TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore – la grande mostra a Roma e Napoli
16 novembre 2023 – 11 febbraio 2024 – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
16 marzo – 2 luglio 2024 – Palazzo Reale, Napoli

Leggi qui il racconto di Rolando di Martino (18 marzo 2024)
Leggi qui le informazioni ufficiali sulla mostra a Roma
Leggi qui le informazioni ufficiali sulla mostra a Napoli


Immaginare la Terra di Mezzo vedendo sullo sfondo il golfo dominato dal Vesuvio fa sfumare nella propria immaginazione una Lothlorien animata insieme da elfi e nani che pescano a braccetto le marruzzelle sulle livree dorate dei valinor, mentre il traffico infernale di Mordor bussa dalla galleria Vittoria fin su le porte di Palazzo Reale.

L’esposizione Tolkien. Uomo, professore, autore arriva a Napoli dopo il successo ottenuto a Roma, dove ha fatto registrare 80 mila accessi e dopo essere stata al centro del dibattito culturale italiano (e non sempre per motivi artistici).

Impossibile scindere la figura del professore dall’epica che ha creato, eppure la mostra accoglie i visitatori offrendo uno spaccato della vita, col chiaro intento di non soffermarsi solo sull’epopea della Terra di Mezzo, ma dando l’opportunità di saggiare l’immensa dimensione accademica e la prolifera produzione intellettuale (uno su tutti, l’Oxford English Dictionary). Interessante è stato anche l’amore del professore per l’Italia: la passione per la nostra cultura letteraria (Dante) e i viaggi fatti nel ’55 e nel ‘66 sembrano suggerire qualcosa di più di una semplice ispirazione: i boschi dell’Umbria, la pace di Assisi, quel mondo silvano che per lui è un modo di raccontare l’animo degli uomini. E poi lo studio della lingua italiana e per la cultura classica, usata da abbecedario per la creazione delle lingue di Arda.

Interessante, a mio avviso, l’evoluzione della firma del prof. Tolkien che mostra l’avvicinamento al font tipico della letteratura tolkeniana, come se grafia e grammatica si fondessero man mano che il professore creava Arda.
L’esposizione è ricca di fotografie e documenti, scritti autografi e installazioni che raccontano la vita, i successi professionali, l’amore per la famiglia e lo sbocciare della carriera accademica ed intellettuale: Sir Gawain e il Cavaliere verde, Bewolf, Goblin feet, le prime pubblicazioni per l’Oxford English Dictionary, passando per i primi contratti editoriali. E man mano che la mostra diventa appunto più editoriale, il visitatore percorre infine una galleria con le edizioni pubblicate in tutte le lingue de Lo Hobbit e del Signore degli anelli: migliaia di volumi, d’ogni colore ed illustrazione, con la sensazione di attraversare il caleidoscopio di un universo diventato carta.

Poi la mostra diventa un tripudio per gli appassionati della Terra di Mezzo. La parte dedicata all’universo fisico di LOTR non è meno “musealizzata” di quella della vita del professore, e pur essendo un vero e proprio paradiso per gli amanti dei film e per i fan in generale, nonché dei nerd di ogni età, da quelli appassionati del primo film animato del 1977 – pura avanguardia fantasy – , non sembra un prodotto da fanbase. La galleria delle opere artistiche dedicate agli eventi di elfi, nani, uomini, Hobbit e creature oscure sembra quella di una galleria d’arte: battaglie epiche, disegni raffinati, lavori introspettivi e altri più canonici. Il percorso porta poi ad una installazione: una musica che evoca le atmosfere della scena del canto dei Nebbiosi monti gelati, e proietta immagini e altri richiami in questa esperienza immersiva che richiama quelle di altre mostre contemporanee di successo, come la Van Gogh Experience (Caserta, Napoli) o la Monet Experience (Milano).

Infine, l’ultimo ambiente è un abbondante omaggio alla parte più pop: poster, flipper, c’è financo un Pino Insegno perpetuo (davvero, non scherzo) che recita il Silmarillion sotto la scritta troneggiante “La voce del Re”, poi l’immancabile Pungolo e il merchandising più svariato, da quello degli anni ’70 fino a quello tutt’ora in produzione, ma anche le locandine storiche, sia del film del duo Bass-Rankin Jr., sia tutti -ma proprio tutti- quelli delle due trilogie di Peter Jackson, compreso quello autografato dai membri del cast de Il Signore degli anelli.

