Prometeo – Omaggio a Percy Bysshe Shelley di Gabriele Tinti e Alessandro Haber
It doth repent me: words are quick and vain;
Grief for awhile is blind, and so was mine.
I wish no living thing to suffer pain
Percy Bysshe Shelley, Prometheus Unbound
Domenica 5 Giugno alle ore 11:30 le Terme di Caracalla ospitano l’attore Alessandro Haber per la lettura delle poesie di Gabriele Tinti che traggono ispirazione dal mito di Prometeo.
La lettura intende celebrare i duecento anni dalla morte di Percy Bysshe Shelley con un reading alle Terme di Carcalla dove, così si narra e così ci viene rappresentato dai pittori dell’epoca, il poeta inglese compose la maggior parte del suo “Prometeo slegato”.
L’evento è realizzato con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, braccio operativo della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, e si avvale della collaborazione con DoubleTree by Hilton Rome Monti.
L’iniziativa è stata accolta dal Soprintendente speciale Daniela Porro e dal direttore del monumento Mirella Serlorenzi.
Gabriele Tinti comporrà una riposta al “Prometeo” di Shelley affidando i propri versi, così come un estratto di quelli del poeta inglese, all’attore Alessandro Haber che canterà il supplizio, brutale e senza fine, di Prometeo.
Il titano è rappresentato – seguendo l’iconografia della tradizione e la scrittura di Shelley – come crocifisso sulla roccia (“Ohimè! Dolore, Dolore, per sempre! Nessun cambiamento o pausa, nessuna speranza! Pure sopporto”, Percy Bysshe Shelley, “Prometheus Unbound”). Egli è senza riparo, è aitherion kinygma, “cosa sballottolata dai venti” (Simone Weil, La rivelazione greca, p. 247). Soffre perché ha troppo amato gli uomini. Soffre al posto degli uomini. È stato insensato, impedendo a Zeus di annientarli e liberandoli dall’attesa della morte infondendo loro cieche speranze.
Alessandro Haber darà voce al Titano la cui lotta è la nostra drammatica lotta, impari e senza speranza, contro le forze misteriose e oscure della natura.
L’evento rientra nella serie di letture dal vivo recitate di fronte alla statuaria classica e alla pittura rinascimentale. Negli ultimi anni il progetto ha visto coinvolti alcuni importanti attori e alcuni dei maggiori Musei al mondo come il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum ed il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, la Gliptoteca di Monaco, il Parco Archeologico del Colosseo, il Museo Nazionale Romano di Roma, i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Archeologico di Napoli e molti altri ancora.
***
Biografie:
Gabriele Tinti è un poeta, scrittore e critico d’arte italiano.
Ha scritto ispirandosi ad alcuni capolavori dell’arte antica come Il pugile a riposo, Il Galata suicida, il Giovane vittorioso (Atleta di Fano), il Fauno Barberini, Il Discobolo, I marmi del Partenone, l’Ercole Farnese e molti altri ancora, collaborando con Istituzioni come il Museo archeologico di Napoli, i Musei Capitolini, il Museo Nazionale Romano, il Museo dell’Ara Pacis, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Metropolitan di New York, il LACMA di Los Angeles, il Parco archeologico del Colosseo e la Glyptothek di Monaco.
Le sue poesie sono state lette da attori come Kevin Spacey, Abel Ferrara, Malcolm McDowell, Robert Davi, Marton Csokas, Stephen Fry, James Cosmo, Vincent Piazza, Michael Imperioli, Franco Nero, Burt Young, Michele Placido, Alessandro Haber, Jamie Mc. Shane e Joe Mantegna.
Nel 2016 ha pubblicato “Last words” (Skira Rizzoli) in collaborazione con l’artista americano Andres Serrano. Nel 2020 è uscita la sua raccolta di poesie in collaborazione con l’artista Roger Ballen per i tipi di Powerhouse Books (New York). Nel 2021, 24 Ore Culture ha raccolto in un volume per i tipi di Libri Scheiwiller (Milano) il progetto “Rovine”. L’edizione inglese è uscita in contemporanea a cura dell’editore Eris Press (Londra). La sua raccolta di poesie è in pubblicazione per La Nave di Teseo (Milano) e Contra Mundum Press (New York).
Alessandro Haber è uno dei più importanti attori italiani. Nato a Bologna trascorre gran parte della sua infanzia in Israele insieme al padre rumeno e alla mamma italiana. A nove anni torna in Italia e, appena ventenne, ottiene la parte di Rospo nel film La Cina è vicina di Marco Bellocchio a cui seguono piccole parti per conto di numerosi registi importanti, come: i fratelli Taviani, Bernardo Bertolucci e Federico Fellini. Recita per Nanni Moretti in “Sogni d’oro” (1981) con Laura Morante; con Ugo Tognazzi e Philip Noiret in “Amici miei – Atto II” (1982) di Mario Monicelli; partecipa al film esordio di Gabriele Salvatores, “Sogno di una notte d’estate” (1983) e nel 1986 Pupi Avati lo scrittura per “Regalo di Natale”. In quest’ultimo ha finalmente un ruolo da protagonista ed è il suo primo vero successo. Il sodalizio con Avati risulta vincente. Il 1986 è un anno importante per la sua carriera. Compare in: “La donna del traghetto” di Amedeo Fago, “Anche lei fumava il sigaro” di Alessandro di Robilant, “Grandi magazzini” di Castellano Pipolo, “Innocenza” di Villi Hermann e “Com’è dura l’avventura” di Flavio Mogherini. Nel 1989 arriva anche il primo Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per il film, “Willy Signori e vengo da lontano” di Francesco Nuti. Negli anni novanta recita in Parenti serpenti del 1992 di Mario Monicelli
In teatro ha recitato in Orgia di Pier Paolo Pasolini, Woyzeck di Georg Büchner, Arlecchino, Ugo di Carla Vistarini, Scacco pazzo (da cui ha poi tratto l’omonimo film del 2003 che lo ha visto debuttare come regista) e L’avaro di Molière. Sempre come attore teatrale, nel 2006 si aggiudica il Premio Gassman come miglior attore per l’interpretazione di Zio Vanja nell’omonimo testo di Anton Čechov. Scrive e canta canzoni. Il suo primo CD è “Haberrante”(1995), a cui seguono “Qualcosa da dichiarare” (1999) e “Il sogno di un uomo”(2003). Ma il singolo che trova il favore del pubblico e della critica è “La valigia dell’attore”, composto per Haber da Francesco De Gregori. Nel 2006 viene scritturato di nuovo da Giuseppe Tornatore per “La sconosciuta” ottenendo un altro Nastro d’Argento nel 2007 come miglior attore non protagonista e, nel 2011, è diretto da Ermanno Olmi per il film “Il villaggio di cartone”.
Testo e foto dall’Ufficio Stampa Soprintendenza Speciale di Roma