21 Marzo 2016

Archeomusicologia – alba di una nuova disciplina in Polonia

Il Palazzo Tyszkiewicz-Potocki, che ospita l'Istituto di Musicologia - luogo della conferenza "Musica nell'Archeologia". Foto di S. Zdziebłowski
Il Palazzo Tyszkiewicz-Potocki, che ospita l’Istituto di Musicologia – luogo della conferenza “Musica nell’Archeologia”. Foto di S. Zdziebłowski
“Musica nell’Archeologia” è il titolo del simposio scientifico che ha avuto luogo il 4-5 Marzo presso l’Istituto di Musicologia (IM) dell’Università di Varsavia (UW). “Questo è un giorno molto speciale per il nostro istituto, perché attraverso questa conferenza l’Istituto di Musicologia raggiunge la comunità internazionale di archeomusicologia” – così la prof.ssa Sławomira Żerańska-Kominek, a capo dell’Istituto di Musicologia dell’Università di Varsavia, mentre apriva la sessione.
La prof.ssa Żerańska-Kominek ha spiegato che la ricerca archeomusicologica non è una novità all’estero. L’idea di combinare queste due discipline nacque negli anni settanta. “L’archeologia della musica ha una metodologia distinta e forma oggi una comunità scientifica che cresce rapidamente” – ha aggiunto. Ad ogni modo, in Polonia finora non c’era cooperazione sistematica tra le comunità di archeologi e musicologi. Così, l’Istituto di Musicologia dell’Università di Varsavia ha dato inizio alla nuova disciplina – l’archeomusicologia – in Polonia.
Il prof. Wojciech Nowakowski, a capo dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Varsavia, ha affermato durante l’apertura della conferenza che archeologi e musicologi condividono la curiosità e il desiderio di determinare le specificità di particolari aree della vita dei nostri antenati, ampiamente compresi. Ad ogni modo, i gruppi hanno un approccio diverso ai resti e agli strumenti di ricerca applicata.
La conferenza si è tenuta all’interno del quadro delle attività portate avanti in connessione col progetto “strumenti musicali archeologici nei Musei polacchi”, finanziata dal Programma Nazionale per lo sviluppo degli Studi Umanistici. Il suo coordinatore è una musicologa, la prof.ssa Anna Gruszczyńska-Ziółkowska del Dipartimento di Musicologia Sistematica dell’Istituto di Musicologia dell’Università di Varsavia, che molte volte nella sua ricerca ha affrontato gli aspetti archeologici .
“Gli archeologi e i musicologi spesso lavorano sullo stesso materiale, ma spesso separatamente, senza consultarsi. Quindi, lo scopo di questo meeting e di questo progetto è il tentativo di mettere in collegamento le due comunità. Spero che la conferenza abbia un carattere costruttivo e che si riempia di discussioni interessanti” – così la prof.ssa Gruszczyńska-Ziółkowska.
Articoli scientifici sono stati presentati sia dai membri al lavoro nel progetto del Programma Nazionale per lo Sviluppo degli Studi Umanistici, sia dagli archeologi specializzati nei vari aspetti relativi alla danza e alla musica nell’archeologia, come per esempio, un’analisi delle raffigurazioni (con attenzione alla danza e alla musica) sulle superfici dei contenitori in ceramica. Gli archeologi hanno pure presentato gli strumenti musicali scoperti durante gli scavi in corso.
L’obiettivo del progetto del Programma Nazionale per lo Sviluppo degli Studi Umanistici, portato avanti presso l’Istituto di Musicologia dell’Università di Varsavia, è quello di trovare e analizzare gli strumenti musicali nelle collezioni dei musei e delle università polacche, e degli istituti PAS. Durante il meeting, studenti e dottorandi coinvolti nel progetto hanno presentato risultati preliminari. I giovani ricercatori non solo hanno verificato le scoperte degli archeologi circa la funzione dei presunti resti (se si trattasse di comuni strumenti, o forse strumenti musicali?), ma hanno pure effettuato diverse registrazioni e analisi acustiche. I partecipanti alla conferenza hanno sentito i suoni prodotti dai sonagli originali e da altri strumenti risalenti a migliaia di anni fa, e hanno udito il commento degli esperti sullo spettro del suono generato.
La prof.ssa Anna Gruszczyńska-Ziółkowska espone, sulla sinistra - la prof.ssa Sławomira Żerańska-Kominek - a capo dell'Istituto di Musicologia dell'Università di Varsavia. Foto di S. Zdziebłowski
La prof.ssa Anna Gruszczyńska-Ziółkowska espone, sulla sinistra – la prof.ssa Sławomira Żerańska-Kominek – a capo dell’Istituto di Musicologia dell’Università di Varsavia. Foto di S. Zdziebłowski

“Un’altra conferenza è programmata per l’anno prossimo. Terremo discussioni con la comunità di etnologi. Nel 2018, sintetizzeremo le nostre azioni passate e imposteremo le direzioni di ricerca per il futuro” – così la prof.ssa Gruszczyńska-Ziółkowska nell’intervista a PAP.
Un altro obiettivo del progetto è quello di formare giovani specialisti – la maggior parte delle persone coinvolte nel progetto sono studenti dell’Istituto di Musicologia dell’Università di Varsavia o di studi post lauream, ma il team leader è aperto a una cooperazione ampia e interdisciplinare, non solo con archeologi ed etnologi. Gli studi comprendono pure esperti di acustica dall’Università della Tecnologia di Varsavia e architetti dall’Università della Tecnologia di Wroclaw, che si specializzano nel modelling 3D.
“Gli strumenti musicali e quelli sonori non sono semplicemente oggetti che producono suoni. Le loro proprietà indicano il modo con cui le persone sentivano il mondo – una cosa alla quale oggi, nell’era dell’onnipresente rumore, pensiamo raramente. Oggi, noi +chiudiamo+ le nostre orecchie al muro dei suoni” – così la prof.ssa Gruszczyńska-Ziółkowska, indicando la direzione delle considerazioni associate alla ricerca.
La prof.ssa Żerańska–Kominek non è stata in grado di fornire una risposta definita alla domanda sulla possibilità che il progetto costituisca una base per fondare il primo dipartimento polacco di archeomusicologia. Ha affermato che se l’area ottenesse popolarità e un gruppo sufficientemente ampio di persone interessate alle forme del soggetto, non lo si escluderebbe per il futuro.
“Non c’è dubbio che questo sia un primo tentativo in Polonia di organizzare sistematicamente la ricerca congiunta di archeologi e musicologi” – ha aggiunto la prof.ssa Gruszczyńska-Ziółkowska.
Il dott. Krzysztof Tunia dell'Accademia Polacca delle Scienze tiene una conferenza. Foto di S. Zdziebłowski
Il dott. Krzysztof Tunia dell’Accademia Polacca delle Scienze tiene una conferenza. Foto di S. Zdziebłowski

Traduzione da PAP – Science & Scholarship in Poland, Szymon Zdziebłowski. PAP non è responsabile dell’accuratezza della traduzione.

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