Infine, accanto ad un grande primo piano del Professore che vi accompagna all’uscita in una iconica posa con la pipa, il percorso che ancora rimbomba i suoni della contea porta il visitatore di nuovo sotto il cielo azzurro di Napoli, incorniciato dal cortile centrale di Palazzo Reale, dove sulla sinistra c’è ancora Piazza Plebiscito con la chiesa di San Francesco di Paola, e non i bastioni di Gondor.

La mostra, dunque, racconta bene e senza cadere frettolosamente nella retorica dell’universo di Arda la dimensione umana, professionale ed intellettuale del prof. Tolkien, prima di diventare una vera e propria esperienza immersiva nella Terra di Mezzo; eppure ogni scatto, ogni documento, ogni squarcio sulla panoramica della sua vita sembra tuttavia raccontare comunque la genesi di quell’universo, come se tutte le direzioni della vita del professore possano essere lette in perenne divenire dell’universo di Arda.
Se, alla fine delle mostra, si ha la sensazione di aver rivisto Arda anche in ogni cosa che ha riguardato la vita del professore è perché lui stesso è Arda, e ciò che è stato ci porta a scoprire come sono nate quelle ispirazioni.
Lo scenario suggestivo di Napoli e di Palazzo Reale fa tutto il resto, in questa fusion di culture – un pò Terra di Mezzo, un pò Terra di Lavoro – entrambe accomunate dalla dimensione onirica delle della proprie anime.

TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore – la mostra a Napoli. Gallery con foto di Rolando di Martino

 


TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore – la grande mostra a Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

A cinquant’anni dalla scomparsa e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, il 16 novembre 2023 arriva alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma la grande mostra che omaggia il celebre scrittore inglese.

A cinquant’anni dalla scomparsa e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, Roma ospiterà dal 16 novembre all’11 febbraio 2024 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta.

TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore ci racconta il percorso umano, il lavoro accademico, la potenza narrativa, la forza poetica: un viaggio senza eguali che permetterà agli appassionati e al grande pubblico di essere introdotti nella grandezza di questo scrittore e di comprendere quanto la sua vita e la straordinaria conoscenza del mondo antico siano alla base del suo processo creativo.

È la prima esposizione di queste dimensioni mai dedicata in Italia allo scrittore. Rispetto alle grandi mostre allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022), che hanno esaltato particolari aspetti delle opere letterarie, quella di Roma pone Tolkien al centro di tutto. Per la prima volta viene raccontato l’uomo, padre e amico; accademico, autore di studi e pubblicazioni ancora oggi fondamentali nello studio della letteratura in antico e medio inglese; narratore e sub-creatore della Terra di Mezzo. Ci sarà anche spazio per tutto ciò che ha ispirato nell’arte, nella musica e nel mondo dei fumetti.

L’immersione nell’universo da lui creato si realizza mediante un articolato percorso espositivo tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico. Uomo del suo tempo, romanziere, linguista e filologo, il Professore di Oxford viene raccontato nella sua complessità artistica e umana.

Particolare rilevanza viene data al suo rapporto con l’Italia: “Sono innamorato dell’italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo”, si legge in una sua lettera, e nella rassegna non mancano le testimonianze del viaggio a Venezia e Assisi nel 1955; così come i tanti contatti, diretti e indiretti, con studiosi e intellettuali del nostro Paese.

Spazio anche agli adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d’animazione di Ralph Bakshi alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, capace di rappresentare sul grande schermo una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale conquistando 17 premi Oscar.

Ideata e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro NicosiaTOLKIEN. Uomo, Professore, Autore è la più importante retrospettiva del suo genere in Italia per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte: l’Archivio Apostolico Vaticano, la Bibliothèque Alpha dell’Università di Liegi, l’Università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, la Biblioteca civica di Biella, le case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompiani, il Greisinger Museum di Jenins e la Warner Bros Discovery.

