Palazzo Reale di Napoli, aperti ai visitatori nuovi spazi: il Museo della Fabbrica e il Belvedere Clicca qui per l’inaugurazione del Museo della Fabbrica e la presentazione del restauro del Belvedere
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Inaugurato il Museo della Fabbrica, uno spazio permanente che ripercorre la storia della reggia con opere e supporti multimediali che si completa con la mostra : “Quattro secoli di storia: la fabbrica di Palazzo Reale”. Presentati il restauro del Belvedere, la riqualificazione dei sottotetti, la nuova biglietteria con lo spazio accoglienza.
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Sono stati inaugurati, oggi a Napoli, nuovi spazi di Palazzo Reale: il Belvedere, il Museo della Fabbrica, con la nuova biglietteria e spazio accoglienza nel cortile d’Onore e la mostra temporanea che racconta i quattro secoli di storia della reggia, nella Galleria del Genovese al piano nobile.
Sono intervenuti il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano , e il Direttore generale Musei, Massimo Osanna , accolti dal Direttore di Palazzo Reale, Mario Epifani .
Il Museo della Fabbrica del Palazzo Reale di Napoli è un’esposizione permanente che costituisce un percorso introduttivo alla visita non solo dell’Appartamento di Etichetta, ma di tutto il complesso monumentale.
Collocato al pianterreno, con accesso dal Cortile d’Onore, il museo racconta la storia del palazzo attraverso l’esposizione di opere e installazioni audiovisive che ne illustrano le trasformazioni anche attraverso rilievi 3D, raccontandone le vicende in modo coinvolgente e suggestivo e introducendo il visitatore agli spazi monumentali della reggia napoletana. Nella parte centrale sono esposti in teche sospese i modellini ottocenteschi degli architetti dell’epoca Antonio Niccolini e Gaetano Genovese, restaurati per l’occasione.
Il Museo della Fabbrica, concepito dal direttore Mario Epifani, si inserisce in un più ampio progetto, curato dall’architetto Almerinda Padricelli , di recupero degli spazi al piano terra che gravitano intoro al cortile d’Onore, con una ricollocazione delle funzioni esistenti e nuove che contrisce a conferire a questo luogo il ruolo di cerniera tra il Palazzo e la città.
Il nuovo museo è stato progettato dall’architetto Giovanni Francesco Frascino , in asse con l’ingresso principale di Piazza del Plebiscito creando un nuovo foyer con la biglietteria e il guardaroba, spazio di accoglienza, informazione e orientamento. Un vero punto di partenza per la visita del Palazzo che sarà aperto ai visitatori da martedì 16 luglio.
Al piano nobile, nella Galleria del Genovese, fino al 3 settembre, è allestita la mostra “Quatto secoli di storia: la fabbrica di Palazzo Reale” , con la curatela del direttore Mario Epifani e l’allestimento dall’architetto Stefano Gei , che prosegue il racconto della storia del palazzo grazie alle opere esposte che lo rappresentano attraverso il tempo e le vicende storiche che ne hanno determinato i cambiamenti.
Le opere esposte in mostra, che dialogano naturalmente con quelle esposte nelle sale dell’Appartamento di Etichetta, sono state concesse in prestito in gran parte da istituzioni museali statali napoletane, primo fra tutti il Museo di San Martino, ma anche dal Museo di Capodimonte, dall’Archivio di Stato di Napoli, dalla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” e dalla Reggia di Caserta.
Altre provengono da collezioni pubbliche e private di Napoli (Gallerie d’Italia e Museo Civico Gaetano Filangieri), Roma (Galleria Carlo Virgilio & C.) e Firenze (Musei del Bargello). Arricchiscono l’esposizione anche prestiti dall’estero, ovvero due dipinti di Antonio Joli appartenenti alla collezione di Lord Montagu di Beaulieu in Inghilterra, restaurati per l’occasione grazie al finanziamento dal Palazzo Reale di Napoli.
