L’ETICA EUDEMIA DI ARISTOTELE: STRUTTURA E CONTENUTO

Sotto il nome di Aristotele ci sono giunte diverse opere i cui contenuti spaziano dalla politica alla logica, passando attraverso le più importanti dissertazioni filosofiche che, ancor oggi, pongono il filosofo greco tra coloro che son degni di menzione e di studio.

Le mura dell'antica Stagira
Le mura dell’antica Stagira. Foto © di Christaras A

Lo Stagirita (appellativo che rimanda al luogo che ha dato i natali ad Aristotele, ovvero Stagira, antica città situata nella penisola Calcidica nella regione greca della Macedonia) è, probabilmente, uno dei filosofi più prolifici dell’antichità; inizialmente legato alle teorie platoniche, approfondì e confutò, poi, le stesse durante le sue lezioni che avevano luogo nel Liceo, la scuola che Aristotele fondò e che è rimasta, nei secoli, il punto di riferimento per le filosofie successive.

La scuola di Aristotele a Mieza
La scuola di Aristotele a Mieza, Macedonia. Foto di Jean Housen, CC BY-SA 4.0

Tra le tante opere di Aristotele, si sottopone all’attenzione del lettore l’Etica Eudemia, uno dei quattro scritti a carattere morale del filosofo greco e che, qui, sarà esaminato limitatamente alla struttura e al contenuto dei diversi libri che costituiscono l’opuscolo aristotelico.

Oltre alla succitata Etica, tra le opere morali aristoteliche è presente l’Etica Nicomachea (dieci libri), lo scritto che ha, in un certo senso, consacrato la filosofia morale dello Stagirita e sebbene agli studiosi e appassionati lettori delle opere del filosofo non sia mancata la lettura o, almeno, la notazione della stessa, risulta, altresì, importante trattare l’Etica Eudemia, opera che è vissuta, e vive probabilmente, nell’ombra e che è stata attribuita ad Aristotele soltanto a distanza di diversi secoli.
Il contributo maggiore sull’attribuzione dell’
Etica Eudemia al corpus delle opere aristoteliche lo si deve a Werner Jaeger (1888 – 1961), uno dei più importanti filologi classici tedeschi del XX secolo, che nel 1923 nel suo studio dal titolo ‘Aristoteles. Grundlegung einer Geschichte seiner Entwicklung’, la cui traduzione italiana è stata curata (1935) dal filosofo Guido Calogero (1904 – 1986) ‘Aristotele. Prime linee di una storia della sua evoluzione spirituale’, ha ascritto definitivamente alle opere dello Stagirita l’Etica Eudemia.

Aristotele Lisippo Palazzo Altemps
Aristotele, copia romana del busto di Lisippo (mantello di età moderna), conservata a Palazzo Altemps, Roma. Foto © Marie-Lan Nguyen / Wikimedia Commons, in pubblico dominio

Dal punto di vista stilistico, l’Etica Eudemia si presenta come un’opera concisa e stringata; le argomentazioni proposte da Aristotele tendono a non dilungarsi molto e sembrano quasi ridotte ad esporre i pensieri più importanti; Pierluigi Donini (1940 – 2020), professore di Storia della filosofia antica presso l’Università degli studi di Milano, nell’Introduzione al volume da lui stesso curato dell’Etica Eudemia afferma, nel trattare brevemente lo stile dell’opera, che essa:

predilige la brevità e la concisione, tanto da risultare molto spesso oscura e […] adotta un’argomentazione serrata e fin troppo essenziale nell’articolazione del ragionamento”.

Il perno della trattazione filosofica dell’Etica è costituito dal concetto della ‘felicità’, sostantivo che traduce il corrispettivo greco εὐδαιμονία (eudaimonia), termine di difficile e controversa traduzione. Le diverse trattazioni aristoteliche presenti nell’opuscolo si legano, in un certo senso, alla ricerca di questa ‘felicità’, che cos’è e perché costituisce il ‘fine’ di ogni essere umano. La ‘felicità’ rappresenta, in Aristotele, il sommo dei beni cui l’uomo può accostare la sua opera ed indirizzare le sue azioni.

Platone Aristotele PoliticaRaffaello Sanzio, La Scuola di Atene; al centro Platone e Aristotele. Affresco (1509-1511 circa), Musei Vaticani. Foto di Rafael in pubblico dominio

Dal punto di vista strutturale, l’opera è suddivisa in otto libri (qui saranno esaminati soltanto i libri IIIIIIVIIVIII con l’esclusione dei libri IVVVI dal momento che quest’ultimi sono stati assegnati – non si sa se quest’assegnazione sia fedele o meno, ma non ci si dilungherà sulla questione – all’Etica Nicomachea):

  • LIBRO I: i primi sei capitoli del libro costituiscono il proemio dell’opera e lo si deduce dalle stesse parole di Aristotele che, all’inizio del capitolo settimo, afferma: πεπροοιμιασμένων δὲ καὶ τούτων «Detto questo a guisa di proemio»; subito dopo il filosofo passa alla trattazione della tematica della ‘felicità’, focalizzando l’attenzione, soprattutto, su cosa essa sia. Correlatamente alla trattazione principale, Aristotele non manca di esaminare il τέλος (télos), ovvero il ‘fine’ ed il πρακτόν (praktón), termine che rende l’idea di ‘pratica, mettere in azione’, quindi è correlato al concetto di ‘ciò che costituisce l’azione dell’uomo’.

