Queer talk #1 – Ragazze in uniforme di Leontine Sagan (1931)

Con Ragazze in uniforme vi diamo il benvenuto in questa nuova rubrica dal nome Queer Talk! Qual è il fine di questi saggi? Semplicemente quello di analizzare per filo e per segno alcuni dei film LGBTQI+ più noti. In questo periodo si discute sempre sul concetto di rappresentazione. Ripercorrendo svariate tappe della storia del cinema, scopriremo come, in realtà la rappresentazione queer ci sia sempre stata nella settima arte. Ma allora, vi chiederete, perché tanto fervore per qualcosa che già esiste? Semplice, perché i personaggi e le storie queer sono tendenzialmente vittime di un peculiare fenomeno: la morte o la separazione.

Iniziamo questo viaggio partendo da un film che da molti critici è considerato come il primo film omosessuale della storia del cinema: Ragazze in uniforme, diretto da Leontine Sagan nel 1931.

 

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L’articolo prosegue con il dettaglio della trama

Ragazze in uniforme: Trama

Ci troviamo nella cittadina tedesca di Potsdam nei primi anni ’30 del ‘900. Manuela (Hertha Thiele), un’adolescente rimasta orfana, viene affidata alle cure dell’istituto femminile più noto della provincia. All’interno del collegio, la giovane incontra la docente di letteratura tedesca Elizabeth Von Bernburg (Dorothea Wieck).
La signorina Von Bernburg è molto amata dal corpo studentesco grazie ai suoi modi gentili e alle sue lezioni prive di quella rigidità tipica dell’educazione prussiana. Manuela si innamora di Elizabeth mettendo a soqquadro l’equilibrio dell’istituto. Dopo una recita scolastica e a causa dell’alcool, Manuela dichiara pubblicamente il suo amore per l’insegnante, portando la direttrice del collegio ad applicare i già citati metodi prussiani. Vittima dei sensi di colpa, Manuela si dirige sulla tromba di scale per uccidersi.

Ragazze in uniforme
Una scena da Ragazze in uniforme

Distribuzione e controversie

La Germania del 1931 è ancora influenzata dal fervore culturale della Repubblica di Weimar. Per tale motivo, toccare argomenti come l’omosessualità non è poi così scioccante. Infatti, Ragazze in uniforme ottenne un buon successo in patria e non subì particolari censure o problemi a livello distributivo. Tuttavia, per quanto riguarda la distribuzione oltreoceano, la situazione risulta sin da subito estremamente complicata.

Mädchen in Uniform
La locandina di Mädchen in Uniform (1931)

La rappresentazione della sessualità, sia essa eterosessuale o queer, è sempre stato un argomento controverso. L’Europa, sin dalla nascita del cinema, ha sempre utilizzato questo nuovo mezzo per parlare e ridere, anche del sesso. Tanto che il film riuscì ad approdare in territorio italiano, nonostante le soffocanti regole della censura fascista. Negli USA, invece, la situazione è opposta. Il sesso è un gigantesco tabù, tanto da portare negli anni ’30 all’applicazione del noto Codice Hays (per intenderci, parliamo di un rigido codice morale).

Con queste premesse come avrebbe potuto un film come Ragazze in uniforme raggiungere gli USA? Pare che l’eroina di questa storia fu Eleanor Roosevelt. La futura First Lady si trovava in Germania per una viaggio diplomatico e una sera le fu proposto il film della Sagan. Eleanor ne rimase piacevolmente colpita, tanto da insistere con la distribuzione americana, per poter diffondere il film nelle grandi città del continente. Questo gesto, tuttavia, non fece altro che incrementare le voci su una possibile omosessualità della First Lady, che la accompagneranno per tutta la vita.

Mädchen in Uniform
La locandina americana di Mädchen in Uniform

Ragazze in uniforme: Manuela ed Elizabeth

Ragazze in uniforme è diventato un vero e proprio cult, pietra miliare della cultura cinematografica tedesca. Il film è tratto a sua volta dall’opera teatrale della drammaturga Christa Winsloe dal titolo Gestern und Heute (Ieri ed oggi). Ciò che fece fin da subito discutere non fu il rapporto tra due donne, bensì il rapporto tra una alunna (minorenne) e un’insegnante. Ragazze in uniforme, tuttavia, ha il grande pregio di non rendere questo rapporto scabroso.
Il trasporto passionale lo vediamo principalmente da parte della giovane Manuela che, oltre  a dover fare i conti con il dolore del primo amore, deve anche confrontarsi con i fantasmi della propria sessualità. Il personaggio della Von Bernburg ha un che di misterioso. Su di lei aleggia un alone di mistero, alimentato da pettegolezzi e speculazioni. Nel 1930 quelle donne che decidevano di insegnare erano principalmente donne nubili, colpevoli di non essere riuscite a trovar marito.

Oltre alla vergogna del nubilato, sulle spalle di queste donne si aggiungeva la classica accusa di omosessualità. Elizabeth Von Bernburg è ben conscia di queste voci (nel suo caso probabilmente veritiere) e per questo tenta disperatamente di mantenere le distanze da Manuela. Nonostante questo tentativo di distacco, Manuela ed Elizabeth si incontrano e scontrano continuamente, tanto da scambiarsi persino un bacio.
Le relazioni tra donne non erano una novità su grande schermo. Basti pensare al grande successo di pubblico e critica che fu Lulù e il vaso di Pandora, in cui il personaggio di Louise Brooks viene selvaggiamente corteggiata dalla contessa Anne Geschwitz. Tuttavia, in Ragazze in uniforme assistiamo per la prima volta ad una vera e propria storia d’amore ostacolata dalla società e dai ruoli che essa ci impone di interpretare.

Nella fine il principio

Concludiamo parlando del fulcro di questa rubrica: il finale. Come spiegato nella descrizione della trama, Manuela, soffocata dai sensi di colpa, tenta il suicidio. Fortunatamente l’adolescente verrà salvata dalle sue compagne di studi e tornerà sana e salva nella sua stanza.
Il corpo insegnante, invece, subirà un brusco colpo a causa di questo episodio. La Preside contesta fortemente i metodi educativi di Elizabeth, da lei definiti troppo morbidi e privi di disciplina. Elizabeth, quindi, viene ritenuta l’unica responsabile di quanto accaduto. Manuela ed Elizabeth, ovviamente, non finiscono insieme e sono costrette ad una separazione forzata e tragica.
In questo caso il pubblico queer potrebbe sentirsi addirittura sollevato, poiché nessuna delle protagoniste muore. In un certo senso, la colpa di tale finale la si dà alle regole della società e alla morale. Tuttavia, Ragazze in uniforme darà il via ad una serie di film Queer basati esclusivamente sulla tragedia e sul dramma e, come vedremo nei prossimi episodi, non potremo sempre ed esclusivamente accusare la società.

Con questo articolo abbiamo inaugurato la rubrica Queer Talk, seguiteci su Instagram per altri contenuti sul tema!

 

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