In questa giornata è stato presentato il restauro del Belvedere, incastonato sul tetto di Palazzo Reale che affaccia sul Molosiglio, uno spazio esclusivo che offrirà alla città, ai visitatori e ai turisti la possibilità di ammirare uno straordinario panorama sul Golfo di Napoli con una prospettiva inusuale e unica. Un itinerario inusuale attraverso i sottotetti condurrà al torrino del Belvedere – un luogo mai aperto al pubblico da quando è stato costruito nel 1837 – che dal mese di settembre sarà inserito nei percorsi di visita guidati del Palazzo Reale.
Sono durati un anno e sei mesi, i lavori affidati all’arch. Francesco Delizia , diretti dall’architetto Almerinda Padricelli ed eseguiti dalla ditta Modugno, che hanno permesso di riaprire questa parte del palazzo che non rientrò nel restauro che ha interessato la facciata del Palazzo Reale nel 2016, e che hanno interessato anche la riqualificazione dei tetti e dei sottotetti.
Gallery con foto di Emanuele Antonio Minerva – © Ministero della Cultura
Nel Teatro di Corte sono stati proiettati i video dei lavori di restauro e di allestimento che hanno portato alla realizzazione dei nuovi spazi aperti al pubblico.
“Rileggere il divenire di Palazzo Reale nel tempo non è solo un riepilogo delle variazioni stilistico-architettoniche susseguitesi – ha dichiarato il Ministro Gennaro Sangiuliano – bensì è un viaggio nelle viscere della storia di Napoli e del suo modo d’essere capitale di un regno. Auguro che la nuova prospettiva offerta da questa lodevole iniziativa culturale contribuisca ad ampliare l’orizzonte con cui si guarda alla meravigliosa realtà di questa città” .
“Le inaugurazioni di oggi – ha affermato Massimo Osanna , Direttore generale Musei – confermano il successo delle politiche di valorizzazione del Palazzo Reale di Napoli, sempre più dinamiche, propositive e aperte alla città. La ricca programmazione di mostre e l’apertura di nuovi spazi e percorsi rappresentano buone pratiche in linea con gli obiettivi del Sistema museale nazionale, coordinato dalla Direzione generale Musei, nell’ottica di un’offerta culturale sempre più ampia, inclusiva e accessibile” .
“Il nostro obiettivo è quello di recuperare ogni traccia esistente della storia di Palazzo Reale e raccontarla al visitatore, per ricostruire l’identità di un luogo così stratificato – ha aggiunto Mario Epifani – Il palazzo è diventato (complice la vicinanza del Teatro di San Carlo e della Biblioteca Nazionale) una sorta di hub culturale, luogo inclusivo e sede di attività non esclusivamente legate alla visita del museo. Anche grazie a questo nuovo spazio espositivo e di accoglienza, Il Cortile d’Onore diventerà una vera e propria agorà, quasi un pendant più raccolto di piazza del Plebiscito: un luogo di incontro e di eventi, aperto alla città” .
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato come numero monografico dei “Quaderni di Palazzo Reale” Editori Paparo, curato da Mario Epifani con il coordinamento editoriale di Alessandra Cosmi , che accoglie contributi di diversi studiosi, principalmente incentrati sulle vicende architettoniche della reggia con l’introduzione del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e del Direttore generale Musei, Massimo Osanna.
Gallery con foto di Emanuele Antonio Minerva – © Ministero della Cultura
Roma, 15 luglio 2024
Testi, video e immagini dall’Ufficio Stampa e Comunicazione Ministero della Cultura – MiC e dall’Ufficio Stampa di Palazzo Reale di Napoli, Diane Kühne Comunicazione.
