Concluso il restauro delle fontane del Giardino orientale del MANN – Un nuovo passo verso un museo sempre più accogliente e sostenibile

9 giugno 2025. Con la conclusione dell’intervento di restauro delle fontane storiche del Giardino orientale, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli restituisce alla città un altro dei suoi spazi evocativi, dove collezioni e architetture verdi si intrecciano in un dialogo armonico. Un intervento reso possibile grazie a un’erogazione liberale di Acqua Campania S.p.A. (Nepta – Gruppo Italgas), attraverso lo strumento dell’Art Bonus.

Nel cuore verde del Museo, dove l’esperienza della visita si proietta all’esterno e invita alla pausa e alla riflessione, le tre fontane sono tornate a funzionare. Non si tratta soltanto di un intervento tecnico, ma di un progetto che riflette una visione rinnovata del museo come luogo di benessere, accoglienza e relazione.

Concluso il restauro delle fontane del Giardino orientale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli – MANN. Gallery

Anche i giardini fanno pienamente parte della nostra idea di museo”, commenta il Direttore generale Musei, Massimo Osanna.”Sono spazi di incontro e di sosta, capaci di offrire un tempo diverso, più intimo, in dialogo con la bellezza. Questo restauro restituisce non solo la funzionalità delle fontane, ma anche il senso profondo di un luogo pensato per essere vissuto. Ringrazio Acqua Campania, l’Advisory Board e tutti i professionisti del Museo che hanno reso possibile questo intervento“.

La donazione di Acqua Campania è frutto del lavoro dell’Advisory Board, che presiedo da anni con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio del Museo. Ringrazio l’allora direttore Paolo Giulierini, che ha dato avvio al progetto, e l’attuale direttore Massimo Osanna, con cui i lavori sono stati conclusi. Promuovere la cultura del verde e della sostenibilità è uno degli obiettivi che anche le istituzioni museali devono proporsi”, commenta la Presidente dell’Advisory Board del MANN, Mirella Barracco.

Siamo orgogliosi di aver contribuito alla valorizzazione di un luogo simbolico come il Giardino orientale del MANN“, dichiara Marco Lombardi, amministratore delegato di Acqua Campania. “Come società del territorio, Acqua Campania è fortemente impegnata nella creazione di valore per le comunità, non solo attraverso la gestione efficiente della risorsa idrica, ma anche mediante iniziative che permettano di coniugare responsabilità sociale e tutela del patrimonio storico-culturale. In questo senso, restituire funzionalità alle fontane storiche significa non solo preservarne la memoria, ma anche restituire bellezza e quindi benessere alle comunità”.

Le operazioni di pulitura hanno rimosso i rifacimenti cementizi, le patine biologiche e le croste calcaree che alteravano la leggibilità delle superfici, restituendo coerenza alle strutture. In particolare, una delle tre fontane – frutto della commistione tra elementi di epoca romana e integrazioni moderne – ha restituito una scoperta significativa, che sarà oggetto di futuri approfondimenti: sulla piccola colonna centrale del bacino superiore, realizzata in marmo bianco di Paros, è emerso un fiore scolpito con foglie aggettanti e decorazioni naturalistiche a rilievo di estrema finezza.

Grande attenzione è stata riservata anche alla sostenibilità ambientale. Tutti gli interventi sono stati eseguiti con materiali a basso impatto e prodotti atossici: per il trattamento biocida, ad esempio, si è scelto di non ricorrere a soluzioni chimiche convenzionali –efficaci ma potenzialmente dannose – optando invece per un’essenza naturale derivata dalla pianta di origano, pienamente compatibile con la flora del giardino.

Il restauro, progettato dal Laboratorio di Restauro del MANN (responsabile Mariateresa Operetto, con Manuela Valentini), insieme all’architetto e paesaggista Silvia Neri e al RUP arch. Amanda Piezzo, è stato eseguito da Pantone Restauri s.r.l., e rappresenta, grazie al sostegno di Acqua Campania, un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato.

Un giardino che torna a vivere, dunque, nel segno della cura e dell’accessibilità. Un passo ulteriore verso un museo sempre più aperto, sostenibile e partecipato.

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