Il catalogo che accompagna la mostra si avvale dei contributi di Adriano Monti Buzzetti ColellaGiuseppe Pezzini, Emma GiammatteiFrancesco NepitelloChiara BertoglioGianluca Comastripadre Guglielmo SpiritoFabio CeloniDavide MartiniRoberta TosiSalvatore SantangeloStefano GiulianoClaudio Mattia SerafinGianfranco de TurrisPaolo Paron e Domenico Dimichino.

La Capitale sarà la prima tappa di un percorso che proseguirà nel 2024 in altre città italiane. Grazie al MiC, che ne ha promosso e sostenuto la progettazione con l’obiettivo di incentivare la partecipazione di tutti alla vita culturale, sarà possibile visitare la mostra senza alcun costo aggiuntivo, semplicemente esibendo il biglietto d’ingresso alla GNAM.

In un buco nel terreno viveva uno Hobbit”. Con queste parole l’autore ha dato inizio alla bellissima avventura di Bilbo Baggins e acceso una fervida scintilla in generazioni di lettori, svelando la Terra di Mezzo e i suoi abitanti: Hobbit ed Elfi, Nani e Uomini. Gli stessi che non hanno mai smesso di accompagnarci in quella storia che è diventata leggenda e si è poi trasformata in Mito: TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore è la loro casa. E la vostra Mostra.

Saluti del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano

Un po’ come avviene nell’ampliarsi dei cerchi concentrici sulla superficie dell’acqua colpita da un sasso, il tempo che via via ci allontana dalla parabola terrena di John Ronald Reuel Tolkien, dilata progressivamente anche la portata del suo lascito alla cultura contemporanea, divenuto ormai così interdisciplinare da travalicare ampiamente i limiti della letteratura strictu sensu.

La mostra “Tolkien. Uomo, Professore, Autore”, fortemente voluta dal Ministero della Cultura, è la prima del suo genere in Italia per dimensioni e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte. Nella narrazione visiva e testuale offerta al visitatore, essa si propone di illustrare le diverse anime di questa straordinaria e poliedrica figura di accademico, uomo di lettere, romanziere, linguista, filologo e mitopoieta. La sua ricchezza culturale e umana viene accuratamente ricostruita in un inedito itinerario espositivo che si snoda tra manoscritti autografi, immagini rare, memorabilia e opere d’arte ispirate alle sue visioni letterarie; un risultato reso possibile dalla prestigiosa collaborazione con l’Università di Oxford, alma mater dello scrittore.

Il riferimento nel titolo della rassegna alle tre principali direttrici del “fenomeno” Tolkien, da tempo divenuto crossmediale e addirittura di costume, ci fa implicitamente capire che le ragioni del suo ascendente su almeno cinque generazioni di lettori d’ogni latitudine risiedono anche nella variegata natura delle fascinazioni generate dal suo immaginario sulla platea, sempre più estesa, dei suoi estimatori. Tra i punti di forza c’è anzitutto l’intrinseca vitalità del racconto e dell’intero Mondo Secondario partorito dalla fantasia dell’Autore, i cui rivolgimenti ora luminosi e ora oscuri vengono mirabilmente descritti e narrati con la forza evocativa di un aedo moderno; ma c’è anche l’acume introspettivo del Professore, il Tolkien pensatore e saggista che in un originalissimo orizzonte insieme teologico e teleologico diede dignità alla fiaba e alla letteratura fantastica quali forme di “sub-creazione” – termine coniato da lui – nel solco fondativo della Legge divina. Infine, c’è l’Uomo, cioè il personaggio e il suo itinerario biografico, entrambi sostanzialmente privi di elementi avventurosi o intriganti e tuttavia capaci, nella loro apparente ordinarietà borghese, di ispirare e coinvolgere. Dall’unione di queste diverse fisionomie tolkieniane origina una notorietà di dimensioni mondiali, che a ben vedere si fonda su ingredienti all’apparenza casuali e un po’ bizzarri: un tranquillo e riservato docente di letteratura presso la più austera e prestigiosa università inglese si realizza scrivendo in età contemporanea e per la propria intima soddisfazione una saga epica di millecinquecento pagine (senza contare gli altri innumerevoli testi a essa connessi) e mediante ciò riesce a offrire una mitologia nuova non solo alla sua natia Inghilterra – come era sua esplicita intenzione, visto che ne era priva – ma al mondo intero. E ciò si spiega con la sua teoria di base che spesso si dimentica, o si vuol dimenticare: la sua non era una “fuga del disertore”, come già allora certi intellettuali accusavano, bensì la legittima “evasione del prigioniero” dal carcere di una Realtà che lo segregava e opprimeva. Il che spiega molto, se non tutto.

