Stagione di prosa: il calamaro gigante approda a Spoleto

A Spoleto continua la stagione di prosa del Teatro Stabile dell’Umbria (TSU) dove ieri sera, giovedì 25 gennaio, è andato in scena Il calamaro gigante. Il sesto appuntamento e primo dell’anno ha visto la regia di Carlo Sciaccaluga con Angela Finocchiaro e Bruno Stori. Entrambi, hanno unito alla recitazione l’adattamento del testo ripreso dal romanzo omonimo di Fabio Genovesi (ed. Feltrinelli 2021, ndr.) che vi ha naturalmente collaborato.

Dal traffico dell’autostrada abbiamo assistito ad una trasformazione in cui Angela si è inserita in una storia tramandata da marinai ed esploratori fino ai giorni nostri. Dalla sua Milano, scaraventata via da un mare impossibile, ha potuto affrontare un viaggio di cambiamento guidata dal cosiddetto Kraken, quel calamaro gigante della mitologia scandinava a cui centinaia di persone nei secoli hanno creduto a dispetto della realtà sensibile.

Ma Angela non è sola, insieme a lei c’è Pierre Denys de Montfort che – direttamente da un altro tempo – la accompagnerà al di là dell’Equatore alla scoperta non di una “foca curiosa e obesa” ma di una piovra grandiosa che sul mare

“danza senza peso e ama tantissimo con i suoi tre cuori”.

A ben vedere, seguendo anche le orme di Jules Verne, l’apparizione di Montfort non è affatto casuale: è stato ripescato non già dal regno del fantastico ma è colui che, realmente esistito nell’Ottocento, è stato in Francia un zoologo e naturalista; si tratta di colui al quale è stata attribuita nel 1801 la prima illustrazione di questo mollusco tridimensionale.

il calamaro gigante
disegno di Pierre Dénys de Montfort, 1801, dalle descrizioni dei marinai francesi sugli attacchi della creatura al largo delle coste dell’Angola. Immagine in pubblico dominio

La bestia, dal vigore leggendario, in teatro diventa metafora capace di agire sulla vita di Angela che in un primo e apparente stato di inerzia è ora scossa dall’onda. Dall’Oceano Pacifico l’estrema trasposizione del narrare ci porta a Milano, a Spoleto e poi oltre fino alla fine, verso il ritorno di una donna che nell’importanza delle storie e del sogno riscopre sé stessa.

Attraverso la dicotomia luce/ombra e passato/presente il pubblico del Teatro Nuovo “Gian Carlo Menotti” è divertito ed entusiasta: la platea viene trascinata sul fondo e poi incoraggiata a risalire la china, portando con sé l’insegnamento del calamaro e di chi con lui ha creduto nel potere di una storia che trattiene, dilata e rende il tutto ancora possibile.

A sipario chiuso tutti in piedi per il riscatto di Montfort, per l’elogio della diversità e, crediamo, anche per uno spiccato senso di prossimità avvertito quando nel ricordo di un frammento dell’infanzia di Angela sullo sfondo compariva la sagoma di sua nonna che dolcemente la spingeva a proseguire:

“Ogni volta che puoi, spegni la lampadina e guarda il cielo”.

Gallery con foto di Valentina Tatti Tonni

Il prossimo appuntamento della stagione è previsto per il 6 febbraio 2024 con la messa in scena del pirandelliano “Così è (se vi pare)” con Pino Micol e Milena Vukotic.

È possibile acquistare i biglietti online dal sito del Teatro Stabile dell’Umbria (TSU), a partire da giovedì 12 ottobre: www.teatrostabile.umbria.it

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