CLAUDE MONET, RITORNO IN RIVIERA

Monet in mostra a Bordighera e Dolceacqua

30 aprile – 31 luglio 2019

Bordighera, Villa Regina Margherita
Dolceacqua, Castello Doria

Ho l’impressione che farò cose meravigliose”.

Dopo 135 anni dal soggiorno di Monet in Riviera, tornano a Bordighera e Dolceacqua tre dipinti del grande artista francese nel luogo dove furono realizzati. Nella rivisitazione di questa avventura artistica, Monet è protagonista insieme a un territorio straordinario, definito da lui stesso un “paese fiabesco”. Un percorso espositivo anche multimediale illustrerà l’esperienza dell’artista nel suo viaggio in Riviera nel 1884.

Claude Monet Ritorno in Riviera Bordighera Dolceacqua mostreSarà un evento straordinario la mostra dedicata a Claude Monet, in programma dal prossimo 30 aprile.

Dopo 135 anni dal suo soggiorno, tornano a Bordighera e Dolceacqua tre dipinti del grande artista francese nel luogo dove furono realizzati.

Il progetto “MONET, RITORNO IN RIVIERA” è reso possibile dalla collaborazione con il Musèe Marmottan Monet di Parigi attraverso il prezioso lavoro della sua direttrice, Mme Marianne Mathieu, e dalla disponibilità di S.A.S. Alberto II di Monaco.

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Credit: The Castle of Dolceacqua, 1884 (oil on canvas) by Claude Monet (1840-1926)
Musée Marmottan Monet, Paris, France/ The Bridgeman Art Library
Nationality / copyright status: French / out of copyright

Provengono dal Musée Marmottan Monet due dei tre dipinti in esposizione, “Le Château de Dolceacqua” e “Vallée de Sasso, effet de soleil”. Il terzo dipinto, “Monte Carlo vu de Roquebrune”, proviene dalla Collezione Privata di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco.

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Sasso Valley. Sun Effect, 1884 (oil on canvas)
Monet, Claude (1840-1926)
Musée Marmottan Monet, Paris, France

I tre dipinti, realizzati durante la permanenza dell’artista in Riviera, saranno esposti in due sedi: “Vallée de Sasso, effet de soleil” a Villa Regina Margherita a Bordighera che, per l’occasione, verrà riaperta al pubblico con un percorso dedicato di grande suggestione, mentre “Le Château de Dolceacqua” e “Monte Carlo vu de Roquebrune” saranno esposte presso il Castello Doria di Dolceacqua.

In entrambi i luoghi dell’esposizione, oggetto di un allestimento complementare, sarà proposto un percorso espositivo multimediale che illustrerà l’esperienza dell’artista nel suo viaggio e nel suo soggiorno in Riviera. Sarà possibile approfondire la genesi delle opere in mostra attraverso il patrimonio epistolare di prima mano costituito dalle sue lettere ai famigliari, in particolare alla sua compagna Alice, e ai suoi corrispondenti abituali, come il mercante d’arte Paul Durand-Ruel. Allo stesso tempo verranno presentate la vita e l’immagine dei due siti di Bordighera e di Dolceacqua, attraverso i dipinti della Collezione Civica di Bordighera e le preziose immagini fotografiche del tempo.

Curatore della mostra è Aldo Jean Herlaut, il percorso espositivo è allestito a cura dell’Istituzione Mu.MA – Musei del Mare e delle Migrazioni di Genova, mentre la gestione e la promozione sono affidate alla Cooperativa Sistema Museo e a Omnia Società Cooperativa.

La mostra è promossa dai Comuni di Bordighera e di Dolceacqua con il sostegno della Regione Liguria, della Provincia di Imperia, della Compagnia di San Paolo e di Permare s.r.l., con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia. Sarà visitabile al pubblico fino al 31 luglio, con un unico biglietto per entrambe le sedi.

IL PROGETTO SCIENTIFICO

Il progetto di mostra prende avvio da due lettere significative scritte dallo stesso Monet, prima e dopo il suo viaggio in Riviera nel 1884.

Parigi 17 gennaio 1884

Mio caro signor Durand,

(…) Parto pieno di ardore, ho l’impressione che farò cose meravigliose. Con tutta la mia devozione”

Bordighera, 25 marzo 1884

(…) Non so se ciò che ho fatto è buono, non so più nulla, ho lavorato tanto, fatto tanti sforzi, che ne sono abbrutito. Se ne avessi la possibilità, vorrei cancellare tutto e ricominciare, perché bisogna vivere per un certo tempo in un paese per dipingerlo, bisogna averci lavorato con pena per arrivare a renderlo in modo sicuro; ma potremo mai essere soddisfatti di fronte alla Natura e soprattutto qui… Circondato da questa luce abbagliante, trovo la mia tavolozza ben modesta; l’Arte vorrebbe tonnellate d’oro e di diamanti. Infine, ho fatto ciò che ho potuto.

