Conviene subito precisare quanto nel titolo: la mostra Pisanello – il tumulto del mondo a Palazzo Ducale di Mantova si colloca volutamente a 50 anni da quella curata da Giovanni Paccagnini. Quest’ultima presentava una delle più grandi scoperte della storia dell’arte nel secolo scorso, e cioè il ritrovamento del ciclo cavalleresco dipinto a tecnica mista (1430-1433) dal pittore gotico Antonio Pisano, detto il Pisanello. Fu quindi innanzitutto Paccagnini a restituire a Mantova e a tutti noi il più grande ciclo cavalleresco ad essere affrescato.

Pisanello il tumulto del mondo Palazzo Ducale Mantova
Il grande affresco del ciclo cavalleresco dalla Sala dei Papi di Palazzo Ducale a Mantova. Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Tuttavia, come sottolineato alla conferenza stampa di oggi dal direttore di Palazzo Ducale di Mantova e curatore della mostra, Stefano L’Occaso, l’affresco veniva fruito in maniera distratta e inconsapevole dai visitatori della dimora gonzaghesca. Questo perché il ciclo cavalleresco andava a trovarsi troppo in alto rispetto al punto di vista di chi camminava per Palazzo Ducale, che era dunque davvero troppo lontano dall’opera.

Pisanello il tumulto del mondo Palazzo Ducale Mantova
Conferenza Stampa: da sinistra, seduti, Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona; Mattia Palazzi, sindaco di Mantova; Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale di Mantova e curatore della mostra; Stefano Baia Curioni, direttore Fondazione Palazzo Te; Guido Rebecchini, curatore della mostra Giulio Romano. La forza delle cose a Palazzo Te. Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Un’opera di riqualificazione dell’allestimento vede ora una nuova illuminazione e una pedana che riporta i visitatori al livello originario dell’opera (il pavimento si trova oggi a 110 cm più in basso di quando il ciclo cavalleresco fu realizzato). Come indicato dal Direttore, il rapporto con l’opera è così cambiato drasticamente, e grazie a questa operazione filologica i dipinti riempiono la sala. L’effetto è tangibile: questi cavalieri ci paiono molto più vicini e così percepiamo davvero “il tumulto del mondo”, l’opera ci viene ora restituita in tutta la sua grandiosità.

A permettere di cogliere la storia dell’ambiente ci sono poi monitor con contenuti multimediali, che permettono di fruire la sala come era anche 50 anni fa, prima dell’operazione che ha strappato e ricollocato le pitture; in un angolo è persino possibile vedere persino il rullo che fu utilizzato in quest’operazione. Palazzo Ducale, che fino ad adesso vedeva gran parte dell’attenzione catalizzata dalla Camera degli Sposi, potrà quindi dare la giusta percezione al pubblico anche di quest’opera riscoperta 50 anni fa.

Altro grande pregio di questa esposizione è la completezza: come spiegato dal conservatore capo del Louvre, Dominique Cordellier, se precedenti esposizioni su Pisanello (come quella veronese del 1996 al Museo di Castelvecchio) erano certo prestigiose, per forza di cose si sentiva un anello mancante, appunto il ciclo cavalleresco di Palazzo Ducale.

Madonna della quaglia, dettaglio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri

La mostra Pisanello – il tumulto del mondo, con un numero limitato di opere (una trentina, ma tutte di straordinaria rilevanza), con importanti prestiti da grandi istituzioni (come i già citati musei del Louvre e di Castelvecchio, ma pure la National Gallery di Londra e la Pinacoteca di Brera) riesce quindi nel suo scopo dichiarato, quello di far comprendere al visitatore l’importanza della figura di Pisanello nella sua epoca.

Si tratta di un allestimento nitido, di grande garbo e che farà scuola, secondo la direttrice dei Musei Civici di Verona, Francesca Rossi, contenta dei risultati dell’accordo di collaborazione tra le due istituzioni. Il poter vedere da vicino determinate opere permette di apprezzarne appieno i dettagli miniaturistici, che certo non mancano nella pittura dell’epoca.

Non si può quindi che consigliare la mostra Pisanello – il tumulto del mondo a Palazzo Ducale di Mantova, che apre al pubblico da domani 7 ottobre 2022 (e sarà visitabile fino all’8 gennaio 2023); oltre a permetterci di ammirare opere di grandissima bellezza e interesse, questa esposizione lascia qualcosa di tangibile per l’avvenire alla città.

Una menzione speciale merita infine il completissimo e ricchissimo catalogo Electa – Mondadori.

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Þegi þú, Týr, þú kunnir aldregi bera tilt með tveim; handar innar hægri mun ek hinnar geta, er þér sleit Fenrir frá.

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