17 Novembre 2015

Il lago svedese alla base della ricerca. Credits: Barbara Wohlfarth, Università di Stoccolma
Il lago svedese alla base della ricerca. Credits: Barbara Wohlfarth, Università di Stoccolma

Uno degli enigmi dell’Era Glaciale sarebbe stato risolto: gli studiosi finora si chiedevano come conciliare i modelli climatici terrestri di 13 mila anni fa con la teoria prevalente di un’inondazione catastrofica di acqua dolce dalle calotte dei ghiacci nordamericani.
Studiando i sedimenti di un lago svedese, si è scoperto che la risposta al problema risiederebbe nelle calotte dei ghiacci scandinavi.
Il progressivo scioglimento della calotta dei ghiacci della Fennoscandia, avvenuta 13.100–12.880 anni fa, generò un dipolo idroclimatico con condizioni più asciutte e fredde nel Nord Europa e più umide e calde in Groenlandia. Il fenomeno culminò al termine del periodo. Lo studio suggerisce che la sensibilità idroclimatica nordamericana all’acqua dolce derivante dal suddetto scioglimento in Fennoscandia può spiegare il passo e il segno delle transizioni registrate in Groenlandia durante la transizione climatica del Dryas recente.

Lo studio “Fennoscandian freshwater control on Greenland hydroclimate shifts at the onset of the Younger Dryas”, di Francesco MuschitielloFrancesco S. R. PausataJenny E. WatsonRienk H. SmittenbergAbubakr A. M. SalihStephen J. BrooksNicola J. WhitehouseArtemis Karlatou-Charalampopoulou & Barbara Wohlfarth, è stato pubblicato su Nature Communications.
 
Link: Nature CommunicationsEurekalert! via Plymouth University

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