Il 21 Marzo 2018 presso il Palazzo del Rettorato dell’Università la “Sapienza” di Roma sono stati presentati i risultati della campagna di scavo condotta ad Abu Tbeirah, nell’Iraq meridionale, dalla Missione Archeologica italo-irachena della Sapienza co-diretta dalla dott.ssa Licia Romano e dal professor Franco D’Agostino.

I risultati presentati riguardano la scoperta di un porto risalente al III millennio a.C., MARSA (هرسى) in arabo e MAR.SA in sumerico, che indicava la struttura amministrativa del porto e le attività ad esso annesse.

L’intera équipe della Sapienza ha indagato il sito di Abu Tbeirah, a partire dal 2017, posto vicino all’antica linea di costa del golfo arabico, all’interno di un ambiente paludoso e a ridosso del mare, che ha influenzato fortemente la vita dell’insediamento.

La scoperta del porto ha esteso maggiormente la necessità di svolgere altre indagini e approfondire le dinamiche di vita in quel determinato contesto.

Purtroppo, questo è il primo anno in cui la Missione Archeologica presso Abu Tbeirah non ha condotto la campagna di scavo, per i ben noti motivi che hanno coinvolto il Mondo intero.

Abu Tbeirah Licia Romano
Il porto di Abu Tbeirah, si ringrazia Licia Romano per la foto

Ringraziamo la co-direttrice della Missione, Licia Romano, che ci ha concesso un’intervista in cui ci spiega il contesto indagato e come l’équipe ha vissuto questo primo anno lontano dall’Iraq.

 

 

Quali sono stati i dati che vi hanno fatto comprendere che presso il sito di Abu Tbeirah ci fossero interessanti studi e scoperte da svolgere?

Il sito di Abu Tbeirah, una collina artificiale chiaramente visibile nel pianoro a sud della città di Nasiriyah, era stato individuato e mappato dai colleghi iracheni nel 1970. In seguito, grazie alle informazioni e ai dati raccolti sul sito, sia tramite survey, sia tramite l’analisi delle immagini satellitari, da Abdulameer al-Hamdani ed Elisabeth Stone della Stony Brook University, si è deciso di iniziare le attività di scavo ad Abu Tbeirah. I materiali rinvenuti sulla superficie indicavano che il tell era stato occupato essenzialmente in Epoca Sumerica, durante il III millennio a.C. Inoltre, le satellitari mostravano un denso abitato. A queste considerazioni di ordine scientifico se ne sono aggiunte anche altre di carattere logistico: nel 2012, quando iniziammo gli scavi in Iraq, le condizioni di sicurezza e la facilità di organizzazione e gestione delle attività di ricerca ci hanno fatto preferire uno scavo che fosse vicino alla città di Nasiriyah.

Abu Tbeirah Licia Romano
Edificio E1 ( Ur III-2100 a.C.), si ringrazia Licia Romano per la foto

 

Ci può descrivere com’è vivere una missione archeologica ai nostri giorni in Iraq?

Il nostro lavoro in Iraq è estremamente entusiasmante ma anche faticoso: dalla sveglia alle 4.30 del mattino, allo scavo sotto il sole di settembre (in Iraq si superano i 40°), alle ore passate in laboratorio o al personal computer. Tutto questo sforzo è reso però molto piacevole dalla collaborazione, basata su veri rapporti di stima e di amicizia, che abbiamo instaurato negli anni coi nostri colleghi e collaboratori iracheni. Il contatto così stretto con un mondo bellissimo, seppur molto distante dalla nostra quotidianità, è fonte unica ed eccezionale di arricchimento per tutti noi!

 

Come avete vissuto il primo anno senza scavare in Iraq?

È un anno veramente singolare. Certo, siamo dispiaciuti di non poter scavare ma soprattutto siamo preoccupati per i nostri cari in Iraq. Se la situazione sanitaria ed economica in Italia è ed è stata negli scorsi mesi problematica, possiamo immaginare facilmente quale possa essere stato l’impatto in Iraq. La nostra preoccupazione più grande è il non poter contribuire, come ormai facciamo da quasi un decennio, all’economia delle famiglie dei nostri collaboratori.

Abu Tbeirah Licia Romano
Gioielli rinvenuti in una sepoltura dell’inizio del 2° mill. a.C. Si ringrazia Licia Romano per la foto

Quali sono gli obiettivi e le prospettive future della Missione Archeologica ad Abu Tbeirah, tenendo conto della pandemia che ha fermato e stravolto l’intero mondo?

Speriamo di poter tornare al più presto, teoricamente il prossimo autunno. Continueremo ad indagare le zone abitate del sito ma ci soffermeremo anche sulle indagini paleoambientali. Crediamo infatti che la fine dell’insediamento di Abu Tbeirah sia strettamente connessa a dei cambiamenti climatici e ambientali che caratterizzarono la fine del III millennio a.C. In questo periodo, infatti, è attestato in tutto il Vicino Oriente un periodo di forte siccità. Il sito di Abu Tbeirah si trovava all’interno di una zona paludosa, era attraversato da due canali ed aveva anche un grande bacino artificiale dalle varie funzioni, tra cui di certo anche quella di porto. L’acqua era quindi un elemento fondamentale per la vita e l’economia della città. L’ondata di siccità ha di certo portato ad una riduzione della portata dei canali e ha reso la vita nel sito più difficile. Questi cambiamenti sono visibili grazie agli scavi archeologici e alle ricerche sul paleoambiente effettuati sinora. Comprendere, quindi, come gli abitanti di Abu Tbeirah abbiano tentato di reagire a questi cambiamenti è tra i nostri principali obiettivi. In un’epoca di forti cambiamenti climatici come la nostra, rende il tutto molto interessante!

 

Cosa consiglia ai ragazzi/e che intendono approcciarsi alle realtà del Vicino Oriente Antico?

Ovviamente studiare, studiare, studiare! Ma oltre ad interessarsi alla letteratura archeologica strettamente relativa alle aree del Vicino Oriente, consiglio anche di porre molta attenzione agli approcci archeologici e alle ricerche in altre aree e periodi, concentrandosi soprattutto sulla metodologia più moderna di scavo.

 

Per chiunque volesse approfondire le fasi della ricerca presso il sito di Abu Tbeirah è possibile consultare il volume in lingua inglese “Abu Tbeirah. Excavations I. Area 1 Last Phases and Building A Phase 1”, Sapienza Editrice, a cura di Licia Romano e Franco D’Agostino. Il volume è disponibile sia in cartaceo sia in open-access al link: http://www.editricesapienza.it/node/7845

 

Ringraziamo Licia Romano per questa ntervista e l’intera équipe della Missione Archeologica di Abu Tbeirah per le importanti e ricche scoperte svolte e che svolgeranno nei prossimi anni.

 

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