22 Luglio 2015

Pietre oracolari e bellezze mai viste: meraviglie di una collezione cinese inestimabile ora online

Una banconota del 1380 con minaccia di decapitazione, una serie di stampe del diciassettesimo secolo, così delicate che non sono mai state aperte, e ‘ossa oracolari’ di tremila anni fa sono ora gratuitamente disponibili perché il mondo possa guardarle nella Cambridge Digital Library.

Pagina dal Manuale di Calligrafia e Pittura
Pagina dal Manuale di Calligrafia e Pittura
I tesori delle collezioni cinesi della Biblioteca dell’Università di Cambridge sono l’ultima aggiunta al sito della Biblioteca Digitale (http://cudl.lib.cam.ac.uk/collections/chinese) che già ospita i lavori di Charles Darwin, Isaac Newton e Siegfried Sassoon, così come collezioni uniche della Board of Longitude e della Royal Commonwealth Society.


Ossa oracolari di 3000 anni fa
Ossa oracolari di 3000 anni fa

Le ossa oracolari (scapole di bue e gusci di tartaruga) costituiscono una delle più importanti collezioni della Biblioteca e sono tra i primi esempi viventi di scrittura Cinese ovunque nel mondo. Sono la più antica forma di documenti posseduti dalla Biblioteca e registrano domande alle quali si cercava risposta attraverso la divinazione, presso la corte della real casa di Shang che regnò nella Cina centrale tra il sedicesimo e l’undicesimo secolo a. C. (http://bit.ly/1RJkZEG).
Ossa oracolari di 3000 anni fa
Ossa oracolari di 3000 anni fa

Come primi esemplari di script Cinese, le iscrizioni su ossa oracolari sono di fondamentale importanza per la paleografia cinese e per la nostra comprensione dell’antica società cinese. Le ossa registrano informazioni su una vasta gamma di materie, includendo la guerra, l’agricoltura, la caccia e i problemi medici, così come dati genealogici, meteorologici e astronomici, come le prime registrazioni di eclissi e comete.
Mai in mostra prima d’ora, tre delle 800 ossa oracolari conservate nella Biblioteca possono ora essere viste in splendido dettaglio, insieme a un libro del diciassettesimo secolo che è stato descritto come ‘forse il più bel set di stampe mai prodotto’ (http://bit.ly/1fMfAf3). Stimato del valore di migliori sul mercato aperto, il ‘Manuale di Calligrafia e Pittura’ è stato prodotto nel 1633 dallo Studio dei Dieci Bambù a Nanjing.
Charles Aylmer, a Capo del Dipartimento Cinese della Biblioteca dell’Università di Cambridge, ha affermato che: “questo è il più antico e migliore esempio di stampa multi-colore ovunque al mondo, che comprende 138 dipinti e schizzi con testi associati a cinquanta diversi artisti e calligrafi. Anche se ristampato diverse volte, set completi delle prime edizioni nella rilegatura originale sono estremamente rari.
“La rilegatura è così fragile, e il manuale così delicato, che fino al momento della digitalizzazione, non siamo mai stati in grado di guardarlo o studiarlo – nonostante la sua indubbia importanza per gli studiosi.”
Altri momenti salienti della digitalizzazione includono uno dei primi libri ad essere stampati http://bit.ly/1HRsK0k), un testo Buddista datato tra il 1127 e il 1175. Il traduttore (Xuanzang) è stato reso famoso dal pellegrinaggio di 17 anni che intraprese verso l’India per raccogliere testi religiosi da riportare in Cina.
‘Il Manuale del Sollievo della Carestia’ è stato pure digitalizzato. Questo manoscritto del diciannovesimo secolo contiene istruzioni per la distribuzione di razioni d’emergenza alle vittime della carestia e include consigli sulla ricerca di sostituti naturali alle normali forme di cibo, in caso di emergenza.
Banconota del 1380
Banconota del 1380

Altrove, una banconota del quattordicesimo secolo (http://bit.ly/1O8QJwB) costituisce una delle aggiunte più inusuali alle Collezioni Cinesi. La cartamoneta apparì in Cina per la prima volta durante il settimo secolo, e fu largamente in circolazione fino all’undicesimo, cinquecento anni prima del primo utilizzo in Europa.
Per il dodicesimo secolo, il governo centrale si era reso conto dei benefici delle banconote per gli scopi della riscossione delle tasse e dell’amministrazione fiscale, e per il tardo tredicesimo secolo aveva stampato ed emesso valuta nazionale di carta – resoconti della quale raggiunsero l’Europa attraverso gli scritti di Marco Polo e altri.
La banconota della Biblioteca, stampata in carta di gelso da uno stampo di lastra in metallo, fu per la prima volta emessa nel 1380. La denominazione della banconota (mille cash) è mostrata dalla figura di dieci corde di moneta in rame (10 x 100 = 1000), affiancate da un testo in seal script (NdT: si tratta di uno stile calligrafico dall’epoca della dinastia Zhou) che dice: ‘Valuta di carta del Grande Ming; Circula in tutto il mondo’. Il testo sottostante minaccia i falsificatori con la decapitazione e promette a chiunque li denunci o catturi che riceverà non solo una ricompensa di 25 once d’argento, ma pure tutte le proprietà del furfante.
Huw Jones, parte del team di digitalizzazione presso la Biblioteca dell’Università di Cambridge, ha spiegato: “La qualità molto elevata dei materiali digitalizzati ha già condotto a scoperte riguardanti il materiale – abbiamo visto dove il pigmento rosso era utilizzato per le iscrizioni colorate sulle ossa oracolari, e sigilli invisibili prima di ora sono stati decifrati su diversi oggetti. Non vediamo l’ora che nuove conoscenze, ora che la collezione ha un pubblico davver globale, e siamo già pronti a lavorare con un esperto di ornitologia per identificare gli uccelli nel Manuale di Calligrafia e Pittura.”
La Biblioteca dell’Università di Cambridge acquisì il suo primo libro Cinese nel 1632 come parte della collezione del Duca di Buckingham, ma le prime proprietà significative di libri Cinesi vennero con la donazione di 4,304 volumi da parte di Sir Thomas Wade (1818–1895), primo Professore di Cinese all’Università, dal 1888 fino alla sua morte.
Le collezioni Cinesi alla Biblioteca dell’Università di Cambridge sono ora circa un mezzo milione di titoli, incluse monografie, materiali ristampati, documenti d’archivio, sfregamenti epigrafici e 200.000 e-book Cinesi (donati dal Premier Wen Jiabao nel 2009).

 

Traduzione da University of Cambridge. L’Università di Cambridge non è responsabile dell’accuratezza della traduzione. Per le immagini si ringrazia l’Università di Cambridge.

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