Jack Frusciante è uscito Due volte dal gruppo: il sequel di Enrico Brizzi

la copertina di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, di Enrico Brizzi, e il seguito, Due, edito da HarperCollins. Foto di Adele Porzia

La prima volta che ho letto Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi frequentavo il liceo. Un periodo caotico, certo, ma che una tale lettura ha saputo rendere migliore. Dico prima perché poi mi è capitato di rileggerlo un altro paio di volte.

Vi erano dei momenti in cui, senza una ragione particolare, aprivo quel libro e ne leggevo una pagina. Lo trovo scritto benissimo, con un personaggio accattivante come Alex, così libero intellettualmente e con un linguaggio che si rifaceva all’omonimo protagonista di Arancia Meccanica.

Eppure, con momenti di pura poesia, come in uno dei miei passaggi preferiti del libro:

«In quelle sere di primavera, seduti al tavolo della cucina, coi libri sparsi un po’ in giro, la musica a basso volume e la candela accesa, Alex cominciava a capire cosa fosse la felicità; e, forse, aveva visto correre rapido e silenzioso come un’ombra, appena fuori dalla finestra, anche quell’altro semidio dardeggiante» (Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Baldini Castoldi Dalai, Milano 1994, p.91).

Era un libro che mi è capitato di portare con me in viaggio e a cui ho spesso ripensato in questi anni. Una di quelle letture che, per ragioni non sempre chiare, ti formano e guidano il tuo pensiero, nonché le tue scelte future.

Questo libro, che Enrico Brizzi ha scritto nel ‘94, non parlava solo di solitudine, noia e di musica, ma anche di amicizia, di amore e, soprattutto, parlava della fine. Fine delle relazioni, della scuola, delle passioni, ma anche della vita delle persone più care.

la copertina di Due, romanzo di Enrico Brizzi, edito da HarperCollins (2024). Foto di Adele Porzia

È davvero un romanzo di formazione, perché non solo mostra la crescita del suo protagonista, ma aiuta anche i lettori a formarsi, a crescere. E trovo che lo stesso venga fatto con Due, il sequel giunto trent’anni dopo. È un libro che, usando lo stesso linguaggio del primo capitolo, riprende il filo di quello che è accaduto ad Alex e alla sua benamata Aidi.

Aidi, o meglio Adelaide, si trova in America a studiare, e Alex deve accettare la sua assenza, il fatto che le relazioni, alle volte, non finiscono per mancanza di amore, ma solo perché i tempi sono sbagliati.

A volte si è troppo piccoli o troppo grandi, troppo sensibili o ancora poco maturi per un grande amore. E il viaggio che Alex intraprende, proprio per dimenticare Aidi, è la prova che si può fuggire da tutto, ma non dai sentimenti, che questi sono macigni che uno si porta dietro anche per interi anni, finché non se ne vanno da soli. Ed è tutto più difficile quando l’amata è un intero disco di Battisti, come dice lo stesso Alex.

Personalmente, apprezzo molto i libri in cui i protagonisti compiono un viaggio, perché questo permette loro, come accadeva nei riti iniziatici, di crescere per davvero.

Il viaggio – ed Enrico Brizzi, in quanto scrittore di viaggio, lo sa bene – è l’occasione per superare i limiti, per sondare noi stessi, per prendere atto dei nostri problemi, le nostre frustrazioni. È l’occasione di crescere e di diventare la versione migliore di noi stessi.

Sin dall’inizio capiamo che Due è un libro più maturo del primo e la sua prima forza, il suo primo pregio è il linguaggio:

«[Alex, dopo che Aidi è partita] ristava in branda, siccome immobile, da mane a sera a mane, ché dalla sua esistenza di pedalatore roccioso e aspirante rude boy erano spariti crudelmente trama colore e sostanza» (p.7).

E dopo aver descritto questo ragazzo, un tempo così pieno di vita, sfatto e infelice, racconta come si riprenda e faccia pace con se stesso e con la durezza della vita. 

la copertina di Due, romanzo di Enrico Brizzi, edito da HarperCollins (2024). Foto di Adele Porzia

Anche se sono felice della crescita di Brizzi, ormai scrittore maturo e colto, e contenta di aver rivisto Alex farsi un uomo, come nelle migliori storie di formazione, avrei tanto voluto che la sua storia si fermasse a quelle ultime pagine di Jack Frusciante è uscito dal gruppo.

Non perché non sia una bella storia quella di Due, ma perché trovo che la storia di Alex sia finita nel momento in cui Aidi è partita e lui, distrutto, ha percorso la strada del ritorno in bicicletta, battendo i piedi sui pedali, correndo controvento, sudato e infelice come non mai, arrabbiato con la vita.

la copertina di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, di Enrico Brizzi, e il seguito, Due, edito da HarperCollins. Foto di Adele Porzia

Perché in quel momento in cui tutto pareva andargli male, una voce dentro di lui sembrava rassicurarlo e dirgli che presto sarebbe andata meglio. E quella voce, quella sospensione, è meglio di un qualunque happy end. Un invito, fatto al lettore, a non arrendersi e a lottare. Le storie, credo, non devono per forza finire bene. Spesso basta che invitano il lettore a sperare. Trovavo che fosse un finale perfetto proprio perché non era un vero e proprio finale. Ritenevo che Alex fosse un personaggio quasi eterno proprio perché la sua storia, la sua vita di personaggio letterario, non era terminata.

È un po’ come l’epilogo de Il giocatore di Dostoevkij, nel quale vediamo il protagonista uscire dalla sala giochi, dopo aver perso duramente altri rubli, pago del pensiero che sarebbe tutto migliorato, che domani avrebbe avuto una mano fortunata, avrebbe vinto e sarebbe andato dalla sua amata Paolina, che aveva lui stesso fatto scappare, e avrebbe raggiunto l’happy ending sperato. Mi piaceva quell’ottimistico pensiero che sarebbe andata meglio per lui, come per Alex. Che la vita non sempre ci dà quello che speriamo, ma che in qualche modo, pazientando e lottando, andrà meglio.

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E quindi sì, trovo che Due sia un bel libro, ma non in quanto sequel di Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Solo in quanto storia di per sé, con la quale Enrico Brizzi ha solo confermato di essere un bravissimo narratore.

la copertina di Due, romanzo di Enrico Brizzi, edito da HarperCollins (2024)
la copertina di Due, romanzo di Enrico Brizzi, edito da HarperCollins (2024)

Il libro recensito è stato  cortesemente fornito dalla casa editrice.

Nata a Bitonto nel ’94, ha studiato Lettere Classiche e Filologia Classica. Nel 2021 si è laureata in Scienze dello Spettacolo. Giornalista Pubblicista, collabora con più testate online. Attualmente frequenta il master in Critica Giornalistica alla Silvio D’Amico. I suoi interessi e studi riguardano la letteratura, il cinema e il teatro.

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