Insieme l’Uomo, il Professore e l’Autore, a dimostrazione del profondo potere simbolico ma anche dell’intrinseca “vita” del suo mondo letterario, hanno seminato ispirazioni feconde in campi che spaziano dalla cinematografia alle arti visive, dall’industria dell’intrattenimento alla saggistica, dalla riflessione filosofica al fiorente mercato degli accessori commerciali. Come si è detto – e con l’eccezione della terribile esperienza del soldato Tolkien nelle fangose trincee della Somme, durante la più sanguinosa battaglia della Grande Guerra – quella del mite accademico di Oxford fu una vita senza scosse, definita da pochi e semplici riferimenti: gli affetti familiari e le amicizie, la fede, gli studi e naturalmente la feconda interiorità profusa nella lenta ed elaborata edificazione del suo universo meta-reale. Nulla di conturbante o bohémien avvicinò neppure lontanamente quella sua ordinata e tranquilla esistenza di uomo di cultura, medievista e filologo con il “vizio segreto” di inventare dapprima lingue e in seguito geografie e culture dove collocarle (se ci sono delle lingue, si chiese pressappoco, ci sarà anche chi le parlerà e dove), alle sregolatezze e trasgressioni pubbliche e private di tanti personaggi odierni che pure riempiono le platee e gli stadi con decine di migliaia di fan scatenati; e tuttavia come e forse più durevolmente di tanti di loro, Tolkien e la sua opera sono oggi a buon diritto icone  del nostro tempo, i suoi libri tra i più letti in assoluto dopo la Bibbia e tradotti nelle principali lingue del pianeta.

Ciò probabilmente anche perché, al di là del pur stratosferico successo editoriale, le saghe e il legendarium del “Professore che amava i draghi” – secondo una felice definizione di qualche decennio fa – hanno avuto il pregio incontestabile di rinnovellare quasi per gemmazione dal fusto dell’antica tradizione epica i suoi ideali archetipici eterni, restituendo allo spirito immemore della modernità il retaggio universale del Mito. Eredità atemporale, antica come l’uomo stesso, che dal Gilgamesh sumero agli immortali versi omerici, dal Beowulf sassone (che Tolkien amava particolarmente) fino al ciclo arturiano e alla chanson de geste carolingia, ha accompagnato gli aneliti e le aspirazioni più elevate di popoli e culture. Molti di questi topoi ancestrali si ritrovano iscritti nell’ontologia stessa del mondo tolkieniano: la queste della Compagnia dell’Anello ricalca (con la differenza che non c’è un oggetto magico da ritrovare, ma uno di cui al contrario sbarazzarsi a ogni costo) quella delle saghe nordiche e dei cicli cavallereschi altomedievali, le migliori motivazioni dei protagonisti sono in gran parte sovrapponibili al sostrato etico dei romanzi cortesi. Inoltre con ogni evidenza quello dell’eroe e dei suoi comprimari è anche un cammino spirituale ed iniziatico, un alchemico solve et coagula che porta ognuno di loro a riconfigurarsi in un nuovo sé congruente con il proprio destino: il quieto e provinciale Frodo chiamato a sobbarcarsi il ruolo di salvatore di un mondo, il guerriero Aragorn a diventare sovrano portatore di pace e ritrovata unità, il mago Gandalf il Grigio a morire in battaglia e risorgere come Gandalf il Bianco in una trasmutazione esistenziale che ne accresce facoltà e consapevolezza.

