13 Giugno 2015

Sulle tracce di Re Giovanni prima (e dopo) la firma della Magna Carta

Re Giovanni, il più inquieto dei monarchi, torna sotto le luci dei riflettori all’avvicinarsi dell’ottocentesimo anniversario della firma della Magna Carta. Per la prima volta, gli studiosi di geografia storica hanno tracciato il percorso di Re Giovanni per tutti i diciassette anni del suo regno, al fine di produrre mappe digitali del suo avanzamento, mentre lottava per mantenere il suo controllo.

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Re Giovanni fu il più peripatetico dei monarchi inglesi. I suoi diciassette anni di regno sono spesso descritti come un regno di crisi. Nel 1214 perse le sue terre in Francia, facendogli guadagnare il nome di Giovanni Senzaterra. Assalito da problemi finanziari, e con la sua autorità minacciata da baroni ribelli, Re Giovanni era raramente nella sua residenza a Windsor e Westminster – ma spese molto del suo tempo in movimento, aumentando le tasse e mantenendo le corti, mentre viaggiava per il Paese.

Le mappe rivelano che Re Giovanni era facilmente superato nei suoi viaggi da quelli che lo seguivano. Nei sei mesi che condussero alla Magna Carta, ad esempio, si registra la sua visita in 200 luoghi circa e il viaggio per molto più di 1800 miglia, poiché lui e il suo entourage facevano zig-zag su e giù per l’Inghilterra, navigando strade che erano dei pantani in inverno.
Lo studioso di geografia storica, dott. Max Satchell, e la candidata al dottorato Ellen Potter hanno applicato tecniche di mappatura che rivoluzionano la capacità analitica dei dati raccolti dagli storici presso UEA e UCL.
I ricercatori di Cambridge hanno ristrutturato migliaia di date e luoghi in liste compilate da documenti reali (ad esempio, la firma delle concessioni). Collegando i dati ristrutturati a luoghi digitalmente mappati utilizzando il GIS, gli avanzamenti dei monarchi possono essere seguiti giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, e anno dopo anno.
La risorsa del GIS, creata da Satchell e Potter, fornisce uno strumento nuovo e prezioso. Al contrario delle mappe in carta, la mappatura digitale permette di effettuare confronti tra i viaggi di Re Giovanni, di Enrico III ed Edoardo I, i cui regni insieme abbracciano gli anni dal 1199 al 1305. I dati digitalizzati rivelano, ad esempio, che Re Giovanni spese appena il 4% del suo tempo a Windsor e Westminster mentre il suo successore Enrico III spese il 40% del suo regno presso questi due palazzi. Tracciati sulle mappe, gli avanzamenti dei tre regnanti possono essere visualizzati a prima vista.
Per tracciare in dettaglio considerevole i percorsi tra luoghi visitati dal Re, Satchell e Potter hanno attinto da una gamma di fonti, in particolare il Britannia, un volume pubblicato da John Ogilby nel 1675. Spesso descritto come il ‘primo atlante di strada’ di Inghilterra e Galles, si compone di 100 tavole di ‘mappe a striscia’ compilate a partire da informazioni raccolte da sopravvissuti che viaggiarono attraverso l’Inghilterra per misurare e registrare 7.000 miglia circa di strade che collegano grandi paesi. Ogni mappa a striscia è una visualizzazione di una strada presa tra due punti, completata con colline, fiumi e punti di riferimento splendidamente disegnati.
Satchell ha, per la prima volta, utilizzato il GIS per recuperare gli allineamenti delle strade principali del 1675 da queste strisce, e ha mostrato con notevole precisione dove correvano nel paesaggio. Queste strade principali non cambiarono molto prima del diciottesimo secolo. Questo significa che, dove le strade reali e di Ogilby coincidono, è possibile vedere, yard per yard, dove Re Giovanni e gli altri re viaggiavano mentre salivano e scendevano per le colline, mentre attraversavano fiumi e si fermavano per ottenere cibo, rifornimenti e cavalli freschi.
