Quei discorsi d’amore – Leggendo il Simposio di Platone, un saggio di Davide Susanetti

Quei discorsi d’amore è l’ultimo saggio (gennaio 2025), edito da Carocci editore, a cura di Davide Susanetti, professore di letteratura greca presso l’Università degli Studi di Padova.

L’opera del grecista è dedicata ad uno degli scritti più icastici di Platone, il Simposio. Il dialogo, dedicato alla tematica dell’amore analizzato secondo i diversi punti di vista dei protagonisti, rappresenta ancora l’imprescindibile timone di una tematica sentita imperitura.

la cover di Quei discorsi d’amore - Leggendo il Simposio di Platone, un saggio di Davide Susanetti, pubblicato da Carocci editore (2025) nella collana Biblioteca di testi e studi. Foto di Dario Carnicella
la copertina di Quei discorsi d’amore – Leggendo il Simposio di Platone, un saggio di Davide Susanetti, pubblicato da Carocci editore (2025) nella collana Biblioteca di testi e studi. Foto di Dario Carnicella

Tanti sono gli scritti e i versi prodotti da prosatori e poeti greci e romani, ma sembra che l’orizzonte di definizione della vexata quaestio “cos’è l’amore?” non sia stato ancora raggiunto; infatti, il filosofo italiano Giorgio Colli, nella sua Enciclopedia di autori classici, afferma, citando il Simposio, che esso è

«[…] fresco, possiede sempre “il fiore della gioventù” […]. L’immortalità è uno dei suoi temi, e come immortale diventa colui […] che lascia dietro di sé una sua creatura, così lo è diventato davvero Platone con questa creatura, immutabile e senza pari» (p. 25).

Susanetti accompagna il lettore nei meandri del Simposio platonico partendo dal prologo, ovvero quell’anticipazione fondamentale che fa da cornice al fulcro del dialogo; questo è ambientato in casa di Agatone, poeta e drammaturgo ateniese vissuto nel V a.C., che, in onore della vittoria riportata durante gli agoni delle Grandi Dionisie – le celebrazioni rituali in onore di Dioniso, dio del vino e del teatro – invita presso la sua dimora gli amici più stretti nonché le figure più importanti nel panorama ateniese del V a.C.

A raccontare ciò che era avvenuto durante il simposio a casa di Agatone è Apollodoro che, a sua volta, era stato informato da Aristodemo, che aveva accompagnato Socrate; l’ambientazione è nel 416 a.C., data di cruciale importanza per Atene e per le sue vicissitudini durante il conflitto peloponnesiaco dal momento che, di lì a poco, ci sarebbe stata la famigerata e funesta spedizione in Sicilia (415-413 a.C.) che inferse un ennesimo duro colpo all’imperium ateniese.

Come era consueto durante un simposio, i convitati, oltre a dilettarsi col vino e col cibo, intessevano discorsi su tematiche di rilevante interesse; nel Simposio, come suddetto, la tematica cardine è l’amore.

In maniera scandita e secondo un ordine ben preciso, tutti i convitati prendono parola ed esprimono il proprio punto di vista sull’importanza dell’amore e dell’amare. Susanetti, con un linguaggio lineare e coinvolgente, ripercorre le tappe salienti dei diversi discorsi degli invitati, che andiamo qui a ricordare.

Il primo a prendere parola è Fedro, appartenente alla cerchia di Socrate, il quale afferma che, dopo il caos iniziale, fu Eros la divinità cui tutti rivolgevano le proprie preghiere e il suo discorso poggia fondamentalmente su quanto, secoli prima, aveva affermato Esiodo nella Teogonia. Dopo Fedro, è Pausania, un nobile ateniese, ad offrire, all’uditorio, una seconda interpretazione sull’amore e sul dio Eros che non era una divinità univoca, ma duplice; il discorso del nobile ateniese prende le mosse dalla duplicità del reale che, essendo tale, necessita di essere percepita nella sua essenza corretta, ciò che è duplice racchiude sia un polo positivo sia negativo. Eros era sempre accompagnato, afferma il nobile, ad Afrodite, dea della bellezza, dell’amore e della fertilità, la stessa dea era definita Urania e Pandemia.

