Spesso ricostruiamo l’arte rinascimentale sulla base di pittura e scultura, eppure non ebbero allora meno rilevanza (anche economica) altre produzioni: armi preziose che ornavano i cavalieri, oggetti da tavola finemente decorati, stravaganti accessori per il vestiario, corami; proprio queste produzioni altre sono al centro della mostra di Palazzo Te a Mantova, Giulio Romano. La forza delle cose.

Queste produzioni, spesso in materiali preziosi come oro, argento, corallo, segno di quanto fosse variegata l’arte rinascimentale, avevano dunque una dignità che noi oggi magari non cogliamo. Questi punti sono stati ben messi in evidenza durante la conferenza del 6 ottobre dal curatore Guido Rebecchini, che ha spiegato come gli oggetti disegnati da Giulio Romano siano stati in gran parte persi, fusi e trasformati in moneta o altro. Nonostante questo, le sue idee furono fondamentali e circolarono come design in tutta Europa per almeno due secoli, parte di una cultura del vivere, di una unione stilistica e del gusto condivisa nel continente. Molto importanti sono stati, al fine di poter far percepire questo fenomeno, i preziosi prestiti provenienti da altri musei.

Stefano Baia Curioni, direttore Fondazione Palazzo Te, ha invece spiegato come questa mostra – molto mirata – punti l’obiettivo sull’abilità di Giulio Romano di creare oggetti capaci di meravigliare. E in effetti, alla fine della visita, non si potrà non restare colpiti dall’ingegno dietro realizzazioni così stravaganti, lussuose e inusuali.

Giulio Romano la forza delle cose Palazzo Te Mantova Giuseppe Fraccalvieri
Conferenza Stampa: da sinistra, seduti, Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona; Mattia Palazzi, sindaco di Mantova; Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale di Mantova e curatore della mostra; Stefano Baia Curioni, direttore Fondazione Palazzo Te, Guido Rebecchini, curatore della mostra Giulio Romano. La forza delle cose a Palazzo Te. Foto di Giuseppe Fraccalvieri

La mostra di Palazzo Te a Mantova, Giulio Romano. La forza delle cose non è però solo senso del meraviglioso, ma un continuo confronto tra raffigurazioni di oggetti e loro concreta realizzazione. Può trattarsi di disegni, di tavole contenute in un libro, di dettagli da un dipinto. Possono indicarci il percorso dall’idea all’oggetto o al contrario raffigurare ciò che già esiste, possono mostrarcene la diffusione in Europa, i motivi decorativi, naturalistici e i temi mitologici, provenienti tipicamente dall’antichità. Possono rappresentare oggetti mai realizzati, sognati dalla creatività di quegli artisti.

Altro motivo di grande interesse è l’attività sperimentale che si è compiuta nel realizzare la mostra: con l’aiuto di Factum Arte (specializzata in operazioni di questo tipo) quegli oggetti raffigurati hanno preso vita. Come spiegato da uno dei fondatori, Adam Lowe, presente alla conferenza, la tecnologia costruisce così ponti e si passa dal materiale plastico, che facilmente riproduce le forme nelle raffigurazioni, alla realizzazione in materiali nobili e metallici, più complessa. La mostra è stata quindi un vero e proprio laboratorio di ricerca.

Infine, e non è certo qualcosa di poco conto, la mostra di Palazzo Te a Mantova, Giulio Romano. La forza delle cose è una mostra divertente, perché ci ritroviamo di fronte ad oggetti inusuali (come una fontanella con Atlante da mettere sulla tavola); ad oggetti decorati con un lusso stravagante quando non grottesco; a dettagli come l’amorino disegnato da Michelangelo che lancia una freccia dal suo disegno.

L’esposizione, curata da Guido Rebecchini e Barbara Furlotti, si terrà dall’8 ottobre 2022 fino all’8 gennaio 2023 a Palazzo Te, ed è parte di una campagna comunicativa che unisce la dimora a Palazzo Ducale al fine di promuovere Mantova e le sue iniziative in questo autunno. Il bel catalogo è prodotto da Marsilio Arte.

Flyer della campagna di comunicazione Autunno d’Arte a Mantova. Dal Gotico fiorito al Rinascimento – mantovamostre.it

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Þegi þú, Týr, þú kunnir aldregi bera tilt með tveim; handar innar hægri mun ek hinnar geta, er þér sleit Fenrir frá.

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