Marckalada, quando l’America aveva un altro nome, di Paolo Chiesa, Editori Laterza – recensione

L’ultimo lavoro del professor Paolo Chiesa ci porta una serie di scoperte di grande interesse: Marckalada, quando l’America aveva un altro nome, pubblicato da Editori Laterza (2023), è molto di più di quel che promette il titolo.

Lo avremo magari acquistato, allettati dall’idea di un libro che ci racconti un’altra storia di contatti transoceanici precolombiani, ma proseguendo nellla lettura ci troveremo di fronte a una serie di altre storie non meno interessanti. Tutte queste scoperte sono state già presentate nel corso degli ultimi anni in diversi studi, che chi vorrà approfondire ritroverà a fine articolo, insieme alle informazioni sulla diretta di mercoledì 15 Febbraio 2023 col professor Paolo Chiesa ed Enrico Maria Di Palma.

Marckalada Paolo Chiesa
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Andiamo per ordine. La “scoperta” dietro il titolo è quella della prima attestazione in area mediterranea di Marckalada/Marchalanda, contenuta nella Cronica universalis del domenicano Galvano Fiamma (pp. 29 e segg., passim). Una terra corrispondente alla Markland narrata in alcune saghe norrene, quella di Eirik il Rosso e dei Groenlandesi (p. 41). La Cronica universalis viene datata attorno al 1340, quindi circa 150 anni prima della spedizione di Colombo.

Nella geografia americana dei norreni, dopo la Groenlandia, andando verso sud-sud-ovest, troviamo prima Helluland, “la terra delle pietre lisce” (probabilmente l’isola di Baffin in Canada), quindi Markland, “la terra dei boschi” (probabilmente la costa del Labrador), e infine Vinland, “la terra del vino” (probabilmente Terranova).

Una precisazione che ad alcuni lettori potrà sembrare ovvia, ma che purtroppo non lo è ancora per buona parte del pubblico: anche se siamo stati abituati per decenni a pensare che i Vichinghi in America prima di Colombo fossero pseudoscienza, la nozione è oggi riconosciuta al punto che l’insediamento canadese a L’Anse aux Meadows (Terranova, Canada), scoperto nel 1960, è sito Patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1978.

Vista così, quella di Chiesa non sembrerebbe neppure una scoperta così sensazionale. A renderla più succosa è però il contesto, spiegato con sviluppi ulteriori. Innanzitutto, il tentativo di verificare le fonti del milanese Galvano Fiamma, andando a cercare tra i mercanti del porto di Genova (pp. 59-61), che potrebbero avergli trasmesso la nozione di Markland. Poi, le considerazioni circa la geografia che traspare dalle carte dell’epoca, che lascerebbero intendere che allora si supponesse un corridoio di viaggio comodo verso le Americhe. Le conclusioni sono ovvie: prima di imbarcarsi con la sua spedizione verso le Americhe, Colombo sapeva di Marckalada?

La posizione espressa dal professor Chiesa sul punto appare saggia e prudente (p. 125 e segg.): è possibile che Colombo fosse venuto in contatto con quelle informazioni, ma non lo sappiamo con certezza e non è ancora possibile dimostrare in un senso o nell’altro. Non è facile ritrovare in un lavoro che presenta una nuova, rilevante scoperta delle affermazioni che ne riducono la portata (al contrario, spesso ritroviamo tesi tirate per i capelli), ma questo contribuisce a far apprezzare l’approccio dell’autore.

Marckalada Paolo Chiesa
La copertina del saggio Marckalada, quando l’America aveva un altro nome, di Paolo Chiesa, pubblicato da Editori Laterza (2023) nella collana i Robinson / Letture. Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Passiamo alla seconda importante scoperta presentata al grande pubblico nel saggio, che è quella di un testo fino ad oggi sconosciuto, che è appunto la Cronica universalis del milanese Galvano Fiamma, datata al 1340.  Un’opera che – come abbiamo visto – nasconde informazioni rilevanti, ma pure un’opera lunga, incompiuta e farraginosa (p. 21), con domande che riflettono lo spirito dell’epoca e che a noi possono plausibilmente far sorridere (p. 27).

Altra importante informazione contenuta nella Cronica universalis di Galvano Fiamma, e non presente altrove, è quella di una spedizione genovese (p. 69) di seicento uomini che nel 1291 puntavano all’India per ricavarne onori e soprattutto ricchezze. Se ne persero le tracce, fino all’arrivo di un’ambasceria etiope che raccontava come questi genovesi in Etiopia non potessero più rientrare né per via di mare, né per via di terra a causa dei saraceni.