Forse, una volta rientrato a casa, mi ricorderà un po’ ciò che ho visto”.

Due lettere, una alla partenza, piena di speranze e di entusiasmo, una al momento del ritorno, piena dei dubbi e dell’insoddisfazione dell’artista. Monet guarda al lavoro svolto e sente di non essere stato all’altezza della natura che ha trovato nella Riviera dei Fiori, da Bordighera a Dolceacqua, passando per le vallate e i sentieri, inseguendo la “luce” del Mediterraneo.

Villa Regina Margherita a Bordighera. Foto Claudio Gavioli

Oggi noi sappiamo, invece, che il periodo passato a Bordighera, dalla metà di gennaio all’inizio aprile del 1884, oltre a essere molto fecondo – produsse in tutto una quarantina di opere – gli permise di recuperare un entusiasmo che i dispiaceri vissuti negli anni precedenti sembravano avere cancellato e si può parlare, propriamente, di una “fase Bordighera” nel suo lungo itinerario artistico.

È per questo motivo che, 135 anni dopo quel viaggio e quel soggiorno, tornano a Bordighera e Dolceacqua tre dei dipinti di quella produzione, a testimonianza del percorso artistico del padre degli impressionisti (il cui nome deriva proprio da una tela, Impressione, levar del sole presentata alla prima mostra del movimento a Parigi, nel 1874), e contemporaneamente a ricordare il ruolo che a partire dall’ultimo scorcio dell’Ottocento assunse la Riviera dei Fiori, Bordighera e il suo territorio.

Un “paese fiabesco”, così lo descrive in una delle sue numerose lettere Monet. E in questo paese, Monet non si dà pace: “Io faccio un mestiere da cani e non risparmio i miei passi; salgo, poi ridiscendo e risalgo ancora. Tra uno studio e l’altro, come riposo, esploro ogni sentiero, sempre curioso di vedere cose nuove, così quando arriva sera, ne ho abbastanza”.

Per Monet, i suoi dipinti sono “studi”, realizzati en plein air, secondo la tecnica messa a punto negli anni precedenti. E di solito il pittore non realizza una sola opera, ma ne inizia diverse contemporaneamente, portandole avanti insieme, un poco per volta, giocando sulla luce.

Dolceacqua, Castello Doria

Da Bordighera, Monet, in una ventosa giornata di febbraio, sale a Dolceacqua, già oggetto di una gita la domenica precedente. L’artista è colpito dal fatto che “non si sentiva il vento grazie al riparo delle montagne”, e qui lavora a due opere contemporaneamente. “Il ponte è adorabile ed ero tranquillo e al caldo come in agosto, andrò dunque là finché durerà il vento, in modo da non perdere tempo e non tormentarmi”. Nella stessa sera, Monet riceverà la visita di due pittori inglesi che risiedevano nella stessa Pension Anglaise. Claude è molto circospetto: “desideravano vedere ciò che ho fatto oggi in una seduta, tanto più che avevano visto il posto con me domenica. Non riescono a capacitarsi del fatto che sia riuscito a fare quei due motivi in un pomeriggio”.

Anche attraverso il pennello e la sensibilità tutta particolare di Claude Monet, Dolceacqua e Bordighera entrano in un immaginario di luoghi del “meraviglioso”, come Etretat, Giverny, Mentone…

Il viaggio di Monet è parte di un processo più grande, quello della scoperta, o forse meglio dell’invenzione della Riviera dei Fiori. La scoperta di un territorio povero e marginale per secoli e che, improvvisamente, a seguito dell’apertura della ferrovia Genova-Ventimiglia, avvenuta nel 1871, e Marsiglia-Ventimiglia, nel 1872, viene riconosciuto dalle élite europee come un’Arcadia nella quale, in particolare, svernare: e non è un caso che il viaggio di Monet si svolga proprio nel periodo prediletto per le vacanze in Riviera, tra gennaio ed aprile, quando nel resto del continente il freddo, la neve, la pioggia e la nebbia rendono l’inverno sgradevole e ostile.

