Tre dipinti (due certamente attribuibili a Teodoro Ghisi, Cristo davanti a Pilato, Gesù e la Maddalena, il terzo, Orazione nell’orto, forse attribuibile all’ambito di Lorenzo Costa il Giovane, secondo il direttore di Palazzo Ducale di Mantova Stefano L’Occaso), arrivano a Palazzo Ducale di Mantova, in ricordo del collezionista mantovano Ippolito Cazzaniga Donesmondi.
Le opere troveranno collocazione nella Camera di Leda, nelle stanze neoclassiche recentemente restaurate e aperte al pubblico.
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commento a cura a cura di Giuseppe Fraccalvieri (28 febbraio 2025)
Tre dipinti (due certamente attribuibili a Teodoro Ghisi, Cristo davanti a Pilato, Gesù e la Maddalena, il terzo, Orazione nell’orto, forse attribuibile all’ambito di Lorenzo Costa il Giovane, secondo il direttore di Palazzo Ducale di Mantova Stefano L’Occaso), la cui donazione a Palazzo Ducale di Mantova – in ricordo del collezionista mantovano Ippolito Cazzaniga Donesmondi – è stata ufficializzata il 19 settembre 2024, vengono oggi, 28 febbraio 2025, presentati alla cittadinanza mantovana, a conclusione dei lavori di restauro compiuti dalla restauratrice mantovana Emanuela Scaravelli e sotto la direzione del funzionario restauratore di Palazzo Ducale Sara Scatragli.
Nell’occasione, il direttore Stefano L’Occaso ha innanzitutto spiegato come almeno due delle opere siano di Teodoro Ghisi, mentre la terza ha una mano lievemente diversa.
Il Direttore ha quindi tratteggiato il percorso di Teodoro Ghisi (ca. 1536-1601), un pittore che viene da una famiglia in cui il padre e il fratello erano importanti orefici. Quest’ultimo in particolare, Giorgio Ghisi, era considerato all’epoca il più abile artista del bulino italiano, e lavorava in un’ambito internazionale.
Teodoro Ghisi, debitore dell’opera di Giulio Romano, fu anch’egli in grado di travalicare i confini e – dopo aver lavorato a lungo nel Ducato con Guglielmo Gonzaga – fu vero ambasciatore (fu chiamato proprio Teodoro mantovano) a Carpi, a Pesaro, a Pavia, all’estero a Seckau in Stiria al servizio di Carlo II d’Austria. Il Direttore ha mostrato come registro e tono dell’artista variassero da opera ad opera, e senza poter dubitare delle opere addirittura firmate, troviamo talvolta un gusto controriformista, talaltra una forte componente nordica o scene grottesche.
L’intervento successivo è stato quello della figlia di Ippolito Cazzaniga Donesmondi, che ha ricordato l’interesse collezionistico del padre, ricco di interessi che avevano come filo conduttore Mantova e la sua arte.
Nell’intervento successivo della dott.ssa Sara Scatragli, si è spiegato come si siano svolti gli interventi di restauro, con estrema cautela e scegliendo sempre di esporre l’opera al minimo rischio. Se le prime due opere erano state precedentemente restaurate, così non per la terza: un’esperienza questa sempre degna di nota.
E se non si sono ovviamente integrati i punti nei quali non vi era certezza, i restauri hanno permesso di apprezzare nuovamente alcuni particolari delicati: la lacrima di Maria Maddalena, le chiavi di San Pietro, alcune figure sullo sfondo dell’Orto.
La serata è stata un vero incontro con la comunità, che ha accolto queste opere che si aggiungono a quelle di Teodoro mantovano già presenti a Palazzo Ducale.
CONCLUSO IL RESTAURO DEI TRE DIPINTI CINQUECENTESCHI DONATI IN RICORDO DI IPPOLITO CAZZANIGA DONESMONDI
28 febbraio 2025 – Presentati al pubblico venerdì 28 febbraio 2025 alle ore 17.30 nell’Atrio degli Arcieri gli esiti degli interventi di restauro eseguiti sui tre dipinti, oggetto di una donazione giunta al museo lo scorso settembre, in ricordo di Ippolito Cazzaniga Donesmondi, collezionista mantovano.
