23 Novembre 2015
L’archeologia ci insegna che i tratti culturali, come manifestati attraverso il repertorio di strumenti litici preistorici, possono accumularsi in maniera esponenziale, che una tecnologia può apparire a sprazzi dopo dei periodi di stasi, che perdite culturali drammatiche possono avere luogo. Periodi di stasi possono insomma intervallarsi a “esplosioni culturali”.
Una nuova invenzione può infatti fare spazio alla nascita di nuove innovazioni: d’altra parte non stiamo parlando di caratteristiche genetiche che si ereditano, e nuove tecnologie possono essere apprese anche da estranei, o imitate.
Un nuovo modello al computer prova ora a spiegare tutti questi fenomeni, tenendo presenti queste osservazioni, considerando processi innovativi con più sfaccettature, e tenendo conto del cambiamento climatico e della distribuzione differenziale dei tratti culturali tra i gruppi sociali. Quest’ultimo può portare infatti alla rapida perdita di tratti culturali, qualora questi non risultino utili nelle nuove condizioni.
Lo studio “Evolution in leaps: The punctuated accumulation and loss of cultural innovations”, di Oren Kolodny, Nicole Creanza, e Marcus W. Feldman, è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America.
Link: PNAS; Stanford University News
Raschietti dell’Aurignaziano dal Museo di Tolosa, foto da Wikipedia, CC BY-SA 3.0, caricata da e di Archaeodontosaurus).