27 Febbraio 2015
Antonello, l’Annunciata, il Magnificat. Una sensazionale affermazione scientifica su la Madonna di Antonello da Messina “è una Annunciazione”
Il mistero dell’Annunciata che per tanti secoli ha animato tavoli di discussione tra critici , storici , studiosi ed esperti in arte sacra, si arricchisce di inediti dettagli e simbolismi che vanno oltre l’allegoria classica, tipica dei canoni quattrocenteschi.
Un team di creativi dell’Università di Palermo, coordinati da Mauro Lucco, autorevole storico dell’arte , già curatore di numerose mostre tra cui proprio quella su Antonello da Messina alle Scuderie del Quirinale, Giovanni Taormina, coordinatore tecnico scientifico dello studio e Renato Tomasino Presidente del LUM di Palermo – Laboratorio Universitario Multimediale, ha sintetizzato in un video i momenti più salienti e simbolici che si celano dietro il dipinto de l’Annunciata di Antonello da Messina , custodito a Palermo alla Galleria Museo Palazzo Abatellis.
Lo studio conferenza si fregia dell’Alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio.
Marco Maria Correnti, regista del video assistito e coadiuvato dal collega Gregorio Giovenco, e dal tecnico 3D Giuseppe Princiotta, gli autori del restauro digitale dell’Annunciazione di Siracusa.
Entrano in scena elementi inediti ricchi di simbolismi e, escono di scena invece, i tratti più identificativi, almeno fino ad oggi, che spiegano indiscutibilmente che di Annunciazione si tratta. “Si è detto – spiega Mauro Lucco – che l’Annunciata non è tale perché a differenza de l’Annunciazione di Palazzo Bellomo di Siracusa, qui manca l’angelo”.
L’angelo infatti, insieme ad altri elementi considerati imprescindibili fino ad oggi, figura di spicco, Co-protagonista insieme alla Vergine, “scompare” nel video e nello studio che ha condotto ad esso, per “apparire” in altra forma, ovvero l’osservatore finale.
La protagonista indiscussa del video è la Vergine ammantata di blu e su di essa l’occhio-telecamera deve casualmente indugiare oltre che sull’inginocchiatoio dove è posto in tutta evidenza il libro. Anch’esso interprete silenzioso e verbale al contempo.
Protagonista inedito, esplicativo nelle pagine “divinamente soffiate”, è l’incipit della risposta all’annuncio dell’angelo “assente”, il Magnificat.
Ecco che i canoni allegorici si ribaltano per lasciare il ruolo interpretativo all’osservatore che diventa esso stesso angelo annunciante; al libro e alle sue pagine che diventano messaggio – risposta all’annuncio e, al fruscio immaginato che soffia sul messaggio e diventa esso stesso annuncio divino.
Molto si è discusso sul famoso dipinto de L’Annunciata custodita a Palermo .
Ebbene, sembra che Antonello da Messina abbia voluto scardinare i canoni allegorico interpretativi tipici dell’epoca, per conferire allo spettatore/ osservatore, un ruolo non solo passivo bensì attivo e partecipe della scena stessa.
Così, come asseriscono Giovanni Taormina e Mauro Lucco, rispettivamente coordinatore scientifico dello studio, il primo e storico dell’arte, il secondo , Antonello sconvolge le regole prettamente allegoriche del quattrocento, ponendo colui che guarda nei panni dell’angelo annunciante e, al contempo omettendo la figura dello stesso nel dipinto di Palermo.
Ma l’artista si serve anche di altri elementi mai prima di oggi presi in considerazione né dalla critica né tanto meno dagli storici ; il libro sul leggio e soprattutto le sue pagine, evidenziano la lettera M iniziale di Magnificat, la risposta della Vergine all’annuncio divino.
Questo il sunto dell’attento, inedito e scrupoloso studio scientifico condotto da un team interdisciplinare diretto da Giovanni Taormina, coordinatore scientifico del rivoluzionario studio che sarà magistralmente esplicato dallo stesso Taormina insieme ad un gruppo di relatori di respiro internazionale.
Fonte dati:
Katia Manenti – Ufficio Stampa per Antonello, l’ Annunciata, il Magnificat? https://www.academia.edu/8664593/Il_Mistero_svelato
Come da MIBACT, Redattore Renzo De Simone
Annunciata di Palermo di Wikipedia, , da Pubblico dominio, caricata da Berthold Werner.