La guerra di Cesare, il primo lungometraggio per la regia di Sergio Scavio: il film è stato presentato nella sezione Meridiana Concorso della XVI edizione del Bif&st– Bari International Film&Tv Festival
Premio “Meridiana” per il Migliore Attore Protagonista: FABRIZIO FERRACANE PER IL FILM “LA GUERRA DI CESARE”
UNA FAVOLA SOCIALE SUL TEMA DEL LAVORO, UNA STORIA CHE PARLA DI AMICIZIA, DI RIBELLIONI FALLITE E DI RISCATTO IN UNA SARDEGNA DI PROVINCIA E DI MINIERE DI CARBONE ABBANDONATE
Il film uscirà in sala il 22 maggio con RS Productions e Mirari Vos

Prodotto da Luca Cabriolu e Andrea Di Blasio per Ombre Rosse, Angelisa Castronovo e Antonino Moscatt per Wellsee, il film è una produzione Ombre Rosse e Wellsee, in associazione con Metaphyx, in collaborazione con RAI Cinema, con il contributo del MiC – Ministero della Cultura, con il contributo della Regione Sardegna, l’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione Spettacolo e Sport, con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission, Fondazione di Sardegna, Roble Factory.
La storia parte da qui, dalla fine delle cose e da un popolo di lavoratori abbandonato.
Da questo evento nasce il racconto di due amici lavoratori che vivono una relazione viva e complessa, fino a che la morte di uno dei due spingerà l’altro a cercare, in qualche modo, un senso di riscatto.
16 maggio 2025 – Il regista Sergio Scavio e il protagonista Fabrizio Ferracane raccontano il film
“La guerra di Cesare nasce dalla volontà di raccontare una ribellione solitaria, inutile e perdente e parla di un mondo, quello operaio, che in Sardegna non esiste quasi più. La storia prende vita dopo la lettura di un articolo su un giornale locale, dove si raccontava la vita di minatori che non avevano mai davvero lavorato in una miniera. E se ne stavano lì, in attesa, assistiti dall’azienda o dallo Stato per cercare di mantenere una parvenza di credibilità del loro lavoro e del territorio che abitavano. Lo Stato creava paradossi del genere pur di tenere in vita un sistema produttivo che ormai non funzionava più e tutto questo serviva ad ammantare lo sprofondo sociale, economico e culturale che il territorio, soprattutto del Sud della Sardegna, viveva. Questo ha fatto nascere una domanda che attraversa tutto il film: ha ancora senso rivoltarsi, oggi? È ancora possibile?La guerra di Cesare rappresenta il tentativo di raccontare la bellezza insostituibile delle cose che non servono più, attraverso la descrizione di un mondo molto vicino a me, lo spirito della mia città, Sassari, e di una Sardegna mineraria segnata dalla fine di un’epoca, dall’esaurimento delle risorse e dall’abbandono”.
“La guerra di Cesare – continua il regista – è anche un film sull’amicizia e sull’accudimento che l’amicizia richiede. È importante imparare a volersi bene l’un l’altro. Cesare, che all’inizio è un po’ una materia inerte nel film, attraverso alcune relazioni molto assurde e grottesche, come quelle con Mauro e Francesco, i personaggi principali, riesce a trasformarsi e inizia a militare per loro, a lottare per loro, nonostante siano due personaggi fuori dalle righe, due reietti. La vera forza di Cesare è il coraggio, quello che mostra per gli altri, con i quali riesce a creare una relazione di grande generosità”.
“Cesare è un essere umano con tutte le sue debolezze, i suoi dubbi, il suo non sapere come possano andare le cose – aggiunge l’attore protagonista Fabrizio Ferracane – non è un superuomo, come quelli che di solito siamo abituati a vedere, che non sbagliano o non cadono mai; e forse per questo Cesare è il personaggio che mi somiglia di più tra quelli che ho incontrato nel mio lavoro. Con lui sento di avere in comune uno sguardo sulle cose e sulla vita. Questa interpretazione mi ha dato una maggiore consapevolezza sul fatto che le mie tante domande, le mie increspature, le non certezze e i miei errori, in fondo vanno bene così ed è la cosa che mi ha fatto innamorare di Cesare perché è un uomo con dei dubbi e forse i dubbi se li pongono proprio le persone più sensibili e intelligenti”.