Le prime mappe digitali di sempre degli avanzamenti di Re Giovanni attorno ai suoi territori forniscono indizi in formato visivo – e in certe sezioni mostrano, quasi yard per yard, i percorsi che Re Giovanni ha probabilmente intrapreso. Utilizzando il Geographical Imaging Systems (GIS), i ricercatori dell’Università di Cambridge hanno costruito sui dati dai colleghi dell’Università dell’East Anglia (UEA) e dello University College London (UCL) per produrre un’immagine convincente degli avanzamenti di Re Giovanni e dei suoi successori, Enrico III ed Edoardo I.
“Possiamo essere piuttosto certi che le strade registrate da Ogilby e dal suo team sono cambiate poco rispetto a quelle che Re Giovanni ed altri monarchi avrebbero usato. Persino oggi i percorsi, presi per sezione, di molte strade non sono cambiati per più di 800 anni,” dice Satchell.
“Per esempio, durante il viaggio da York a Durham, sappiamo che Re Giovanni alle volte prese una strada costiera attraverso Scarborough, Guisborough e Stockton-on-Tees. Allo stesso modo fecero i supervisori di Ogilby, e molto di quel percorso è simile a quello della moderna A171 che attraversa il North York Moors National Park. Così, questa estate, se siete bloccati da un ingorgo sulla A171, pensate a come poteva essere per Re Giovanni e la sua carovana di carri.”
Anche se sappiamo dove era Re Giovanni nella settimana che condusse alla Magna Carta, gli indizi sulle strade che percorse si sono dimostrati elusivi. Tra il 5 e l’8 Giugno 1215, risiedeva a Winchester, in passato capitale dell’Inghilterra. Per il 9 Giugno, Re Giovanni era nella città di mercato di Odiham, circa venti miglia a Nord Est di Winchester. Qui, il Re e i suoi cortigiani si saranno probabilmente fermati al Castello di Odiham. Da Odiham, Re Giovanni si fece strada verso Windsor (24 miglia circa a Nord Est) dove il Re era presente dal 10 al 15 Giugno.
“Indubbiamente, vi era una strada diretta attraverso Odiham che collegava Winchester con Windsor e il fiume Tamigi, navigabile. La sua esistenza è suggerita dagli itinerari di Re Giovanni ed Enrico III e anche nelle registrazioni successive, quali l’invio di piombo trasportato via nave fino al Tamigi, scaricato a Windsor e poi trasportato via terra per riparare il tetto del Castello di Odiham nel 1264. Ma, per il tempo delle prime mappe su larga scala dell’Hampshire, che furono prodotte nel diciottesimo secolo, la strada era virtualmente scomparsa,” spiega Satchell.
”La tappa finale del passaggio di Re Giovanni verso Runnymede è abbastanza solida. Il 15 Giugno, il re e il suo entourage viaggiarono la breve distanza dal Castello di Windsor verso il campo fatale. I braoni per la loro parte viaggiarono da Londra sulla strada principale verso Sud Ovest, una via chiaramente segnata da Ogilby sulla tavola 21 del suo atlante. Attraversarono il Tamigi al Ponte di Staines, segnato come ‘ponte in legno’ da Ogilby, e abbandonarono la sua strada rialzata per il prato di Runnymede dal quale potevano vedere le torri del Castello di Windsor.”
Si ritiene che quando era in movimento, la carovana del bagaglio viaggiasse a una media di 20 miglia al giorno, muovendosi a passo di camminata. Il lavoro di mappatura di Satchell e Potter conferma questo quadro. La distanza non era limitata solo dallo stato delle strade e dal tempo, ma anche dal peso dei carri e dei carretti. “Il volume delle cose trasportate da punto a punto era quasi letteralmente sbalorditivo,” spiega Satchell.
“Il bagaglio reale avrebbe incluso una cappella portatile per il culto e un tesoro portatile che poteva trasportare fino a 500.000 penny in argento, impacchettati nei barili. In un’era durante la quale il malgoverno di Re Giovanni significava che la valuta era scarsamente rifornita, la scorta del Re potrebbe essere stata di proporzione significativa sulla monetazione disponibile, un enorme carico per i cavalli da trasportare sulle strade non pavimentate.
