Uno dei luoghi più imponenti e suggestivi della Roma antica, le Terme di Caracalla, svela, grazie ad un ampliamento del percorso di visita, cosa vi fosse prima della costruzione del complesso: riapre infatti, grazie al lavoro della Soprintenza Speciale di Roma, l’ambiente di una domus di età adrianea con bellissime pitture che raccontano la storia di quest’area precedente la costruzione del complesso termale, voluto e inaugurato nel 216 d.C. da Marco Aurelio Antonino Bassiano, detto Caracalla, figlio di Settimio Severo.

Terme di Caracalla: tornano visibili le splendide pitture di una domus di età adrianea
Prima delle Terme di Caracalla: tornano visibili le splendide pitture di una domus di età adrianea. Foto: Fabio Caricchia

La stanza affrescata, che torna visibile dopo 30 anni, apparteneva ad una domus che venne parzialmente  distrutta e ricoperta nel 206 d.C. assieme al quartiere adiacente a Porta Capena. Una campagna di scavi fu avviata tra il 1858 e il 1869 dall’Ispettore onorario dei Monumenti Antichi Giovan Battista Guidi sul lato sud-est dell’impianto termale e nonostante alcune spoliazioni già in antico, l’edificio conservava ancora l’apparato pittorico e alcuni mosaici.

La costruzione venne ricoperta a partire dal 1970 e oggetto di ulteriori scavi condotti dalla Soprintendenza che portarono al distacco di alcuni affreschi tra cui quelli oggi esposti e nuovamenti visibili al pubblico.

Terme di Caracalla: tornano visibili le splendide pitture di una domus di età adrianea
Domus adrianea. Foto: Fabio Caricchia

La residenza, domus o insula?, era un complesso che si sviluppava almeno su due piani, aveva subito già in antico delle ristrutturazioni e anche rifacimenti alle decorazioni. La scoperta di una bottega accanto al vestibolo, di una scala indipendente che dall’esterno portava ai piani superiori e uno sviluppo dell’edificio sul lato meridionale, ha portato gli archeologi ad ipotizzare che nella fase di ristrutturazione la costruzione fosse stata trasformata in insula con appartamenti destinati alla classe medio-alta e con domus signorile collocata al piano terra e al primo piano.

Domus adrianea, triclinio. Foto: Fabio Caricchia

Gli ambienti erano riccamente decorati con una grande varietà di soggetti e temi. Le pareti avevano pitture scandite da riquadri architettonici con figure umane,  oggetti singoli e scene paesaggistiche secondo una moda diffusa a partire dalla metà del II secolo dopo Cristo. La qualità dell’apparato decorativo suggerisce che la committenza appartenesse ad una classe culturalmente molto alta.

Terme di Caracalla: tornano visibili le splendide pitture di una domus di età adrianea
Domus adrianea, dettaglio uccellini. Foto: Fabio Caricchia

La scoperta di questo edificio, oltre ad essere una preziosa testimonianza della topografia dell’area prima della costruzione delle Terme di Caracalla, costituisce per Roma una rara testimonianza di tipologia abitativa con domus signorile ai piani bassi e appartamenti  ai piani superiori di classe medio-alta.

Nel 1975 la Soprintendenza ai fini della loro conservazione, ha compiuto il distacco della decorazione pittorica di alcuni ambienti della domus che tornano oggi visibili e che in antico dovevano appartenere a due stanze: una dedicata probabilmente al culto che si conserva in ottime condizioni, la seconda, un triclinio, il cui soffitto è stato rinvenuto in fase di crollo.

Prima delle Terme di Caracalla: tornano visibili le splendide pitture di una domus di età adrianea. Foto: Fabio Caricchia

Ad una attenta analisi, quello che prima si riteneva fosse un larario, è in realtà un luogo di devozione con presenza di culti sia romani che orientali. Due sono le raffigurazioni pittoriche, una sopra l’altra: la più antica, di epoca adrianea (134-138 d.C.) riproduce prospettive architettoniche con figure umane, statue, felini e simboli dionisiaci. La nuova decorazione, invece, venne dipinta nei decenni finali del II secolo d.C., conserva tracce di figure antropomorfe a grandezza naturale e con divinità appartenenti a sfere cultuali differenti.