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Museo della Fabbrica di Palazzo Reale
Cortile d’Onore
Modellini, opere e video illustrano la storia del Palazzo Reale in un nuovo spazio espositivo permanente che introduce alla visita dell’Appartamento di Etichetta
Napoli, 15 luglio 2024 – Apre Il Museo della Fabbrica del Palazzo Reale di Napoli, un’esposizione permanente che costituisce un percorso introduttivo alla visita non solo dell’Appartamento di Etichetta, ma di tutto il complesso monumentale.
Collocato al pianterreno, con accesso dal Cortile d’Onore, accanto agli spazi di accoglienza del pubblico, il museo racconta la storia del palazzo attraverso l’esposizione di opere e installazioni audiovisive che ne illustrano le trasformazioni anche attraverso rilievi 3D, raccontandone le vicende in modo coinvolgente e suggestivo e introducendo il visitatore agli spazi monumentali della reggia napoletana. Un racconto con una visione moderna della storia e lella costruzione del Palazzo attraverso testimonianze artistiche e architettoniche (plastici , quadri, frammenti di affreschi, statue, fotografie) che fanno parte del patrimonio delle opere del Palazzo.
Il Museo della Fabbrica, concepito dal direttore Mario Epifani , è stato progettato dall’architetto Giovanni Francesco Frascino e realizzato con la supervisione dell’architetto di Palazzo Reale Almerinda Padricelli.
“Il nostro obiettivo è quello di recuperare ogni traccia esistente della storia di Palazzo Reale e raccontarla al visitatore, per ricostruire l’identità di un luogo così stratificato – dichiara Epifani – Da centro del potere, dopo la fine della monarchia il palazzo è diventato (complice la vicinanza col Teatro di San Carlo e con la Biblioteca Nazionale) una sorta di hub culturale, luogo inclusivo e sede di attività non esclusivamente legate alla visita del museo. Anche grazie a questo nuovo spazio espositivo e di accoglienza, Il Cortile d’Onore non sarà più un semplice luogo di attraversamento bensì̀ una vera e propria agorà, quasi un pendant più raccolto di piazza del Plebiscito: un luogo di incontro e di eventi, aperto non solo ai visitatori del museo ma anche alla città”.
Pensato come punto di partenza per la visita del palazzo, ma anche come prolungamento coperto del Cortile d’Onore, il museo è introdotto dal nuovo foyer con la biglietteria e il guardaroba, spazio di accoglienza, informazione e orientamento .
“Al suo interno il visitatore non solo ha la possibilità̀ di valutare l’offerta culturale proposta e scegliere la tipologia di visita da effettuare, – racconta Almerinda Padricelli , responsabile del progetto – ma anche l’opportunità̀ di accedere a uno spazio introduttivo alla visita, accolto in ambienti dedicati che conducono al percorso di visita, proponendosi come esperienza immersiva nella meraviglia di una residenza reale e dei suoi tesori”.
“Gli elementi esposti nel Museo della Fabbrica – racconta il progettista Frascino – seguendo lo spartito orizzontale delle tre navate e la successione delle volte propongono una narrazione dinamica e contemporanea, attraverso quattro sezioni espositive concepite come veri e propri ‘momenti emotivi’.
Fulcro dell’esposizione sono gli straordinari modellini ottocenteschi, realizzati dagli architetti Antonio Niccolini e Gaetano Genovese, restaurati per l’occasione ed esibiti con un suggestivo allestimento sospeso che consente di osservarli da diverse prospettive. Il più̀ antico è il Plastico del Palazzo Reale Nuovo e Vecchio e del Teatro di San Carlo di Antonio Niccolini (1811), mentre gli altri quattro furono concepiti da Gaetano Genovese una generazione più̀ tardi, intorno al 1840: il Modello della scala grande (composto da due plastici assemblati), il Modello della sala a T (il vestibolo corrispondente all’attuale sala XX ) e il Modello per la fontana del Cortile d’Onore.
