Un cippo pomeriale di travertino è stato rinvenuto a Piazza Augusto imperatore nel corso di scavi per il progetto di riqualificazione della piazza. Un ritrovamento importante che grazie all’iscrizione può essere ricondotto all’imperatore Claudio e all’ampliamento del pomerio nel 49 d.C., ristabilendo così i nuovi limiti civili, sacri e militari dell’Urbs.

Per i Romani il pomerium era terreno sacro e inviolabile, libero da strutture che correva lungo le mura della città sia all’interno che all’esterno. Originariamente lo scopo era di tipo militare e sacrale ed era considerato anche il limite per gli auspici della città. Era proibito attraversalo in armi e solo all’esterno del pomerio cominciava l’imperium militare. Dalle fonti sappiamo che solo poche volte questo venne allargato e il diritto di allargarlo era riservato solo a chi avesse esteso attraverso grandi imprese militari i confini dello stato romano.

Cippo
Cippo pomeriale. Foto: Zètema Progetto Cultura

La tradizione parla di un primo pomerio tracciato da Romolo intorno al Palatino, poi ampliato in età serviana e successivamente ancora da Silla, Claudio, Vespasiano e Aureliano. L’autore si poneva come “nuovo fondatore” della città e proprio per questo alto valore veniva difficilmente modificato.

Il cippo di Claudio fu eretto probabilmente dopo la conquista della Britannia a partire dal 43 d.C. e secondo la formula di rito, l’imperatore viene ricordato con i suoi titoli e le sue cariche e rivendica l’ampliamento del pomerio, senza alcune menzione ai territori conquistati ma sottolineando invece l’allargamento dei confini del popolo romano.

Cippo
Cippo pomeriale. Foto: Zètema Progetto Cultura

L’espressione è ambigua perché non chiarisce se con ampliamento si faccia riferimento ad una estensione fisica dei confini ma anche allargamento del corpo civico con l’inserimento di nuovi cittadini e di conseguenza del diritto di cittadinanza romana alle èlites della Gallia.

Nel cippo ritrovato non si conserva il numerale seriale, che in tre casi compare sul fianco sinistro del cippo e la parola pomerium attestata in due casi sulla sommità. L’intervento di ampliamento del pomerio da parte di Claudio però ha una rilevanza importante perché è attestato sia a livello epigrafico che letterario ed è anche l’unico menzionato nella lex de imperio Vespasiani del 69 d.C. I rinvenimenti epigrafici testimoniano due interventi condotti da Vespasiano e Tito nel 75 d.C. e da Adriano nel 121 d.C. che sono ignorati dalle fonti letterarie.

Cippo
Cippo pomeriale. Foto: Zètema Progetto Cultura

Il cippo è oggi esposto nella Sala Paladino del Museo dell’Ara Pacis in attesa di collocazione presso gli spazi museali del Mausoleo di Augusto.

Roma non smette mai di stupire e si mostra sempre con nuovi tesori. Si tratta di un ritrovamento eccezionale: nel corso del tempo, sono stati rinvenuti solo altri dieci cippi relativi all’epoca di Claudio e il più recente, fino ad oggi, è stato ritrovato nel 1909, dunque oltre 100 anni fa. Con la riapertura del Mausoleo di Augusto a marzo 2021, e con i lavori di Piazza Augusto Imperatore, tutta l’area tornerà a nuova vita. In questo modo sarà completamente rinnovato un quadrante centrale della nostra città”, dichiara la sindaca di Roma Virginia Raggi.

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