Subito dopo Pausania prende la parola Erissimaco, medico ateniese e, probabilmente accusato di aver partecipato alla mutilazione delle Erme nel 415 a.C.; il discorso del medico fa da contraltare a quello precedente del nobile Pausania, infatti, alla duplicità del reale, va accostata la duplicità vista dal punto di vista della ‘salute’ e della ‘malattia’. Erissimaco focalizza la sua interpretazione su schemi che nella medicina avevano il loro fondamento; se nel corpo è fondamentale cercare di assecondare ciò che è ‘buono’ ai fini dell’equilibrio dello stesso, parimenti è consigliato cavare da Eros e dall’amore ciò che protende l’uomo all’equilibrio e ad aspirare ad una vita scevra da ciò che poteva, in un certo qual modo, condurla al dissolvimento.

Spetta ad Aristofane, il più grande commediografo che l’antichità ci abbia trasmetto, porre un paletto ai discorsi sulla duplicità, per tornare, strictu sensu, ad Eros e all’amore analizzato come protesa ad un unicum; il commediografo, infatti, tratta la storia dell’ermafrodito, di quell’essere dotato, da un lato, della sembianza maschile, dall’altro, di quella femminile che, per un capriccio di Zeus, venne diviso in due metà; ogni metà così costituita era protesa a ritrovare l’altra metà persa per coronare quel desiderio d’amore e unione che un tempo sembrava scontata.

La trattazione del Simposio giunge al culmine con il discorso di Socrate che parte dal racconto avvenuto, anni prima, con Diotima, una sapiente donna, originaria di Mantinea, che aveva istruito il filosofo sull’amore. A detta del filosofo, per poter comprendere pienamente il significato di Eros e delle peculiarità dello stesso, era fondamentale attenersi ad una pratica ‘iniziatica’; Diotima aveva avviato Socrate ad una conoscenza misterico-iniziatica che prevedeva delle fasi di ‘purificazione’. Eros è una figura posta a metà strada tra l’essere umano e la divinità e necessita, per essere goduta pienamente, di una profonda ascesi che consenta all’essere umano di innalzare la propria anima e protenderla ad una comprensione che va al di là della razionalità umana.

Con il discorso di Socrate, il Simposio si indirizza verso un binario ben definito, ovvero quello destinato a tratteggiare Eros, l’amore, non solo come figura divina ed eterna, ma come un ‘essere’ perennemente connaturato nell’umano; ed è proprio l’umanità che non può fare a meno della presenza dell’amore ed è questa la motivazione per cui non solo sol Simposio, ma anche con altre opere classiche e posteriori si è tentato di dare una spiegazione a questa presenza così fortemente agognata.

I diversi punti di vista emersi dal dialogo sono, per Susanetti, il ‘faro’ che consente di accompagnare il lettore ad un’attenta analisi del Simposio; emerge dalle pagine del saggio la volontà dell’autore non solo di ripercorrere le fondamenta delle idee dei convitati, ma di creare un lascito, un punto d’appoggio per un’analisi moderna. Il lettore, in ogni capitolo del saggio, riesce a cavare, per ogni discorso, quell’idea che consente, ancora una volta, di ‘tenere in vita’ una tematica così fortemente incardinata nei discorsi socio-filosofici alla base della filosofia e degli scritti antichi e, come suddetto, ancora oggi vibrante. È nella volontà dell’autore cercare quel continuum, tra antico e contemporaneo, che consenta ad un’opera così icastica di essere così profusamente viva.

la cover di Quei discorsi d’amore - Leggendo il Simposio di Platone, un saggio di Davide Susanetti, pubblicato da Carocci editore (2025) nella collana Biblioteca di testi e studi. Foto di Dario Carnicella
la copertina di Quei discorsi d’amore – Leggendo il Simposio di Platone, un saggio di Davide Susanetti, pubblicato da Carocci editore (2025) nella collana Biblioteca di testi e studi. Foto di Dario Carnicella

Il saggio di Susanetti è un pregevolissimo compagno di viaggio per la comprensione del dialogo platonico, non solo per l’utilizzo delle fonti, ma anche perché aiuta il lettore, con un linguaggio non troppo tecnico, ma sempre fedele agli stilemi storico-filologici, a capire come intendere un classico e di quanto uno scrittore come Platone potesse avere ancora oggi quel diritto di parola e quella forza che lo stigmatizzano, ipso iure, tra i pensatori più prolifici e fondamentali che l’antichità classica ci abbia mai trasmesso.

la cover di Quei discorsi d’amore - Leggendo il Simposio di Platone, un saggio di Davide Susanetti, pubblicato da Carocci editore (2025) nella collana Biblioteca di testi e studi
la copertina di Quei discorsi d’amore – Leggendo il Simposio di Platone, un saggio di Davide Susanetti, pubblicato da Carocci editore (2025) nella collana Biblioteca di testi e studi

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

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