Lo Specchio: le Terme di Caracalla guardano al contemporaneo

Roma, 4 aprile 2024 – Ogni volta che si entra alle Terme di Caracalla, si tenta di immaginare dove fosse l’acqua che le animava nell’antichità. L’acqua per nuotare, per rigenerarsi, dove trascorrere una giornata all’insegna del benessere. Dov’era l’acqua? Come si muovevano i numerosi avventori delle Terme, tra piscine e fontane? Da oggi, grazie a un intervento coraggioso e all’avanguardia della Soprintendenza Speciale di Roma sarà possibile rivivere la vitalità e la potenza dell’elemento dell’acqua alle Terme di Caracalla. Uno Specchio d’acqua di grandi dimensioni, in cui si riflettono le maestose architetture delle terme e che diventerà un luogo dove l’arte, lo spettacolo e la creatività contemporanea possono trovare la loro casa.

«Con questo spettacolare Specchio la Soprintendenza desidera innescare un processo di rinnovamento secondo Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma – e di apertura alla città in uno dei siti archeologici più importanti della Capitale. Un intervento di architettura contemporanea che si armonizza con quella antica, per consolidare il ruolo delle Terme di Caracalla come un centro promotore di cultura e arte. Il ritorno dell’acqua non è solo una meraviglia fine a sé stessa, gioia per gli occhi e per lo spirito, ma vuole essere simbolo concreto di riconnessione con l’antico».

Una vasca dalla forma lineare, che ricorda intenzionalmente quella della Natatio, linee semplici che, in un gioco di presenza e assenza, mettono al centro il monumento e il visitatore, con un palco sull’acqua che avrà la funzione di ospitare performance teatrali, conferenze, spettacoli di danza o concerti di musica classica. Un ribaltamento della concezione del visitatore che è solito vivere passivamente il sito archeologico, ma che invece diventa assoluto protagonista dello spazio e degli eventi. L’inaugurazione dello Specchio d’acqua come luogo di spettacolo sarà la prima romana della coreografia curata da Ater Balleto di Rhapsody in blue, nel centenario della creazione di questa partitura di George Gershwin.

«La realizzazione dello specchio d’acqua – spiega Mirella Serlorenzi, direttore delle Terme di Caracalla – è il primo elemento di un progetto integrale finalizzato a restituire la percezione di questi luoghi come erano nell’antichità. L’acqua, un elemento assente da oltre mille anni, torna in maniera determinante ma rispettosa delle rovine: in un gioco di specchi la natatio esce dal corpo dei bagni e si pone assialmente nei giardini, duplicando l’imponente calidarium. Un segno contemporaneo, come contemporanea è la nostra comprensione delle rovine, che crea una sorta di metaverso concettuale e riattiva attraverso i giochi d’acqua e le nebulizzazioni il ricordo della antica funzione delle Terme di Caracalla».

Sullo specchio d’acqua sarà inoltre possibile assistere, grazie a numerosi getti completamente immersi, a giochi d’acqua e di luce e alla nebulizzazione dell’acqua al centro della vasca, pensata per ricreare la suggestione del vapore degli ambienti riscaldati delle antiche terme.

«Nel cuore delle antiche Terme di Caracalla, lo Specchio d’acqua offre ai visitatori un’esperienzacoinvolgenteeimmersiva-diceHannesPeerarchitettoeprogettista-suunasuperficiedioltremillemetriquadrati,rispettandol’imponenzadelcomplessotermale.Integratoarchitettonicamenteconilmonumentoantico,loSpecchioincarnaiconcettifilosoficisiadellapresenza,conl’acquastessa(Dasein),sial’assenzamaterica,tramiteilriflesso(Nichtdasein),riverberandoleideediMartinHeidegger.Uninvitoallacontemplazioneeancheunacornicedinamicaperiniziativeculturali,chesegnailprimopassodiunanuovafasevoltaapreservarel’ereditàarcheologica,proiettandolosguardoversoilfuturo».

Terme di Caracalla – Lo Specchio. Gallery con foto di Fabio Caricchia e Leandro Lentini

Lo Specchio, realizzato in collaborazione con l’architetto Paolo Bornello, è l’inizio di una rivoluzione alle Terme di Caracalla che diventeranno un sito archeologico riprogettato in chiave contemporanea, all’insegna delle migliori pratiche di conservazione, restauro e valorizzazione per rendere l’impianto severiano all’avanguardia nella fruizione culturale della Capitale.