Bordighera e il suo territorio, in quei mesi, si popola di un turismo variopinto e cosmopolita: sono tedeschi e inglesi soprattutto, perché scriverà lo stesso Monet, “i francesi non passano mai la frontiera”: tranne qualche eccezione, come l’architetto Garnier, il progettista dell’Opéra di Parigi, esponente di una cultura ufficiale da cui Monet si sente molto più che distante, anzi, opposto e che proprio a Bordighera ha una villa. Anche l’aristocrazia italiana è presente e ai massimi livelli: proprio nella cittadina arriva, a partire dal 1879, la Regina Margherita, sconvolta per l’attentato contro Umberto avvenuto a Napoli l’anno precedente. Da allora, quasi tutti gli anni, Margherita passava i mesi dalla primavera all’autunno a Bordighera. Prima come ospite in Villa Bishoffsheim, poi come proprietaria, trasformandola in Villa Etelinda, progettata proprio da Charles Garnier.

Claude Monet, insomma, incrocia un territorio particolare, che è insieme Arcadia, per la sua natura straordinaria, ma nello stesso tempo percorso e abitato dai personaggi della cultura europea del tempo, come Clarence Bicknell, Rafael Bischoffsheim, Frederic Von Kleudgen. E rappresenta anche una meta desiderata: la Regina Vittoria, proveniente da Mentone, visitò Bordighera nel 1882, arrivando sino a Capo Sant’Ampelio e decise di passarvi una vacanza negli anni successivi. Tutto fu organizzato per l’inverno del 1901, ma la guerra anglo-boera costrinse la sovrana a rinunciare al suo soggiorno.

È in questo sorprendente contesto che nasce la mostra “MONET, RITORNO IN RIVIERA”, nella rivisitazione di un’avventura artistica dove Claude Monet è protagonista insieme a un territorio straordinario che in quel tempo trova la sua vocazione, passando dalla periferia di una regione povera, la Liguria dell’Ottocento, a un luogo ambito del turismo e della cultura internazionale.

SCHEDA TECNICA

MONET, RITORNO IN RIVIERA

30 APRILE – 31 LUGLIO 2019

Inaugurazione: 29 aprile 2019, ore 15.30 (Bordighera); ore 18.45 (Dolceacqua)

Sedi di mostra:

Villa Regina Margherita, BORDIGHERA – Via Romana, 34

Castello Doria, DOLCEACQUA – Via Castello

Orari di apertura:

Dal 30 aprile al 14 giugno tutti i giorni dalle 10.30 alle 18; dal 15 giugno al 31 luglio tutti i giorni dalle 10.30 alle 19.30. La biglietteria chiude 30 minuti prima dell’orario di chiusura.

Biglietteria:

Il biglietto consente la visita ad entrambe le sedi

BIGLIETTO INTERO € 9

BIGLIETTO RIDOTTO € 7 Gruppi di oltre 15 unità, convenzionati

GRATUITO Ragazzi fino a 14 anni, giornalisti accreditati, guide turistiche nell’esercizio della loro attività

MONET CARD € 9 Riservata ai residenti dei comuni di Bordighera e Dolceacqua, consente il libero ingresso in entrambe le sedi di mostra per tutta la durata dell’evento. Sconto 10% sul catalogo

Visite guidate:

1 SEDE € 80 + biglietto di ingresso

2 SEDI € 150 + biglietto di ingresso

VISITE GUIDATE GRUPPI SCOLASTICI € 5 a partecipante per ciascuna sede

Tariffe personalizzate per aperture straordinarie e itinerari nel territorio

Acquisto visite guidate e servizi aggiuntivi > https://italytolive.it/monet

INFO E PRENOTAZIONI

monet@sistemamuseo.it

www.monetinriviera.it

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PERCORSO DI VISITA DELLA MOSTRA

Le due sedi della mostra “MONET, RITORNO IN RIVIERA” sono Villa Regina Margherita a Bordighera e il Castello Doria di Dolceacqua.

L’elegante Villa Regina Margherita riaprirà al pubblico in occasione della mostra con un suggestivo allestimento. Residenza privata della regina Margherita di Savoia, la Villa nacque da un progetto dell’architetto Luigi Broggi, uno dei più promettenti architetti della scuola del Boito, all’interno di un parco secolare. Fu costruita per volere della Regina madre nel 1914, all’interno del vasto parco della proprietà legata a Villa Etelinda.

Fu realizzata in pure stile neoclassico e venne inaugurata nel febbraio 1916, diventando la residenza ufficiale dei soggiorni della Regina a Bordighera durante la stagione fredda.

Il tema predominante della mostra di Monet a Villa Regina Margherita è Bordighera: la sua luce, i suoi colori e il suo paesaggio. L’esposizione testimonia una straordinaria pagina di storia della città. Rappresenta un’epoca in cui Bordighera aveva raggiunto il meglio di se stessa, il massimo splendore, il momento in cui divenne “il giardino d’Europa”.

