Carelia di Dvina, territorio su cui si focalizzarono tutti i raccoglitori di canti popolari finnici. I runojat, che prima del sorgere di questo interesse erano dei semplici contadini e pescatori analfabeti e poveri, furono innalzati d’un tratto al ruolo di aedi mitici. I runojat finnici non hanno nulla a che spartire con i bardi: essi non erano cantori di professione, avevano solo il merito di possedere un’incredibile memoria che aveva consentito loro di acquisire i canti popolari delle precedenti generazioni e di tramandarli, con opportune modifiche dettate dai falli della memoria, di nonno in nipote. Il celebre runoja Arhippa Perttuńe [Perttunen] (+/-1762-1841) del villaggio di Latvajärvi si lamentava con Lönnrot del fatto che la memoria dei runojat andava affievolendosi e che i suoi coetanei non disponevano più delle capacità mnemoniche dei loro predecessori.

Kalevala
Una pagina del Kalevala, poema I, coi versetti 301 – 334. Immagine The Gallen-Kallela Museum, fotografo Jukka Paavola, CC0

Il Kalevala venne fin da subito salutato come l’épos finnico, tradotto qualche anno dopo, nel 1841, in svedese dal professor Mathias Alexander Castrén (1813-1852). Questa traduzione ne permise la diffusione ad ampio raggio: grazie ad essa, infatti, anche Jacob Grimm (1785-1863) poté apprezzare il Kalevala e impiegarlo per la seconda edizione della sua Deutsche Mythologie (1844).

In Italia il primo riferimento ai runolaulut è contenuto nel libro di viaggi di Giuseppe Acerbi (1773-1846), Travels through Sweden, Finland and Lappland, to the North Cape (1799), in cui trascrisse anche alcuni canti popolari con le relative melodie. Fu Carlo Cattaneo (1801-1869) a scrivere il primo articolo sul Vanha Kalevala, pubblicato nel 1854 su “Il Crepuscolo”, includendo anche stralci di runot tradotti in italiano. Tuttavia i lettori italiani dovettero attendere il 1909 per poter leggere la prima traduzione integrale dell’Uusi Kalevala in endecasillabi, tipico metro dell’epopea, portata a termine da Igino Cocchi (1852-1913). Ma la traduzione che ancora oggi è la più fedele e la più apprezzata è quella di Paolo Emilio Pavolini (1864-1842), traduzione in ottonari pubblicata nel 1910.

Agli inizi del xxi secolo non era disponibile sul mercato alcuna traduzione italiana del Kalevala, ma la situazione cambiò in pochi anni in maniera sorprendente. Dapprima Dario Giansanti, editore della casa editrice Vocifuoriscena, pubblicò l’intera traduzione di Pavolini sul sito “Bifröst”2, con testo originale a fronte e integrando la traduzione con i quattro versi “sfiggiti” alla prima edizione. Nel 2010 Marcello Ganassini pubblicò una nuova traduzione, in versi liberi, arricchita da un gran numero di note del traduttore e curatore, nella quale ha approfondito particolarmente gli aspetti linguistici del poema.

Vocifuoriscena sta attualmente lavorando al progetto di ripubblicare la traduzione italiana del Kalevala di Pavolini con testo finlandese a fronte. Il testo sarà arricchito dal commento e dalle note di Hans Fromm (1919-2008), fondamentali per meglio delineare la mitologia e il folklore baltofinnico con un approccio comparato.

Il volume di prossima pubblicazione costituirà un fil rouge tra passato, presente e futuro degli studi kalevaliani, riunendo studiosi appartenenti a nazionalità ed epoche diverse sotto un unico titolo: Kalevala.

1 Si tratta della raccolta, in quindici volumi, di tutti i canti popolari rilevati dai folkloristi nel territorio baltofinnico. Il progetto è oggi consultabile in internet, all’url <https://skvr.fi>.

2 < https://bifrost.it/FINNI/Fonti/Kalevala-F.html>.

Giorno del Kalevala
La locandina della diretta di domenica 28 Febbraio 2021, “Chiacchierata sull’épos finnico, in occasione della giornata del Kalevala”, insieme ad Elisa Zanchetta, Dario Giansanti e Marcello Ganassini.

Domenica 28 Febbraio 2021, a partire dalle ore 18:00, sulla Pagina Facebook di Vocifuoriscena, di ClassiCult e della Wunderkammer, sul canale YouTube di ClassiCult e della Wunderkammer, sul canale Twitch della Wunderkammer (https://www.twitch.tv/wunderkammer), la diretta “Chiacchierata sull’épos finnico, in occasione della giornata del Kalevala”.

Ad animare la discussione Elisa Zanchetta, Dario Giansanti e Marcello Ganassini.

Presentazione degli oratori:

– Dario Giansanti, editore e saggista di Viterbo, editore della casa editrice Vocifuoriscena e responsabile della collana Bifröst.
– Marcello Ganassini, ugrofinnista, ha curato l’edizione filologica del Kalevala e per Vocifuoriscena è direttore della sezione Letteratura finlandese.
– Elisa Zanchetta, germanista e ugrofinnista, traduttrice dall’ungherese e dal tedesco, è direttrice della sezione Letteratura ungherese.

Link all’evento: https://www.facebook.com/events/214983207004426

 

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