CARACALLA ALLO SPECCHIO: LE TERME RITROVATE

Dopo 1.800 anni dalla sua costruzione, il complesso delle Terme di Caracalla torna ad accogliere l’acqua, suo elemento centrale e fondante: un intervento di vasta portata sia architettonica che sociale e culturale, il cui primo tassello è lo Specchio d’acqua.

Il progetto della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, nasce da un’idea di Mirella Serlorenzi, che, giunta alla direzione delle Terme di Caracalla, ha promosso un progetto di ampio rinnovamento del complesso, dando rilevanza all’elemento termale. Lo Specchio, che si configura come una vera installazione architettonica che vuole fornire la suggestione dello spazio in antico, è stato ideato e progettato dall’architetto Hannes Peer e realizzato in collaborazione con l’architetto Paolo Bornello.

L’area dove sorgono le Terme di Caracalla è sempre stata caratterizzata dalla presenza dell’acqua: già prima della sua urbanizzazione era una valle piuttosto selvaggia ricca di torrenti, ancora oggi presenti nel sottosuolo. Una volta completato all’inizio del III secolo dopo Cristo, il complesso termale presentava nei giardini fontane e ninfei, ma soprattutto al suo interno le grandi vasche di acqua calda, tiepida, fredda e una gigantesca piscina, la Natatio, nonché diversi ambienti per la sauna, che favorivano la presenza di vapore acqueo.

Il progetto, una linea architettonica di ampie dimensioni (42 x 32 metri) con acqua a sfioro su tre lati, è radicale e contemporaneo ma si armonizza allo stesso tempo con l’antico complesso delle Terme.

La forma semplice e rettangolare suggerisce volutamente la forma della Natatio: il materiale di rivestimento della vasca di colore nero (Liner) si presenta moderno ma mantiene come intento principale quello di incorniciare, specchiare e replicare il monumento per renderlo protagonista assoluto, mettendo in rilievo le sue maestose vestigia.

Forma e colore dello Specchio sono determinati principalmente dalla sua funzionalità, una novità assoluta anche per quel che riguarda la fruizione: i visitatori saranno al centro della loro esperienza, interagendo con le Terme di Caracalla, invece di goderne solo come visitatori. Lo Specchio d’acqua, che si erge dal terreno solo per 10 centimetri, ha infatti una funzione multivalente: una sorta di teatro dell’acqua e sull’acqua, munito di un vero palcoscenico destinato a una serie di attività performative e culturali, in una simbiosi tra arte e funzionalità. Il palco, di colore nero, come il resto della vasca e con una minima differenza di altezza (circa 5 centimetri) rispetto allo Specchio d’acqua, grazie alle sue dimensioni importanti, consente la possibilità di presentare spettacoli teatrali, di danza o di musica classica, ma anche conferenze, incontri e lectio magistralis.

Sul fondale dello Specchio 20 getti d’acqua completamente immersi, accompagnati da altrettanti riflettori, permettono di eseguire vari giochi e movimenti d’acqua e di luce. Il palco è perimetrato su tre lati con un Led lineare a luce calda, e, solo nel lato lungo, con un impianto di atomizzazione dell’acqua in grado di produrre una nube proiettata verso il centro della vasca, restituendo la suggestione del vapore degli ambienti riscaldati.

Il progetto sviluppa la volontà della Soprintendenza Speciale di Roma di restaurare e valorizzare il complesso monumentale e i giardini delle Terme di Caracalla: una vera e propria rivoluzione che inizia con lo Specchio d’acqua e che andrà avanti con interventi innovativi su tutta l’estensione del sito archeologico.

(aprile 2024)

ACQUA ARCHITETTURA URBANISTICA VERDE
RIVOLUZIONE ALLE TERME DI CARACALLA

Nei prossimi anni le Terme di Caracalla diventeranno un sito archeologico progettato in chiave contemporanea: una rivoluzione nell’insegnamento delle migliori pratiche di conservazione, restauro e valorizzazione che renderà l’impianto termale severiano all’avanguardia nella fruizione culturale della Capitale.

Il masterplan, realizzato con la supervisione di Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma, curato da Mirella Serlorenzi, direttore del monumento, in collaborazione con l’architetto Hannes Peer, Maurizio Pinotti direttore tecnico Terme di Caracalla, l’architetto Paolo Bornello, l’architetto Andrea Grandi e il paesaggista Giuseppe Provasi, si avvarrà dei finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), dei fondi della Soprintendenza Speciale di Roma e del Ministero della Cultura.

La Rivoluzione Caracalla, che sarà articolata su un lungo periodo di diversi anni, seguirà cinque linee guida e un principio inderogabile: la percezione, la comprensione, la fruizione del monumento come era in antico attraverso un raffinato gioco di presenza – assenza di cui lo Specchio d’acqua rappresenta l’esempio e il primo passo.