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A cavallo del suo cavallo e accompagnato dai suoi compagni personali, Re Giovanni sarebbe certamente stato in grado di percorrere velocità maggiori, viaggiando fino a 60 miglia al giorno con una successione degli animali migliori. L’analisi GIS mostra che Re Giovanni poteva ottenere buone velocità persino in inverno e su terreni impegnativi. Nel 1204 viaggiò da Malmesbury su e giù per le ripide pendenze del Cotswolds, per celebrare il Natale a Tewkesbury, cavalcando per più di 30 miglia in un solo giorno d’inverno. Il giorno dopo Natale fece il viaggio di ritorno.
Viaggiare leggero era raramente un’opzione. Ovunque andasse, Re Giovanni si sarebbe affidato su una carovana di carri in legno e carretti, trainati da cavalli pesanti, per trasportare le merci che lui e la sua famiglia avrebbero richiesto a riposo. In aggiunta vi sarebbero stati cavalli da soma, innumerevoli servi e una scorta armata – un autentico corteo che avrebbe fornito un vero spettacolo a chi avrebbe incrociato nel Paese. Quando era in viaggio col suo esercito, come fece in tempi di conflitto, la carovana del bagaglio di Re Giovanni poteva raggiungere oltre due miglia di lunghezza.
Re Giovanni è ricordato nei libri di storia come il re “che perse il suo tesoro nel lavaggio”. 450 anni circa dopo il prosciugamento delle paludi nell’East Anglia, il largo estuario noto come il Wash (NdT: wash in Inglese può essere lavaggio, bucato) era paludoso e insidioso. Il 12 Ottobre 1216, la carovana del bagaglio reale tentò di attraversare la via d’acqua con la bassa marea ma rimase intrappolato nella terra soffice. Vite, veicoli e molto tesoro furono persi. Re Giovanni era salvo: aveva preso una strada diversa da quella della sua carovana. Ma una settimana dopo era morto.
Il corpo del Re fu trasportato con grandi cerimonie per 140 miglie circa da Newark a Worcester, dove fu seppellito nella cattedrale cittadina alla fine di Ottobre. Del suo viaggio finale, tanto più lento dei molti che aveva compiuto in vita, non è noto nient’altro. Il flusso di lettere e concessioni che possono essere recuperate dall’itinerario di Re Giovanni si conclude con un ultimo documento – le sue volontà. Successivamente Re Giovanni diventa come i suoi sudditi, i cui innumerevoli andirivieni sono persi per sempre.
Max Satchell sta contribuendo a un importante progetto dell’Università di Cambridge per documentare la storia delle occupazioni. La sua specialità è il GIS e il flusso di trasporti e infrastrutture. Ellen Potter è assistente alla ricerca nello stesso gruppo e comincerà presto un dottorato di ricerca.
Immagini nel testo originale: Gli itinerari dei Re Giovanni ed Enrico (Max Satchell); Il percorso attraverso Egham, dal Britannia di Ogilby; Miniatura di Re Giovanni che caccia, in un manoscritto del Liber legume antiquorum regum, C14, in mostra nel Magna Carta: Law, Liberty, Legacy (British Library).

L’Università di Cambridge non è responsabile dell’accuratezza della traduzione.

 

Re Giovanni firma la Magna Carta, da “John” in A Chronicle of England: B.C. 55 – A.D. 1485, di James William Edmund Doyle Doyle, James William Edmund (1864), London: Longman, Green, Longman, Roberts & Green, pp. p. 226 Retrieved on 12 November 2010. Da WikipediaPubblico Dominio, caricata da Jappalang.
Re Giovanni durante la caccia al cervo, dal manoscritto del Liber legume antiquorum regum, C14; scansione dal libro The National Portrait Gallery History of the Kings and Queens of England di David Williamson, ISBN 1855142287. Da WikipediaPubblico Dominio, caricata da Soerfm

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