Il restauro delle tre opere, Cristo davanti a Pilato, Gesù e la Maddalena – di Teodoro Ghisi – e l’Orazione nell’orto – ambito di Lorenzo Costa – è stata affidato alla restauratrice mantovana Emanuela Scaravelli, sotto la direzione del funzionario restauratore di Palazzo Ducale Sara Scatragli.
I tre dipinti si trovavano in condizioni conservative difformi a causa di interventi di restauro pregressi e di vicende conservative diversificate. In previsione di una nuova presentazione al pubblico, il calibrato intervento di restauro è stato condotto sia a livello strutturale, per la corretta conservazione dei pezzi, sia a livello estetico, mirando alla restituzione dei valori espressivi e di equilibrio cromatico caratterizzanti gli autori.
Per quanto riguarda questa ultima importante acquisizione alle collezioni ducali, ricordiamo che la studiosa Chiara Perina, in un suo articolo del 1966 sulla rivista “Civiltà mantovana” presentava due delle tre opere donate, in pagine che tentavano in maniera pionieristica di dare un volto ai protagonisti della pittura mantovana del secondo Cinquecento: la stagione del pieno Manierismo, che all’epoca era campo di studi ancora vergine e che oggi gode invece di ampia bibliografia.
Chiara Perina partiva dall’analisi di un Cristo davanti a Pilato, ivi “condotto da un bizzarro gnomo vestito di rosso”; un dipinto nel quale, rilevando scarsa originalità, leggeva ancora tracce dell’insegnamento di Giulio e nel quale trovava forme e stile riconducibili a Lorenzo Costa il Giovane (1535-1583), uno dei protagonisti del Manierismo mantovano. L’attribuzione a Costa era suggerita da un inventario del 1833 della marchesa Matilde Della Valle, antica proprietaria dei dipinti. Lo stesso documento riferiva invece a un altro artista mantovano, Teodoro Ghisi (1536 ca.-1601), una seconda tela, quasi gemella, raffigurante Gesù e la Maddalena. Ghisi fu pittore di rilievo nazionale e internazionale: se Costa lavorò a Roma e a Mantova, Ghisi operò anche all’estero: a Seckau, per esempio, in Austria.
La terza opera giunta in dono a Palazzo Ducale e proveniente dalla stessa collezione, quella di Ippolito Cazzaniga Donesmondi e di sua moglie Lidia Gallico, raffigura invece l’Orazione nell’orto ed è del tutto sconosciuta agli studi. Le tre opere sono giunte in Palazzo Ducale anche grazie alla mediazione della Galleria Mossini.
«Queste tele sono un prezioso dono al Museo – dichiara il direttore di Palazzo Ducale di Mantova Stefano L’Occaso – e integrano le nostre conoscenze della pittura mantovana del secondo Cinquecento, un periodo che si è rivelato di grande interesse e qualità e che meriterebbe di essere consacrato con una mostra. Il Cristo davanti a Pilato è probabilmente anch’esso, come aveva già intuito Renato Berzaghi, di mano di Teodoro Ghisi; inoltre, la teletta sembra essere in qualche relazione con la pala d’altare di Ghisi, dello stesso soggetto, che trovai in Sant’Agostino a Como e che è probabilmente quella che l’artista mantovano dipinse per la Certosa di Pavia. Quanto al Cristo nell’orto degli ulivi, di dimensioni leggermente diverse dalle altre due opere, esso potrebbe spettare proprio a Lorenzo Costa il Giovane, ma è ancora presto per esprimersi. Spero, infine, che questo gesto possa essere d’esempio per altri collezionisti: donare a Palazzo Ducale può essere un atto civico, un modo per ricordare una persona cara, per partecipare alla crescita del Palazzo Ducale, la realtà culturale di Mantova che è patrimonio di tutti».