  • LIBRO II: il contenuto di questo libro verte principalmente sul concetto della ‘virtù’, che traduce il sostantivo greco ἀρετή (areté). Aristotele focalizza l’attenzione su cosa essa sia e se abbia dei legami con la ‘felicità’, quindi se in un certo senso le azioni dell’uomo, finalizzate all’ottimo bene, ovvero la stessa ‘felicità’, possano contemporaneamente costituire la ‘virtù’ stessa. Il filosofo greco giunge a distinguere due tipologie di ‘virtù’: quella dianoetica e quella etica. Le ‘virtù’ cosiddette ‘dianoetiche’ sono legate al νοῦς (nous), ovvero all’utilizzo della ragione e sono l’espressione più alta delle stesse; queste si sostanziano, soprattutto, in sapienza e saggezza; le ‘virtù’ cosiddette ‘etiche’, hanno a che fare con l’ἔθος (éthos), ovvero con il ‘costume, carattere’ dell’essere umano e sono rappresentate dal coraggio e dalla giustizia.
    Inoltre, nel libro Aristotele fissa uno dei concetti cardine della sua filosofia, il μέσον (méson), la ‘medietà, la via di mezzo’ che rappresenta, probabilmente, la ‘virtù’ più elevata dal momento che si pone al centro dei due estremi (eccesso e difetto). Questo concetto è stato ampiamente utilizzato nel pensiero filosofico antico e non solo, basti pensare alla famosa sentenza oraziana dell’est modus in rebus «c’è misura nelle cose» presente nelle Satire del poeta romano d’età augustea.

  • LIBRO III: dopo aver presentato il concetto della ‘medietà’, in questo libro Aristotele prende in considerazione una serie di ‘medietà’ analizzandone, altresì, le degenerazioni in eccessi e difetti.

  • LIBRO VII: in questo libro Aristotele passa ad esaminare un altro concetto fondamentale nell’antichità – ripreso più e più volte e affrontato da diversi filosofi e scrittori che ne hanno elaborato una propria e determinata concezione -, ovvero la φιλία (filía) ‘amicizia’. Il filosofo non manca neanche in questo caso di esaminare cosa essa sia e quale legame possa avere con la ‘felicità’ e la ‘virtù’ e, inoltre, riconosce tre diverse tipologie di amicizia:

  1. L’amicizia secondo virtù, che è quella più duratura; rappresenta l’autentica affermazione del legame tra due persone che è destinato a non avere fine perché è la stessa ‘virtù’ a tenerlo in vita, motivo per cui essa, come afferma lo stesso Aristotele:
    «[…]
    non si stringe tra molti perché è difficile far la prova di molti».

  2. L’amicizia secondo utilità, che è finalizzata alla ricezione di un bene o un contraccambio e che può essere sintetizzata con il celebre motto latino del do ut des; essa rappresenta, secondo Aristotele, quella più comune, infatti il filosofo afferma:
    «Di queste forme [riferendosi alla tripartizione dell’amicia], quella fondata sull’utile – χρήσιμον (chrésimon) – è l’amicizia dei più».
  1. L’amicizia secondo piacere, tipica dell’età giovanile, finalizzata al mero ritrovo e ‘passatempo’, solitamente è destinata a mutare ad ogni cambiamento dello stesso ‘piacere’ che l’ha costituita.

  • LIBRO VIII: l’ultimo libro dell’Etica Eudemia tratta, in tre capitoli, della ‘saggezza’, ‘fortuna’ e della καλοκαγαθία (kalokagathίa), ovvero ‘bello e buono’ che rappresenta uno dei concetti più importanti del pensiero greco antico, fondato sull’ideale che si sostanziava nella perfezione fisica e morale dell’uomo.

Etica Eudemia di Aristotele Editori Laterza
La copertina dell”Etica Eudemia di Aristotele, nell’edizione della collana Economica Laterza (182) degli Editori Laterza (1999), nell’edizione con traduzione, introduzione e note di Pierluigi Donini

(Le traduzioni dei passi aristotelici sono a cura di Pierluigi Donini, Etica Eudemia, Editori Laterza 1999)

Etica Eudemia Aristotele Mieza
Si vedano le immagini precedenti per i crediti delle foto di Aristotele e di Mieza, per la composizione da Canva, licenza d’uso

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