Davvero quegli uomini arrivarono in Etiopia o si trattò di una pietosa bugia? Paolo Chiesa non sembra aver dubbi, ma in ogni caso, quello narrato nella Ystoria Ethiopie (così dice la didascalia per questi sei capitoli della Cronica universalis) è un episodio storico rilevante.

Sia Marckalada/Marchalanda che la Ystoria Ethiopie si trovano nel terzo capitolo della Cronica universalis, dedicato alla geografia delle terre lontane, e dimostrano l’interesse di Galvano Fiamma per questo tema (pp. 29 e segg.).

Il libro è quindi un’altra importante dimostrazione che nel passato si è viaggiato più di quanto abbiamo ritenuto fino a poco tempo fa, superando anche i dibattiti novecenteschi, venati da pregiudizi ideologici (p. 43).

“Per quanto fosse più impegnativo di oggi, anche nel medioevo si viaggiava, e si viaggiava molto; e, allora come oggi, i viaggiatori raccontavano, e tanto più raccontavano quanto più insoliti erano i luoghi dove erano stati” (p. 57).

Bisogna essere degli specialisti per leggere questo libro? Niente affatto: Marckalada, quando l’America aveva un altro nome è un saggio che – mi si perdoni l’espressione abusata – si legge come un romanzo. Un libro che è una grande dichiarazione d’amore alla filologia, ricco di insegnamenti che si ricavano più dall’osservazione del metodo e dei principi utilizzati, che da esplicite indicazioni dell’autore.
Il saggio riesce anche a dimostrare che a poter fare divulgazione in maniera avvincente ed efficace possono essere anche i nostri professori, con un libro, e non soltanto gli influencer sui social media.
Sicuramente, uno dei migliori saggi che potrete leggere quest’anno.

Paolo Chiesa Marckalada, quando l'America aveva un altro nome
La copertina del saggio Marckalada, quando l’America aveva un altro nome, di Paolo Chiesa, pubblicato da Editori Laterza (2023) nella collana i Robinson / Letture

Per approfondire:

  • Paolo Chiesa, «Ystorie Biblie omnium sunt cronicarum fundamenta fortissima». La
    Cronica universalis di Galvano Fiamma (ms. New York, collezione privata), Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 118 (2016), pp. 179-216. Link: https://www.isime.it/product/bullettino-118/
  • Paolo Chiesa, Galvano Fiamma e Giovanni da Carignano. Una nuova fonte sull’ambasceria etiopica a Clemente V e sulla spedizione oceanica dei fratelli Vivaldi, Itineraria, 17 (2018), pp. 63-107. Link: https://www.sismel.it/publications/1666-itineraria-17-(2018)
  • Alessandro Bausi e Paolo Chiesa, The Ystoria Ethyopie in the Cronica Universalis of Galvaneus de la Flamma (d. c.1345), Aethiopica, 22 (2019), pp. 5-57. DOI: https://doi.org/10.15460/aethiopica.22.0.1491
  • Paolo Chiesa, Marckalada: The First Mention of America in the Mediterranean Area (c. 1340), Terrae Incognitae, 53 (2021), pp. 88-106. DOI: https://doi.org/10.1080/00822884.2021.1943792
  • Paolo Chiesa, Two Cartographic Elements in Galvaneus Flamma’s Cronica Universalis, Terrae Incognitae, 54 (2022), pp. 280-294. DOI: https://doi.org/10.1080/00822884.2022.2138223

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“Marckalada” e le esplorazioni prima di Colombo

Mercoledì 15 Febbraio 2023, ore 19:00: intervista a Paolo Chiesa, professore di letteratura latina medievale e umanistica all’Università degli Studi di Milano – La Statale; conducono Enrico Maria Di Palma e Giuseppe Fraccalvieri.

L’evento è ospitato sulla Pagina Facebook di ClassiCult e della Wunderkammer, sul canale YouTube di ClassiCult e della Wunderkammer, sul canale Twitch della Wunderkammer, sui canali LinkedIn e Twitter di ClassiCult

Þegi þú, Týr, þú kunnir aldregi bera tilt með tveim; handar innar hægri mun ek hinnar geta, er þér sleit Fenrir frá.

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