Commento di Fabrizio Ferracane: “È sempre difficile trovare l’anima giusta per dar vita a un personaggio. Alcune volte serve una spinta, un consiglio. A farmi capire che potevo essere Cesare è stato il regista Sergio Scavio. Mi sono calato nella sua lotta per trovare un posto nel mondo, nel suo tormento per ciò che ormai sente di aver perso e per ciò che vorrebbe ancora raggiungere. Mi sono sentito libero nei suoi panni; mi sono lasciato andare, senza preoccuparmi di essere giudicato.Questo Premio mi regala una doppia felicità. Innanzitutto, ad essere riconosciuto è stato il cinema indipendente, pieno d’amore, che non dobbiamo mai dimenticarci di sostenere.E poi sono contento che il protagonista che ho interpretato in questo film non è un cattivo, un corrotto, come spesso mi è capitato in passato. Qui a essere premiato è l’uomo comune, con la sua forza e fragilità. Dedico quindi questo Premio a tutti coloro che a volte si sentono inadeguati, fuori posto, ma che non si arrendono e continuano a lottare per quello in cui credono”.Commento del regista Sergio Scavio: “Affidare un ruolo da protagonista per la propria opera prima è un atto temerario: si affida la propria storia, per lungo tempo tanto pensata e desiderata, sulle spalle di un altro. Dal primo incontro con Fabrizio Ferracane, dalle domande sorprendenti che mi fece quel giorno e che ha sempre continuato a farmi fino alla fine delle riprese, ho capito che le sue erano le spalle giuste per portare il mio Cesare a realizzarsi completamente: quelle di un attore generoso, curioso, tanto spericolato da fare, con evidente amore, un film che gli chiedeva di uscire dalle sue consuetudini. Di questa sua voglia di rischiare gli sarò per sempre grato e sono colmo di gioia per questo suo meritato premio qui al Bif&st”.
un film di SergioScavio
con Fabrizio Ferracane, Alessandro Gazale, Luciano Curreli, Francesca Ventriglia, Sabina Zicconi, Antonello Grimaldi
una produzione Ombre Rosse e WellSee, in associazione con Metaphyx in collaborazione con RAI Cinema
con il contributo del Mic – Ministero della Cultura con il contributo della Regione Sardegna
l’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione Spettacolo e Sport
con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission
Fondazione di Sardegna Roble Factory
Distribuzione
RSProductionseMirariVos
notediregia
Lamissionemia,dicuidicevopoc’anzi,eraquesta:farsaltaretuttiequattroipalazzie,inipotesisecondaria, occuparli,sbatterefuorilecircaduemilapersonechecilavoravano,chinesulfatturato,suidisegnitecnicie suitestidelleumanerelazioni,epoitenerliadisposizionedialtragente.Veramentenessunovenneadirmi che questa era la mia missione, che dovevo fare così e così, ma era pacifico, toccava a me
(“Lavitaagra”di Luciano Bianciardi)
LaguerradiCesarenasce dalla voglia di rimettere in moto un libro per me molto importante, “Lavitaagra” di Luciano Bianciardi. Il romanzo racconta le prime crepe del boom economico ed io mi sono chiesto che cosa è rimasto oggi di quel mondo economico e sociale dopo che quella crepa, inizialmente sottilissima, è oggi diventata una voragine dentro cui è tutto precipitato: la società tutta e soprattutto quei lavoratori, i loro sogni.