Il tutto permeato, è necessario aggiungere, da valori personali ma anche collettivi che all’epoca e ancor più oggi in Occidente si sono dimenticati o addirittura si disconoscono:

il senso della comunità e della natura, la tradizione, l’opposizione agli aspetti più controversi e disumanizzanti della modernità, il sacrificio di sé, il vincolo dell’amicizia, il coraggio, la dedizione, il senso dell’onore. Tratti tipici di tutti i personaggi positivi dell’opera tolkieniana.

Fin qui i legami con le radici, cioè con il passato. Guardando invece alle ultime propaggini dell’albero, ovvero alla società contemporanea e ai suoi mutamenti, si può dire che la testimonianza controcorrente del Professore di Oxford sia giunta al momento giusto per rimettere in qualche modo la barra a dritta, riaffermando il valore spirituale e salvifico della fantasia, della creatività e più in generale delle migliori qualità umane in un’epoca la cui Weltanschauung, sembrava averle declassate al rango di orpello desueto, addirittura da dimenticare. Merito questo non solo di una prosa capace di rivitalizzare felicemente – e soprattutto in maniera credibile per il lettore moderno – gli accenti alti e solenni dell’epos delle saghe celtiche, scandinave o mediterranee, ma anche di quella sua inimitabile, suggestiva e coinvolgente “arte di sognare”: talento innato che sposandosi a una sensibilità culturale profonda ed eclettica riuscì a distillare dall’orizzonte delle suggestioni folklorico-leggendarie preesistenti una realtà letteraria “altra”, originale e intrinsecamente coerente fin nei più minuti dettagli.

Anche in questo sta la distanza fra Tolkien e i suoi spesso inadeguati epigoni nel moderno genere fantasy, dove talora il fondale storico- culturale e ambientale diventa mero supporto per sostenere un qualche più o meno esile canovaccio di cappa e spada. Questo anche perché la struttura narrativa della Terra di Mezzo tolkieniana si è imposta – pur non essendo questa l’intenzione del suo creatore – come una specie di “canone” che si tende magari inconsciamente a ricalcare e dai cui è difficile svincolarsi proponendo ambienti, personaggi e trame totalmente inediti.

Più significativi ancora, però, sono i valori di perenne freschezza e attualità che percorrono, illuminandola, la sua saga. Tolkien, intellettuale innamorato delle fairy-stories ma anche testimone partecipe degli eventi della propria epoca, nemico dei totalitarismi, intimamente conservatore nella sensibilità seppur incline a guardare non tanto a “destra” e a “sinistra” quanto piuttosto “in alto”, era notoriamente avverso a letture semplicistiche, omologanti o addirittura “politiche” della sua creazione. Respinse infatti sempre con garbo al mittente non solo i tentativi della critica di ridurre la Terra di Mezzo a una grande allegoria dell’attuale geopolitica, ma anche quelli di operare sterili dissezioni filologiche della sua opera per rintracciarvi echi e influenze presuntive, invitando con una celebre metafora ad accontentarsi della zuppa offerta “e non desiderare di vedere le ossa del bue da cui è stata bollita”. Al netto di ciò è facile leggere in controluce nelle trame che intrecciano gli annali di Elfi, Uomini, Nani e Hobbit, esseri semidivini e creature dell’oscurità, una grande e composita lezione esistenziale. Non è infatti solo l’immanente dicotomia tra il faticoso e impervio sentiero del Bene e la parallela, seducente scorciatoia del Male che troviamo incastonata nel suo grande affresco di storia alternativa.

Le pagine tolkieniane parlano anche di scelta e responsabilità, di amicizia e di amore, dell’auctoritas giusta di un sovrano predestinato, Aragorn, in contrapposizione alla sfrenata volontà di potenza dell’Oscuro Signore, contro il quale l’altruismo e lo spirito di sacrificio del piccolo, fragile e indifeso antieroe Frodo Baggins potranno a conti fatti più di interi eserciti e convenzionali paladini dalle scintillanti armature. A ben vedere è proprio questa prospettiva a rendere Il Signore degli Anelli, come affermava lo stesso Tolkien, “un’opera religiosa e profondamente cattolica”, seppure ambientata in un universo avulso dalla Rivelazione cristiana (anzi a ben vedere con molte contaminazioni “pagane”) e che l’autore ribadiva tetragono a “valenze allegoriche, morali, religiose o politiche”.