Triade capitolina, Domus adrianea. Foto: Fabio Caricchia

Oltre alla triade capitolina, Giove-Giunone-Minerva, si distinguono le sagome del dio Anubi, divinita legata alla sfera egizia dalla testa canina, Iside-Demetra, con fiore di loto e piume sul capo, ed appena percettibile anche lo sposo Serapide.

Dettaglio di Iside, Domus adrianea. Foto: Fabio Caricchia

La compresenza di pantheon diversi non deve stupire; sin dalle origini Roma fu attraversata da sincretismo religioso che portò spesso la commistione di divinità afferenti culti diversi e proprio queste  pitture sono una delle testimonianze di quello che si andava sempre più affermando nella capitale dell’impero.

Triclinio, dettaglio. Domus adrianea. Foto: Fabio Caricchia

Testimonianza importante anche il grande Mitreo costruito all’interno delle Terme di Caracalla, particolarmente  venerato, soprattutto a Roma, da iniziati di sesso maschile e prevalentemente legati al mondo militare. Nel mondo romano, il mitraismo comparve intorno alla seconda metà del I secolo d.C.

La presenza in uno stesso ambiente di Giove, Giunone e Minerva assieme ad Anubi, Iside e probabilmente Serapide – spiega Mirella Serlorenzi direttore delle Terme di Caracalla – è il segno di quel sincretismo religioso tipico dell’antica Roma fin dalla sua fondazione. Ma gli ambienti che ora apriamo sono di grande interesse anche perché mostrano a distanza di pochi metri il microcosmo di una abitazione privata e il macrocosmo di un grande impianto imperiale, le Terme di Caracalla. Un confronto pieno di suggestioni che ci spinge a presentare una piccola anticipazione del soffitto di un secondo ambiente della domus, il Triclinio ora oggetto di studi e ricerche per il suo restauro complessivo».

Triclinio, Dioniso. Domus adrianea. Foto: Fabio Caricchia

L’ambiente che torna visibile risulta ancora più prezioso in quanto assai rare sono le pitture a Roma di epoca adrianea-antonina così come ancora affascinante il culto a cui erano legate queste testimonianze pittoriche.

Ingresso. Domus adrianea. Foto: Fabio Caricchia

Oltre alla ricostruzione con gli affreschi nuovamente restaurati di questa stanza, viene esposto per la prima volta lo spiccato della volta affrescata del triclinio. È una anticipazione del soffitto di questo ambiente dedicato alla convivialità che è stato rinvenuto in centinaia di pezzi negli scavi degli anni ’70 del secolo scorso e ora è oggetto di studio, di una ricostruzione e di un restauro, per essere aperto al pubblico.

«Gli affreschi che oggi tornano visibili appartenevano a un edificio situato in un quartiere che agli inizi del III secolo venne distrutto per far spazio alle Terme di Caracalla – dichiara Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma –. In questo modo i visitatori, oltre alla bellezza e all’interesse di queste pitture, potranno cogliere un pezzo di storia e le trasformazioni della città antica. Presentiamo anche una anteprima: una piccola parte del prezioso soffitto di un ambiente mai esposto prima e che presto sarà aperto al pubblico. Un ulteriore tassello che va ad arricchire lo spazio delle Terme di Caracalla, fiore all’occhiello di questa Soprintendenza e della città».

Domus adrianea, dettaglio di figura umana. Foto: Fabio Caricchia

Tutte le foto di Fabio Caricchia, dall’Ufficio Stampa Soprintendenza Speciale di Roma.

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Anubi. Foto: Fabio Caricchia

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