Il percorso
In asse con l’ingresso principale di Palazzo Reale e il Cortile d’Onore , alle spalle della fontana della Fortuna, attraverso due ingressi speculari, si accede a uno spazio la cui austerità si contrappone agli ambienti sfarzosi del Palazzo.
A destra dell’ingresso sono stati ricavati gli spazi di accoglienza (biglietteria e guardaroba); a sinistra, un disimpegno ospita un primo video che riassume la storia del palazzo dal 1600 a oggi, in corrispondenza dell’accesso al Museo della Fabbrica.
Le prime tre sezioni propongono un percorso multimediale nella storia del palazzo dal periodo vicereale al regno borbonico fino alla fase napoleonica, con un criterio espositivo che associa opere d’arte (dipinti, vedute, frammenti di affresco) a schermi su cui scorrono altre testimonianze visive e i ritratti dei protagonisti delle vicende ripercorse da una voce narrante (con sottotitoli in italiano e inglese).
Lo spazio centrale immerge il visitatore nella fase della riconfigurazione ottocentesca del palazzo, illustrata dagli spettacolari modelli architettonici sospesi all’interno di cinque ‘stanze’ vetrate, affiancati da dipinti coevi e da ulteriori postazioni audiovisive.
Nella sezione successiva, relativa al periodo del Regno d’Italia, sono esposti in successione i busti di re e regine fino a Vittorio Emanuele III.
Il museo si chiude con una sorta di tunnel del terrore : uno stretto corridoio in cui sono rievocati i drammatici anni della Seconda guerra mondiale e i bombardamenti che colpirono gravemente Palazzo Reale, secondo la visione concepita dal regista Giuseppe Carrieri come uno sguardo sull’invisibile.
La visita è compresa nel biglietto d’ingresso dell’Appartamento Storico del Palazzo Reale
Orario: 9.00-19.00 (ultimo ingresso h. 18.30 – chiusura mercoledì)
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“Quattro secoli di storia: la fabbrica di Palazzo Reale”
31 maggio – 3 settembre 2024
a cura di Mario Epifani
Palazzo Reale di Napoli – Galleria del Genovese
Napoli, 31 maggio 2024 – Il Palazzo Reale di Napoli, così come lo vediamo oggi, è frutto di una stratificazione di interventi avvenuti nell’arco di quasi quattro secoli, ovvero dalla costruzione del palazzo vicereale nel 1600 fino ai restauri successivi ai bombardamenti e all’occupazione militare che la reggia subì durante la Seconda guerra mondiale.
È la Galleria del Genovese, al piano nobile, la sede della mostra “Quattro secoli di storia: la fabbrica di Palazzo Reale”, curata dal direttore Mario Epifani e aperta al pubblico dal 31 maggio al 3 settembre 2024.
“In parallelo allo spazio espositivo permanente del Museo della Fabbrica al pianterreno, che introduce alla visita delle sale storiche al piano nobile e di tutto il complesso monumentale, – dichiara Mario Epifani , direttore del Palazzo Reale e curatore della mostra – questa esposizione temporanea è stata resa possibile grazie ai generosi prestiti concessi da collezioni pubbliche e private italiane e straniere. Il viaggio attraverso i “quattro secoli di storia”, che si apre suggestivamente con la riproduzione della porta bronzea del vecchio palazzo vicereale, è qui illustrato da diverse opere d’arte che trovano riscontro in un catalogo che ripercorre la cronologia di Palazzo Reale dalla sua fondazione fino ai più recenti lavori di restauro e riallestimento. Lo studio si avvale del contributo di studiosi che da tempo si occupano della storia di Napoli e di Palazzo Reale, soprattutto dal punto di vista architettonico e urbanistico. Si tratta di un importante tassello nel percorso di recupero dell’identità storica del complesso monumentale, avviato nel 2020 con la gestione autonoma del museo: un percorso in cui lo sguardo si allarga fino a includere la storia di Napoli, d’Italia e di tutta l’Europa in età moderna. Queste ricerche e questa stessa esposizione rappresentano una solida base per l’impostazione del lavoro di tutela e valorizzazione svolto dal museo”
Una mostra allestita per arricchire il racconto della storia del Palazzo in occasione dell’apertura del Museo della Fabbrica, percorso introduttivo alla visita dell’Appartamento di Etichetta. In mostra sono esposti piante, vedute, disegni, ma anche dipinti, sculture, incisioni e stampe che documentano le trasformazioni della reggia, presentando sia i regnanti che lo abitarono che gli architetti che lo costruirono e illustrando lo stretto rapporto del palazzo con la città, dalla sua fondazione fino alla fine della monarchia.