A Villa Regina Margherita sarà esposto il dipinto di Monet “Vallée de Sasso, effet de soleil”, in prestito dal Musée Marmottan Monet.

Accanto a questa affascinante tela, il percorso di visita espone i dipinti della Collezione Civica di Bordighera, realizzati da fine Ottocento ai primi decenni del Novecento. L’intenzione è quella di rendere fruibili al visitatore opere di proprietà comunale che sono patrimonio della collettività, ma abitualmente conservate in luoghi poco accessibili al pubblico e tele prestate da alcuni collezionisti privati. Il corpus ha un grande valore artistico di testimonianza storico-estetica in quanto presenta le vedute del tempo, dipinte da grandi maestri, in parte salvaguardate ancora oggi. Tra questi si segnalano Pompeo Mariani, Ferdinando Piana, Hermann Nestel, Friedrich von Klugden, Karl Lorenz Rettich. Troviamo angoli che sono rimasti quasi intatti, come la valle del Sasso con il sentiero del Beodo, che tanto incantò Claude Monet e Charles Garnier.

La seconda sede di mostra è nel suggestivo borgo medievale di Dolceacqua. L’incantevole Castello Doria, fortificazione del XV secolo, domina dall’alto con una vista mozzafiato sull’abitato e sul “Ponte Vecchio”. Il Castello è stato recentemente riqualificato, consentendo al visitatore di immergersi all’interno di una struttura dal sapore antico, con una storia bellissima. Ha colpito nei secoli numerosi acquarellisti, pittori e fotografi, con una bellezza che non è sfuggita a Claude Monet.

Al Castello Doria di Dolceacqua saranno esposti i dipinti di Monet “Le Château de Dolceacqua”, in prestito dal Musée Marmottan Monet, e “Monte Carlo vu de Roquebrune” proviene dalla Collezione Privata di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco.

All’interno del percorso di visita la vita e l’immagine dei due siti di Bordighera e di Dolceacqua verranno presentate attraverso e le preziose immagini fotografiche del tempo.

La sezione della fotografia storica, voluta dal curatore Aldo Herlaut, ha lo scopo di offrire ai visitatori, siano essi locali o siano ospiti, una visione del territorio dell’estremo ponente ligure come si presentava allo sguardo dell’artista durante il suo soggiorno a Bordighera nel 1884.

Sia nella sede di Villa della Regina a Bordighera, sia all’interno del Castello di Dolceacqua, verranno allestite due “camere oscure” dove saranno proiettate una serie suggestiva di fotografie realizzate dai grandi fotografi del tempo tra i quali Alfred Noack, Jean Giletta, Eugène Degand, Giacomo Brogi ma anche di altri professionisti locali, meno conosciuti, ma altrettanto valenti come Jean-Baptiste Anfossi di Mentone, i sanremesi Giovanni Scotto e Pietro Guidi e il bordigotto Ezio Benigni.

L’intento dei curatori scientifici della sezione fotografica è quello di riuscire a ricreare atmosfere e suggestioni e riportare il visitatore nella Bordighera e nella Dolceacqua del 1884 con l’unica macchina del tempo tuttora esistente che è la fotografia.

I visitatori potranno ammirare anche alcuni abiti dell’epoca provenienti dal Museo privato DAPHNÉ della Moda e del Profumo di Sanremo. Mai, come nell’Ottocento, la moda si è rivelata una fonte di ispirazione molto ricca per gli artisti. È indubbio che gli abiti di quel periodo siano stati importanti per pittori come Monet, Manet, Renoir e gli altri impressionisti. La Riviera diventa la meta turistica prediletta dall’aristocrazia europea. Le nuove passeggiate, i giardini, le ville e i lussuosi grandi alberghi divengono luoghi di confronto e sfoggio delle “mise” alla moda delle nobildonne di tutt’Europa, che sfoggiano con orgoglio gli abiti alla moda quale simbolo di appartenenza ad una classe sociale.

In entrambi i luoghi dell’esposizione, infine, sarà proposto un percorso espositivo multimediale che illustrerà l’esperienza dell’artista nel suo viaggio e nel suo soggiorno in Riviera.

Sarà possibile approfondire la genesi delle opere in mostra attraverso il patrimonio epistolare di prima mano costituito dalle sue lettere ai famigliari, in particolare alla sua compagna Alice, e ai suoi corrispondenti abituali, come il mercante d’arte Paul Durand-Ruel.

Testi e immagini da Ufficio Stampa Sistema Museo

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