In data 26 maggio 2021 è approdata una nuova pellicola sulla piattaforma Netflix: parliamo dell’ultimo film della regista italiana Letizia Lamartire dal titolo Il Divin Codino. Il film è un biopic dedicato alla vita e alla carriera sportiva del calciatore italiano Roberto Baggio, il cui soprannome è, per l’appunto, il divin codino.
Ci troviamo davanti ad un biopic abbastanza inusuale per diversi aspetti che lo caratterizzano.

Roberto Baggio: il mito

Il nome di Roberto Baggio non è estraneo a nessuno. Tuttavia, questo nome risulta essere di grande importanza per quella generazione che assistito ad ogni partita e azioni compiuta dal giocatore veneto da metà degli anni ’80. Per i cosiddetti millenials non appassionati di sport, il nome di Baggio potrebbe dire poco e niente. Per questo bisogna analizzare i due punti di vista di queste generazioni che si approcciano ad un prodotto inusuale.

Da un lato ci troviamo con lo sguardo di chi ha seguito da sempre il Baggio calciatore e si aspettava di rivedere il giocatore, per l’appunto. Dall’altro lato abbiamo lo sguardo dei più giovani che si aspettano l’incontro con un calciatore, ma senza una precisa idea di che tipo di giocatore. Ecco, entrambe le aspettative vengono totalmente distrutte da questo biopic di Letizia Lamartire. Perché questo? Perché il prodotto è molto più concentrato sul Baggio uomo che sul Baggio calciatore. Un uomo, Roberto Baggio, che nella sua vita privata non ha nulla di “mitico”.

Il Divin Codino: l’uomo dietro al campione

Abbiamo appena 92 minuti di tempo per incontrare Roberto Baggio e lo incontriamo solo in momenti precisi della sua vita: gli esordi nel Vicenza e nella Fiorentina, i mondiali del 1994 e l’inizio del 2000 con l’ultimo tentativo di accedere al campionato mondiale. Tre atti che, come dicevamo poc’anzi, non ci mostrano il calciatore bensì lo raccontano. Ci scontriamo con parole dette negli spogliatoi dagli allenatori, parole dette dalla famiglia di Baggio e parole delle dagli speaker o dai giornalisti sportivi.

I momenti di gioco veri e propri sono sporadici perché, di base, alla Lamartire non pare interessare il tocco di calciatore ma il tormento di un uomo. “Sbagliando quel rigore hai mostrato al mondo di essere umano” dice il padre ad un Baggio sconsolato e alla fine della propria carriera.  Questa frase racchiude tutto il film che vuole mostrare questo: semplicemente un uomo. Di Baggio vediamo varie sfaccettature: la conversione al buddismo, l’incertezza, l’arroganza del campione che battibecca con gli allenatori e la tristezza di un figlio che cerca incessantemente le attenzioni del proprio padre.

I nuovi biopic

Il genere biopic è in grande aumento negli ultimi anni. Ogni stagione cinematografica ci propone differenti film incentrati sulla vita di grandi del passato, poco importa se sono vivi o morti. In un certo senso, viviamo in un periodo storico che ci invita a riflettere sull’immensità di una vita rispetto ad una scrittura di fiction. Tuttavia, un lato alquanto dissonante di questo genere, risiede nella sua necessità di “mitizzare” la vita stessa che si vuol raccontare, inserendo episodi non veri o utilizzando l’iperbole per determinate situazioni. A questo punto non abbiamo più un biopic veritiero, ma un incrocio tra realtà e finzione.

Parallelamente a questo tipo di biopic ne abbiamo un secondo che pare voler prendere la direzione opposta. Un esempio è il film dedicato alla figura del pittore Egon Schiele uscito nel 2017 solo in cinema selezionati. Schiele non è mitizzato, non è un pittore maledetto, ma sono un uomo con estro artistico che decide di vivere una vita borghese lasciando la modella Wally per la borghese Edith. Nessun orpello, nessuna frase brillante o scenate oniriche e ipnotiche. Noi ci scontriamo con Egon e, infatti, nel 2017 molti sbuffarono perché volevano, anzi, pretendevano di vedere sul grande schermo un tipo di “perversione” che appartiene ai quadri del pittore austriaco.

Lo stesso sta accadendo con Il Divin Codino. Il biopic su Baggio parla di un uomo senza vizi, senza tormenti esistenziali/sartriani, dedito alla famiglia e alla natura. Proprio per questo in molti si sono lamentati di una certa piattezza della pellicola, una piattezza che appartiene ad un certo tipo di vita tranquilla che Baggio stesso ha sempre preferito condurre.

Il Divin Codino Roberto Baggio Letizia Lomartire
La locandina de Il Divin Codino, film biografico su Roberto Baggio (interpretato da Andrea Arcangeli) regia di Letizia Lamartire, con casa di produzione Fabula Pictures, dal 26 maggio su Netflix

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