Le quaranta opere esposte, che dialogano naturalmente con quelle esposte nelle sale dell’Appartamento di Etichetta, sono state concesse in prestito in gran parte da istituzioni museali statali napoletane, primo fra tutti il Museo di San Martino, ma anche dal Museo di Capodimonte, dall’Archivio di Stato di Napoli, dalla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” e dalla Reggia di Caserta. Altre provengono da collezioni pubbliche e private di Napoli ( Gallerie d’Italia, Museo Civico Gaetano Filangieri), Roma ( Galleria Carlo Virgilio & C.) e Firenze (Musei del Bargello). Arricchiscono l’esposizione anche prestiti dall’estero, ovvero due dipinti di Antonio Joli appartenenti alla collezione di Lord Montagu di Beaulieu in Inghilterra, (restauro finanziato dal Palazzo Reale di Napoli).
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato come numero monografico dei “Quaderni di Palazzo Reale” (Editori Paparo), curato da Mario Epifani (e il coordinamento editoriale di Alessandra Cosmi), che accoglie contributi di diversi studiosi, principalmente incentrati sulle vicende architettoniche della reggia con l’introduzione del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e del Direttore generale Musei, Massimo Osanna.
Il percorso
Il percorso è articolato in quattro sezioni, allestite dall’architetto Stefano Gei sulla base del progetto scientifico di Mario Epifani.
CORRIDOIO
1600-1734: I viceré e il palazzo di Domenico Fontana
Il percorso di visita inizia con una suggestione scenografica che rimanda alla fase cinquecentesca, antecedente la costruzione di Palazzo Reale: i visitatori cominciano il viaggio ideale nella storia del palazzo oltrepassando due quinte che riproducono le ante bronzee del portale del Palazzo Vecchio (oggi conservate nel palazzo Muscettola di Spezzano nella zona di Montesanto), l’edificio che nel XVI secolo fu la sede dei viceré, prima della costruzione del nuovo palazzo che vediamo oggi.
Nel 1600 il viceré Fernando Ruiz de Castro, VI conte di Lemos, fece infatti costruire una nuova residenza che fosse degna di accogliere il rappresentante del re di Spagna, affidandone il progetto all’architetto ticinese Domenico Fontana – ritratto nella medaglia di Domenico Poggini .
Il nuovo palazzo fu dotato di una maestosa facciata sul Largo di Palazzo, l’attuale piazza del Plebiscito, visibile nel dipinto raffigurante L’arrivo del cardinale Ascanio Filomarino in visita al viceré e nell’ incisione di Nicolas Perrey .
Il progetto originario non fu mai del tutto realizzato e dopo la morte di Fontana (1607) restavano da completare sia il lato verso il mare che quello a est, verso Castel Nuovo. La planimetria esposta evidenzia come la nuova residenza vicereale abbia progressivamente inglobato i preesistenti giardini, continuando a convivere per oltre due secoli con il vecchio palazzo vicereale.