Le Terme di Caracalla persero la loro funzione termale intorno al V secolo: il ritorno dell’acqua, assente dal sito da circa 1500 anni, è la prima linea guida e giocherà un ruolo importante nella futura fruizione dell’impianto termale imperiale di Roma meglio conservato nella sua struttura originale, grazie alla realizzazione di fontane e giochi d’acqua capaci di esaltare le simmetrie e le corrispondenze della antica architettura monumentale.

La seconda linea di intervento sarà quella della connessione con la città: gli ingressi al monumento saranno rielaborati creando un rapporto più stretto tra il sito archeologico e il tessuto urbano. Anticamente le Terme si affacciavano direttamente sulla grande strada che dall’attuale Porta San Sebastiano portava al Circo Massimo e al Palatino, con un fronte di Tabernæ alternato a scalinate che salivano all’impianto.

Il nuovo progetto riproporrà filologicamente l’antico ingresso alle Terme attraverso il portico centrale dove troverà posto la biglietteria, circondata da due aree verdi: un parco meditativo e uno attivo e dinamico.

Proprio le piante saranno al centro della terza linea guida attraverso l’evocazione degli spazi perduti grazie al verde. In antico i parchi connessi alle strutture pubbliche imperiali erano luoghi dell’otium e del benessere aperti ad attività sociali, incontri, letture. In questa chiave è stata concepita la ridefinizione del giardino delle Terme di Caracalla come un grande spazio aperto, articolato in aree tematiche. Inoltre, sarà il verde effimero a suggerire al visitatore quelle architetture antiche oggi incomplete. Tutte le piante saranno scelte anche in base alla loro resistenza e al ridotto bisogno di acqua e manutenzione. Sarà anche realizzato un Horto botanico totalmente ecosostenibile, che proporrà una fioritura legata al susseguirsi delle stagioni e un’esperienza olfattiva e visiva sempre nuova, grazie all’alternarsi dei vari fiori.

La quarta area di azione sarà quella dedicata alla creazione di un nuovo centro servizi: l’ingresso alle Terme sarà organizzato come una vera accoglienza ai visitatori. Oltre alla biglietteria, aree di orientamento, di riposo, accesso ai parchi tematici, spazi per bambini, biblioteca, punto ristoro.

Le imponenti architetture delle Terme di Caracalla saranno al centro della quinta e fondamentale linea di intervento: una complessa e approfondita opera di manutenzione e restauro di tutte le strutture murarie. Oltre alla conservazione delle antiche murature, questi interventi saranno mirati ad ampliare il percorso di visita, articolarlo tematicamente, e ad aggiungere nuovi spazi coperti per attività culturali, espositive, didattiche e sociali.

I diversi progetti scanditi sull’immensa estensione del sito hanno anche altri due obiettivi: la completa accessibilità e l’ecosostenibilità sia per i materiali usati sia per il loro funzionamento e manutenzione.

La relazione innovativa con il visitatore e la trasformazione del rapporto con la città, il verde come elemento qualificante, il restauro e l’ampliamento dei percorsi di visita, gli spazi coperti per attività culturali, l’architettura contemporanea al servizio dell’antico, il ritorno dell’acqua, l’ecosostenibilità, la creazione di un luogo che invita a fermarsi a lungo, a ritornare: la Rivoluzione Caracalla vuole dare a Roma un modo diverso di concepire, fruire, valorizzare i luoghi della cultura.

(aprile 2024)

LO SPECCHIO E L’IMMAGINARIO

Se le Terme di Caracalla sono state e sono il luogo del benessere nell’antica Roma come ai giorni nostri, lo Specchio d’acqua rinnova la vocazione di luogo di aggregazione del complesso, che nel giro di pochi mesi ospiterà la coreografia Rhapsody in Blue, di Aterballetto, la mostra fotografica Narciso. Nello specchio della fotografia e un ciclo di incontri centrato sul mito di Narciso e le sue riverberazioni nel mondo contemporaneo. L’intero programma, il balletto, la mostra e il ciclo di incontri, è stato ideato da Mirella Serlorenzi e realizzato in collaborazione con la casa editrice Electa (Anna Grandi, Carlotta Branzanti e Nunzio Giustozzi), che ne cura l’organizzazione e la comunicazione.