DONATI A PALAZZO DUCALE DI MANTOVA TRE DIPINTI CINQUECENTESCHI, DI LORENZO COSTA IL GIOVANE E TEODORO GHISI, IN RICORDO DI IPPOLITO CAZZANIGA DONESMONDI
19 settembre 2024 – Le collezioni di Palazzo Ducale si arricchiscono di opere attribuite a Lorenzo Costa e Teodoro Ghisi
In ricordo di Ippolito Cazzaniga Donesmondi, collezionista mantovano, sono giunti al Museo di Palazzo Ducale tre bei dipinti cinquecenteschi, di soggetto sacro e di piccolo formato, due dei quali noti agli studi grazie alle ricerche della compianta Chiara Perina.
La studiosa, in un suo articolo del 1966 sulla rivista “Civiltà mantovana” presentava due delle tre opere donate, in pagine che tentavano in maniera pionieristica di dare un volto ai protagonisti della pittura mantovana del secondo Cinquecento: la stagione del pieno Manierismo, che all’epoca era campo di studi ancora vergine e che oggi gode invece di ampia bibliografia.
Chiara Perina partiva dall’analisi di un Cristo davanti a Pilato, ivi “condotto da un bizzarro gnomo vestito di rosso”; un dipinto nel quale, rilevando scarsa originalità, leggeva ancora tracce dell’insegnamento di Giulio e nel quale trovava forme e stile riconducibili a Lorenzo Costa il Giovane (1535-1583), uno dei protagonisti del Manierismo mantovano. L’attribuzione a Costa era suggerita da un inventario del 1833 della marchesa Matilde Della Valle, antica proprietaria dei dipinti. Lo stesso documento riferiva invece a un altro artista mantovano, Teodoro Ghisi (1536 ca.-1601), una seconda tela, quasi gemella, raffigurante Gesù e la Maddalena. Ghisi fu pittore di rilievo nazionale e internazionale: se Costa lavorò a Roma e a Mantova, Ghisi operò anche all’estero: a Seckau, per esempio, in Austria.
La terza opera giunta in dono a Palazzo Ducale e proveniente dalla stessa collezione, quella di Ippolito Cazzaniga Donesmondi e di sua moglie Lidia Gallico, raffigura invece l’Orazione nell’orto ed è del tutto sconosciuta agli studi. Le tre opere sono giunte in Palazzo Ducale anche grazie alla mediazione della Galleria Mossini.
«Queste tele sono un prezioso dono al Museo – dichiara il direttore di Palazzo Ducale di Mantova Stefano L’Occaso – e integrano le nostre conoscenze della pittura mantovana del secondo Cinquecento, un periodo che si è rivelato di grande interesse e qualità e che meriterebbe di essere consacrato con una mostra. Il Cristo davanti a Pilato è probabilmente anch’esso, come aveva già intuito Renato Berzaghi, di mano di Teodoro Ghisi; inoltre, la teletta sembra essere in qualche relazione con la pala d’altare di Ghisi, dello stesso soggetto, che trovai in Sant’Agostino a Como e che è probabilmente quella che l’artista mantovano dipinse per la Certosa di Pavia. Quanto al Cristo nell’orto degli ulivi, di dimensioni leggermente diverse dalle altre due opere, esso potrebbe spettare proprio a Lorenzo Costa il Giovane, ma è ancora presto per esprimersi. Spero, infine, che questo gesto possa essere d’esempio per altri collezionisti: donare a Palazzo Ducale può essere un atto civico, un modo per ricordare una persona cara, per partecipare alla crescita del Palazzo Ducale, la realtà culturale di Mantova che è patrimonio di tutti».
Le opere saranno presto esposte, in seguito a un intervento ora necessario e affidato alla restauratrice mantovana Emanuela Scaravelli, sotto la direzione del funzionario restauratore di Palazzo Ducale Sara Scatragli.

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