Nella prima metà del Seicento i viceré si dedicarono alla decorazione degli interni: risalgono a quest’epoca gli affreschi di Belisario Corenzio e Battistello Caracciolo, tuttora visibili in alcune sale dell’Appartamento di Etichetta. Una nuova fase iniziò nel 1648 con l’elezione del viceré Íñigo Vélez de Guevara y Tassis, conte di Oñate, che affidò all’architetto Francesco Antonio Picchiatti il completamento dell’edificio sul fronte orientale verso il mare, che prevedeva anche il collegamento diretto con il sottostante arsenale e con la darsena, e soprattutto la costruzione di una cappella (già prevista da Fontana) e di un nuovo, grandioso scalone ispirato a quello dell’Alcázar di Toledo.
La sistemazione seicentesca è documentata da dipinti, disegni e incisioni in cui è possibile vedere il versante meridionale del palazzo, come l’incisione acquerellata del tardo Seicento che mostra in particolare l’angolo tra l’arsenale e la salita del Gigante e la veduta a volo d’uccello che mostra la città dal golfo, risalente all’inizio del Settecento.
Sulla parete in fondo al corridoio è esposto il dipinto raffigurante Il Largo di Palazzo , opera di Gaspar van Wittel, che introduce alla prima sala.
PRIMA SALA
1734-1799: La reggia di Carlo di Borbone e Ferdinando IV
Nel 1734 Carlo di Borbone salì sul trono del Regno di Napoli e Palazzo Reale divenne la residenza ufficiale di un sovrano fisicamente presente in città. Importanti interventi di ristrutturazione dell’edificio si resero
allora necessari per adeguarlo alla nuova funzione, ampliando il palazzo verso Castel Nuovo con la costruzione del Braccio Nuovo e la creazione del Giardino Pensile con affaccio sul golfo, come si può vedere nel dipinto di Pietro Fabris e nella veduta “delle logge” .
Nel progetto di Biase De Lellis per la pavimentazione della terrazza del Giardino Pensile sono chiaramente visibili i gigli borbonici, inseriti nel disegno del parterre. Contestualmente furono costruiti due nuovi cortili e riorganizzati gli spazi interni, con particolare riguardo per gli appartamenti privati del re e della regina, che furono decorati dai principali artisti del tempo.
Nel 1759 Carlo di Borbone fu chiamato sul trono di Spagna e dovette abdicare in favore del figlio Ferdinando che, all’età di otto anni, ereditò i regni di Napoli e di Sicilia. L’importante evento storico è illustrato dai due dipinti di Michele Foschini che raffigurano la Sala del Trono e la Cappella Reale, dove si svolsero le cerimonie dell’abdicazione e del giuramento.
Dopo un periodo di reggenza, nel 1767 Ferdinando poté finalmente regnare in autonomia e l’anno successivo sposò Maria Carolina d’Austria: per l’occasione la Sala Regia, già in precedenza utilizzata per feste e commedie in musica (come si vede nel volume riccamente illustrato da Vincenzo Re), fu trasformata in Teatro di Corte dall’architetto Ferdinando Fuga.
L’assetto settecentesco del Palazzo è rappresentato in mostra dal disegno di Luigi Vanvitelli , che progettò la chiusura di parte delle arcate del portico in facciata per garantirne maggiore stabilità, e dai dipinti di Antonio Joli , che illustrano scorci urbani che includono il Palazzo Reale: il collegamento con Castel Nuovo tramite il ponte tuttora esistente e la maestosa facciata verso il Largo di Palazzo.
SECONDA SALA
1799-1837: Progetti di riforma dalla dominazione napoleonica alla Restaurazione
Il XVIII secolo si chiude nel Regno di Napoli con la breve e drammatica esperienza della Repubblica Napoletana, nata nel gennaio 1799 col sostegno dell’esercito francese e soffocata nel sangue della prima restaurazione borbonica appena cinque mesi dopo. Rappresenta simbolicamente questa tumultuosa fase storica la gouache di Saverio Della Gatta che raffigura La distruzione dell’albero della libertà a Largo di Palazzo (1800), con l’omonima scultura antica e la fontana poi trasferite rispettivamente al Museo Archeologico Nazionale e in via Partenope.
