14 Settembre 2014
Oggi, Kenan Malik propone un estratto dal suo libro ” – The Quest for a Moral Compass – A Global History of Ethics” nel quale tratta di Mo Tzu, filosofo cinese assai poco noto, ma la cui importanza non sarebbe inferiore a quella di Confucio (Kong).
Vissuto nel periodo dei Regni Combattenti, vi sono molti aspetti incerti circa la sua vita: il suo testo più noto, Mozi, fu probabilmente compilato dai suoi discepoli.
Mo Tzu aveva un’idea pragmatica di altruismo, e distingueva tra principi di parzialità e universalità: abbracciare i secondi significa avere a cuore non solo i propri interessi, ma anche quelli altrui e ridurre, ad esempio, il rischio di guerre.
Mo Tzu criticava Confucio per la sua aderenza al rituale da conservatore, per il suo supporto alla discriminazione sociale e per il suo rifiuto di Dio. Mo Tzu era un ammiratore dell’antichità e potrebbe essere stato il primo filosofo cinese. Gli eventi storici videro però il prevalere del Confucianesimo sul Moismo, troppo radicale e persino pericoloso: il conservatorismo del primo trovò invece un pieno favore presso la Corte Imperiale.
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