Diversamente da quelle attuali, gli impianti termali di epoca imperiale oltre alla cura del corpo, con bagni, massaggi, palestre e saune, erano dedicate anche alla cura della mente, quel mens sana in corpore sano che ci ha tramandato la decima Satira di Giovenale. Alle Terme di Caracalla sono ancora visibili le vestigia delle due biblioteche che arricchivano il complesso che ospitava varie tipologie di attività di spettacolo e cultura all’interno degli edifici inseriti nel grande porticato di recinzione. Inoltre, il grande parco, dove oggi si trova lo Specchio d’acqua, era un luogo di incontri e relazioni sociali.

Le Terme già in antico presentavano quindi una articolazione degli spazi e delle funzioni in grado di rispondere a diverse aspettative dei cittadini di una società avanzata: una chiave per far rivivere questa vocazione sono le possibili destinazioni dello Specchio. La sua struttura grazie alle possibili metamorfosi, potrà ospitare diverse attività, curate dalla Soprintendenza Speciale di Roma, con la consulenza di Cristiano Leone, che ha pensato lo Specchio anche come luogo performativo.

Per l’inaugurazione dello Specchio il 13 aprile Aterballetto porterà in scena per la prima volta a Roma Rhapsody in Blue, una nuova coreografia creata da Iratxe Ansa e Igor Bacovich per il centenario della più famosa partitura di George Gershwin composta nel 1924.

Le Terme di Caracalla festeggiano il ritorno dell’acqua al loro interno con Narciso. Nello specchio della fotografia, una mostra che da maggio a novembre indaga i temi dello specchio e del riflesso ricorrenti nei lavori di grandi fotografi, con scatti di potente suggestione che fanno presagire il tema centrale dell’iniziativa del prossimo settembre.

Il Narciso della tradizione ovidiana e l’acqua che riflette la sua immagine saranno dunque al centro di un ciclo di incontri, attraverso un caleidoscopio di riflessi che questo mito irradia da secoli nella nostra cultura e nella nostra civiltà. L’archeologia, l’arte, la psicoanalisi, la letteratura, il cinema, la politica, la moda, l’antropologia ma, con grande evidenza, anche la società contemporanea: infiniti sono i campi in cui si rivela in filigrana o a tutto tondo l’immagine del giovane cacciatore che si innamora di stesso.

LA STORIA

Lo schema planimetrico del complesso è quello delle “grandi terme imperiali”: non solo edificio per il bagno ma anche luogo per il passeggio, lo stu

dio, lo sport e la cura del corpo. Il blocco centrale, quello destinato propriamente alle terme, è disposto su un unico asse lungo il quale si aprono in sequenza caldarium, tepidarium, frigidarium e natatio (quest’ultima dalle dimensioni di una piscina olimpionica); ai lati, disposti simmetricamente e raddoppiati, le due palestre e gli spogliatoi.

Erano invece collocate nel recinto che circonda l’area centrale le cisterne e le due biblioteche simmetriche, a sud, due grandi esedre racchiudenti ambienti caldi e di ritrovo, a ovest e a est, gli accessi principali e le tabernae inserite nello spazio perimetrale, a nord. I sotterranei erano il fulcro della vita del complesso, il luogo in cui lavoravano centinaia di schiavi e di operai specializzati a far funzionare l’ingegnosa macchina tecnologica delle terme.

Conservati per circa due chilometri, i sotterranei erano un dedalo di grandi gallerie carrozzabili (6 metri di altezza per 6 di larghezza all’incirca), dove si trovavano tutti i depositi di legname, un mulino, il mitreo, l’impianto di riscaldamento (i forni e le caldaie) ma anche quello idrico, una fitta rete di piccoli cunicoli che serviva per la posa delle tubazioni in piombo e per la gestione dell’adduzione e della distribuzione dell’acqua.

Le gallerie più grandi, quelle del riscaldamento, correvano sotto quasi tutto l’edificio ed erano illuminate da lucernai, che permettevano anche la circolazione d’aria per impedire che il legname lì conservato marcisse. Le loro grandi dimensioni erano legate alla necessità che vi transitassero i carri carichi di legna trainati da cavalli.

I NUMERI

  • 216 d.C. inaugurate da Marco Aurelio Antonino Bassiano detto Caracalla, figlio di Settimio Severo.

  • 235 d.C. anno in cui furono probabilmente ultimate. Eliogabalo e Severo Alessandro, infatti, completarono le Terme con porticati e alcune decorazioni. Costantino modificò il caldarium con l’inserimento di un’abside. Lo attesta un’iscrizione tuttora conservata nei sotterranei.

  • 37 metri di altezza in numerosi punti.

  • 337 x 328 metri circa la superficie delle Terme alimentate da una derivazione – fatta costruire da Caracalla nel 212 d.C. – dell’acqua Marcia, arricchita dalla captazione di nuove sorgenti, e che prese il nome di acqua Nova Antoniniana.