L’assetto del fronte meridionale della reggia, prima della radicale ristrutturazione di metà Ottocento, è ben documentato dalla veduta del Museo Filangieri , in cui spicca il corridoio coperto, che collegava il Palazzo al sottostante arsenale.
Durante il decennio francese (1806-1815) si avvicendano sul trono di Napoli Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat. Entrambi promuovono importanti interventi urbanistici, affidano ad Antonio Niccolini la sistemazione del complesso monumentale e dell’area urbana circostante.
Il cosiddetto Progetto Grande dell’architetto toscano, mai realizzato, è qui illustrato da un gruppo di disegni del Museo di San Martino . In particolare, per la facciata meridionale Niccolini prevede un complesso di giardini che avrebbe incluso l’area dell’arsenale, collegando la zona di Santa Lucia e il molo; in sostituzione del Palazzo Vecchio, progetta l’edificio della Guardia Reale, dal prospetto curvilineo.
L’assetto degli ambienti interni del Palazzo nel primo Ottocento è documentato dal dipinto di Louis Lemasle raffigurante il matrimonio per procura della principessa Carolina di Borbone, primogenita dell’erede al trono Francesco, con Charles-Ferdinand d’Artois, duca di Berry, celebrato nella Cappella Reale nel 1816.
TERZA SALA
1837-1860: L’intervento di Gaetano Genovese e la fine del Regno delle Due Sicilie
Durante il regno di Ferdinando II di Borbone, ritratto dal pittore Giuseppe Martorelli (1844), fu avviato il piano di «Riduzione del Real Palazzo» con l’intento di riformare una fabbrica ormai non più funzionale e caratterizzata dal disordine edilizio generato nei secoli precedenti. A d accelerare l’esecuzione del piano fu l’esigenza di porre rimedio ai danni dell’incendio del 1837 che distrusse buona parte dell’ampliamento settecentesco del palazzo e che fu immortalato dal pittore Anton Sminck Pitloo.
Nello stesso anno il re approvò il progetto dell’architetto Gaetan o Genovese, che fece tesoro delle proposte mai realizzate degli architetti che lo avevano preceduto, come l’idea progettuale illustrata nella pianta attribuibile al luganese Pietro Bianchi.
Genovese demolì il Palazzo Vecchio realizzando una nuova facciata sul lato settentrionale e creando le condizioni per illuminare con grandi vetrate lo Scalone d’Onore – il cui antico aspetto è documentato dall’ acquerello di Gennaro Aloja – al quale fu conferita una nuova veste neoclassica. Sempre sul fronte nord sistemò il giardino all’inglese col contributo del botanico Friedrich Dehnhardt, collocando ai lati del nuovo ingresso la coppia di Palafrenieri in bronzo , successivamente spostati verso Castel Nuovo.
Sul lato meridionale furono eliminate le fabbriche seicentesche e ridisegnata la facciata, qui rappresentata nell’ acquerello di Giacinto Gigante . La riconfigurazione del Giardino Pensile con l’originario allestimento borbonico è testimoniata da un prezioso dipinto eseguito da Gabriele Smargiassi per lo zar di Russia Nicola I , in cui sono rappresentati il berceau in legno e la ringhiera decorata con i gigli e le iniziali di Ferdinando II, poi rimosse dai Savoia.
Il disegno e il modello in gesso del gruppo scultoreo con Partenope che incorona il Genio delle Arti di Tito Angelini documentano un elemento, non realizzato per motivi economici, del progetto di Genovese: la fontana che fa da sfondo alla parte centrale del Cortile d’Onore, poi completata riutilizzando le parti dell’antica fontana del Molo.
L’annessione di Napoli al Regno d’Italia non comportò significative trasformazioni architettoniche, pertanto si può senza dubbio affermare che sostanzialmente le modifiche messe in atto da Gaetano Genovese configurarono l’aspetto della reggia a noi pervenuto fino a oggi.