Ho pensato alle persone che mi erano vicine che venivano da quel mondo e li ho immaginati immersi, impotenti, dentro una Sardegna mineraria che penso di conoscere bene: un territorio segnato dalla fine di un’epoca, dall’esaurimento delle risorse e dall’abbandono. Tempo fa lessi che, in certe miniere sarde, c’erano minatori che non erano mai stati dentro un pozzo, dentro una galleria: pur di tenere in vita un sistema produttivo lo Stato creava paradossi del genere.
Qui, tra rituali quotidiani svuotati di senso, due famiglie e due amici lavoratori vivono una relazione intensa, messa alla prova dal licenziamento e dalla conseguente ribellione. Ma ha ancora senso rivoltarsi, oggi? È ancora possibile?
Ha senso fare cose dimostrative, simboliche, cose inutili? Questa è la domanda che attraversa il film. L’inutilità di far rivivere una miniera spenta, di un’amicizia tossica, di cavalli che non corrono, di una statua abbattuta. Eppure, è proprio in questa gratuità che risiede la forza dei personaggi, la bellezza insostituibile delle cose che non servono.
Ho provato a mettere in scena quello che credo un’opera prima dovrebbe fare: rischiare tutto, non limitarsi, provare a mettere in scena tutto il cinema inespresso fino a quel momento. E quindi, insieme al tentativo di raccontare una ribellione fallita, ho descritto il mondo vicino a me, lo spirito della mia città, Sassari, e il mio cinema, cioè tutto ciò che amo; ho mischiato attori professionisti con amici e li ho tutti mascherati dentro personaggi grotteschi, comici e drammatici insieme. Li ho fatti ballare, ridere, abbracciarsi, suonare insieme.
La musica è un elemento importante del film. Ho costruito con il compositore una colonna sonora che avesse dei suoni nostalgici, musiche dei tempi passati, con un impasto contemporaneo: quindi suoni vaporwave, un genere che inquadra delle musiche che rappresentano la nostalgia di un periodo che non si è mai vissuto, il mio caso con il mondo operaio e politico degli anni del lungo secondo dopoguerra. Ma non solo: canti operai, rock, dance music… E ad ospitare la musica e i suoi danzatori un dopolavoro operaio convertito in una discutibile e bizzarra discoteca.
È poi un film che arriva dopo una lunga, faticosa e non ancora esaurita carriera da spettatore professionista e poi da insegnante di cinema. Grazie alle opere e agli sguardi di tanti registi è stato possibile per me realizzare questo film, troppi per nominarne qualcuno, ma tutti in qualche modo parlano di me.
Sergio Scavio
cast artistico
CESARE FABRIZIO FERRACANE
MAURO ALESSANDRO GAZALE
FRANCESCO LUCIANO CURRELI
LORI FRANCESCA VENTRIGLIA
scheda tecnica
REGIA SERGIO SCAVIO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA SERGIO SCAVIO, PIER PAOLO PICIARELLI
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA MICAELA CAUTERUCCI
SCENOGRAFIA DARIO GESSATI
COSTUMI MARIA CHIARA CARTA, NOEMI TRONZA, GIANFRANCO DEIANA
MONTAGGIO ERIKA MANONI
SUONO POMPEO IAQUONE
MUSICHE SAMUELE “PHERRO” MASIA
PRODUTTORE ESECUTIVO ANDREA DI BLASIO
PRODOTTO DA LUCA CABRIOLU, ANDREA DI BLASIO PER OMBRE ROSSE
ANGELISA CASTRONOVO, ANTONINO MOSCATT PER WELLSEE
UNA PRODUZIONE OMBRE ROSSE E WELLSEE
IN ASSOCIAZIONE CON METAPHYX
IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA
con il contributo del Mic – Ministero della Cultura
con il contributo della Regione Sardegna
l’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali,
Informazione Spettacolo e Sport
con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission
Fondazione di Sardegna
Roble Factory
DISTRIBUZIONE RS PRODUCTIONS E MIRARI VOS
Testi e immagini dall’Ufficio Stampa RAI Cinema. Aggiornato il 21, il 29 marzo e il 16 maggio 2025.