  • 5 livelli: 2 piani in alzato e 3 in sotterraneo.

  • 18 cisterne fornivano tutte le utenze dell’edificio, vasche e fontane.

  • 50 forni consumavano 10 tonnellate al giorno di legname per il riscaldamento e la cottura del pane.

  • 9000 operai al giorno per 5 anni circa: la forza lavoro per la costruzione dell’edificio.

  • 9 milioni di laterizi usati per la costruzione.

  • 252 colonne: il numero stimato, di cui 16 alte più di 12 metri.

  • 156 nicchie per statue.

  • 6000/8000 frequentatori al giorno.

  • 537 d.C. dopo l’assedio di Vitige, re dei Goti, le Terme furono abbandonate per il taglio degli acquedotti.

  • XII secolo: già da questo periodo le Terme furono cava di materiali per la decorazione di chiese e palazzi.

  • XVI secolo: sotto papa Paolo III Farnese, nel 1545-1547, avvenne la spoliazione delle sculture che finirono a decorare il suo nuovo palazzo. Un esempio per tutti il Toro Farnese, oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel tempo l’area fu sicuramente adibita a vigne e orti.

  • 1824: cominciano gli scavi sistematici che continuano per tutto il secolo, fino ai primi del Novecento quando, indagato il corpo centrale, si passò all’esplorazione del corpo perimetrale e di parte dei sotterranei.

  • 1993: ultima stagione lirica estiva all’interno del caldarium, dopo un’occupazione risalente al 1938. Nel 2001 riprende la stagione estiva dell’Opera, con un palcoscenico rimovibile.

  • 1996: ultimo ritrovamento di statuaria. Una statua acefala di Artemide.

  • 2012: le Terme di Caracalla si aprono all’arte contemporanea. Michelangelo Pistoletto esegue e dona alla Soprintendenza il Terzo paradiso con reperti delle Terme stesse.

  • 2016: Pistoletto realizza La mela reintegrata, in marmo di Carrara, collocata in esposizione permanente al centro dell’antico posto di guardia per il custode-controllore del traffico di carri, legname e uomini impegnati a mandare avanti la complessa macchina delle Terme.

  • 2017: prima mostra di arte contemporanea: il 19 ottobre inaugurazione di Molti, una mostra di Antonio Biasiucci curata da Ludovico Pratesi nei sotterranei della Terme. Caracalla IV dimensione: il 24 dicembre iniziano le visite guidate con visore, le Terme di Caracalla sono il primo grande sito archeologico coperto nel suo intero percorso con la realtà immersiva in 3D.

  • 2018: il 13 giugno si inaugura Mauro Staccioli. Sensibile ambientale, la prima grande retrospettiva sullo scultore toscano scomparso il 1° gennaio 2018. Il 23 ottobre si inaugura Omnia Flumina Romam Ducunt, mostra di architetture sonore di Alvin Curran.

  • 2019: restauro di un nuovo settore dei sotterranei, inaugurato il 18 giugno con la mostra di Fabrizio Plessi Il segreto del tempo.

  • 2022: il 7 giugno si inaugura l’intervento Idee di pietra. Giuseppe Penone a Caracalla. Il 23 giugno tornano visitabili dopo oltre 20 anni le pitture di una lussuosa domus di età adrianea, parzialmente distrutta per dare spazio al terrazzamento delle terme.

  • 2023: il 26 giugno 2023 inaugurazione della mostra fotografica Letizia Battaglia Senza fine. Il 24 novembre inaugurazione della mostra Calvino, sfida al labirinto.

Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma

IDEAZIONE, PROGETTAZIONE

Mirella Serlorenzi, Direttore delle Terme di Caracalla Hannes Peer, Architetto progettista

SOPRINTENDENZA SPECIALE DI ROMA

Maurizio Pinotti, Responsabile tecnico Terme di Caracalla

Alba Casaramona, Barbara Ciarrocchi, Leandro Lentini, Assistenti tecnici Silvia Agostinetto, Paola Caramadre Comunicazione

Fabio Caricchia, Fotografie

COLLABORAZIONI

Cristiano Leone, ideazione artistica Specchio d’Acqua

Paolo Bornello, Architetto progetto esecutivo / Direzione lavori Carmelo Garozzo, Direzione lavori

Angelo Angeloni Srl, Contraente generale

ATTIVITÀ CULTURALI

Programma (balletto, mostra, ciclo di incontri) realizzato in collaborazione con Electa

Testi, video e immagini dall’Ufficio Stampa – Soprintedenza Speciale di Roma. Crediti per le foto: Fabio Caricchia e Leandro Lentini

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

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