Al loro arrivo, nel 1861, i Savoia trovarono a Napoli una reggia rinnovata da poco e riccamente arredata. Gli interventi furono pertanto decisamente limitati, se si escludono la costruzione della nuova Cavallerizza verso Castel Nuovo e l’inserimento nelle nicchie della facciata seicentesca delle statue dei re di Napoli, da Ruggero il Normanno fino a Vittorio Emanuele II.
La visita è compresa nel biglietto d’ingresso dell’Appartamento Storico del Palazzo Reale
Orario: 9.00-20.00 (ultimo ingresso h. 19.00 – chiusura mercoledì)
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Il Belvedere del Palazzo Reale di Napoli restituito la città
Concluso il restauro del “torrino” che sarà aperto al pubblico
con visite guidate. Il percorso attraverso i sottotetti riqualificati
Napoli, 15 luglio 2024 – Incastonato sul tetto di Palazzo Reale il Belvedere si apre ai visitatori dopo il restauro per restituire alla città e ai turisti uno spazio esclusivo dal quale ammirare uno straordinario panorama sul Golfo di Napoli con una prospettiva inusuale e una vista unica ed esclusiva.
Il torrino del Belvedere è sempre stato un ambiente connotato da un carattere strettamente privato, riservato unicamente alla famiglia reale, e nel quale non era prevista alcuna funzione di corte. Dal mese di settembre sarà inserito nel percorso di visita dell’Appartamento Storico.
“Un piccolo gioiello – ha dichiarato il direttore Mario Epifani – che andava assolutamente restituito al Palazzo e ai suoi visitatori e dal quale si può ammirare non solo un panorama di incomparabile bellezza, ma anche il Giardino Pensile, con una visuale diversa, cogliendo il disegno dei marmi e delle fontane. Da settembre offriremo la possibilità di visitarlo con l’accompagnamento di guide, attraverso un itinerario esclusivo nei sottotetti, come quelli che offriamo già per il laboratorio di restauro, i depositi e il Giardino Pensile”.
Sono durati 1 anno e 6 mesi i lavori, eseguiti dalla ditta Vincenzo Modugno srl, Costruzioni – Restauri , che hanno permesso di riaprire questa porzione dell’edificio che non rientrò negli interventi di restauro delle facciate del 2016. Il progetto rientra in un finanziamento POC al PON “Cultura e sviluppo” 2014-2020 per il restauro e l’adeguamento funzionale dei tetti del Palazzo Reale di Napoli ai fini della loro accessibilità.
Responsabile del progetto è l’architetto Francesco Delizia con la direzione dell’architetto di Palazzo Reale, Almerinda Padricelli .
“I lavori hanno consentito non soltanto di ripristinare le condizioni di sicurezza e funzionalità dei tetti del Palazzo – ha spiegato l’architetto Padricelli – ma anche di garantire l’accessibilità dei sottotetti attraverso il recupero di percorsi che consentono la fruizione inedita di un’area di oltre 12.000 mq.
È stata inoltre restaurata la loggia ottocentesca del Belvedere con anche il recupero della terrazza di copertura che offre una vista a 360 gradi su tutta la città di grande suggestione”.
Il Belvedere, che domina la parte meridionale dell’edificio, è ampio circa 150 mq ad un’altezza di circa 70 metri su via Acton. Si affaccia sul golfo di Napoli con tre ampie vetrate che si aprono su un balcone delimitato da una ringhiera uguale a quella della balconata su Piazza del Plebiscito. Realizzato in stile neoclassico durante i lavori commissionati dopo il 1837 da Ferdinando II di Borbone all’architetto Gaetano Genovese, che nel corso di vent’anni ristrutturò l’intero Palazzo.
Testo dall’Ufficio Stampa del Palazzo Reale di Napoli, Diane Kühne Comunicazione.