Lungi, pertanto, dal potersi definire il terminale simbolico di un lungo (e noioso) sermone o parabola edificante a misura di romanzo, l’Anello che catalizza su di sé bramosie e bassezze dei suoi adepti di ogni ordine e grado, dall’infimo e strisciante Gollum al sovrumano Sauron, ma anche le parallele speranze dei virtuosi impegnati a distruggerlo diventa monito perenne sulle insidie un Potere corrotto e corruttore capace di schiavizzare e distruggere non solo gli altri, ma anche se stessi. Rispettosi delle intenzioni del Professore, non tenteremo anche noi assonanze spericolate tra gli accadimenti descritti nelle cronache della Terra di Mezzo e i travagli della nostra realtà. Tuttavia, uno dei motivi del consenso trasversale e consolidato nei decenni di un’opera che un tempo venne bollata grossolanamente come “roba da bambini”, è forse anche questo: che dalle pagine de Il Signore degli Anelli e delle altre opere tolkieniane affiorano non solo indizi di alcuni grandi mali del nostro tempo, ma anche della loro possibile cura. In quelle pagine dallo stile aulico e apparentemente desueto, ambientate in terre remote della fantasia, noi e il nostro vivere ci rispecchiamo: anche in ciò sta il perenne valore di quella che fu definita, senza troppo sminuirla, “la fiaba più lunga del mondo”.

Saluti del Segretario Generale del Ministro della Cultura, Mario Turetta

Cinquant’anni fa, il 2 settembre 1973, moriva John Ronald Reuel Tolkien, scrittore e autore dalla grande potenza evocativa che, attraverso i suoi romanzi, osservava la realtà in maniera autentica e vera. È considerato, a buon diritto, un innovatore di generi e padre assoluto della favola contemporanea, nonché conoscitore dei pensieri che scuotono l’animo umano e cantore della bellezza di cui l’uomo è capace e da cui è circondato. Per i grandi valori umani di cui è stato portatore nella vita e che si rispecchiano nelle sue opere, abbiamo deciso di organizzare una mostra, di ampio respiro, che partirà da un luogo unico della Capitale, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, custode di un ricco e pregevole patrimonio di opere d’arte degli ultimi due secoli. Quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto, sapevo quanto fosse importante curare e coordinare al meglio l’organizzazione generale per fare conoscere al grande pubblico la parabola di un vero gigante della scrittura, non solo fantasy, in occasione del cinquantesimo dalla morte. Grazie all’intuizione del Ministro Gennaro Sangiuliano che ne ha deciso e sostenuto la realizzazione, al curatore Oronzo Cilli, al co- curatore e organizzatore Alessandro Nicosia che ne hanno seguito nei minimi dettagli lo sviluppo, e alla direttrice del Museo Cristiana Collu che si è subito resa disponibile a ospitare la rassegna, sarà possibile visitare il percorso espositivo senza alcun biglietto extra, ma semplicemente con il classico biglietto della GNAM.

Avvicinarsi al mondo di Tolkien è quanto di più semplice e immediato possiate immaginarvi. Grazie ai suoi studi e alle sue letture, l’autore ha creato il mondo magico della Terra di Mezzo, per il quale ha ideato nuove lingue allo scopo di renderlo più realistico e ha narrato le straordinarie avventure degli Hobbit e degli altri abitanti di questo regno fantastico. Innamorato dell’Italia e dell’italiano, dalla sua incisiva penna e dall’inesauribile fantasia sono nati racconti di successo planetario come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion, titoli impressi nella memoria collettiva, alcuni trasposti sul grande schermo e in televisione. La mostra è il frutto di un lavoro lungo, complesso e difficile ma allo stesso tempo entusiasmante, necessario per rivelare quanto i suoi romanzi siano fedeli al suo ideale estetico che lo ha portato a individuare nel mito la via poetica privilegiata per osservare la realtà in maniera più autentica e piena.

Per poterlo raccontare al meglio, sin dall’inizio abbiamo scelto come titolo “Tolkien. Uomo, Professore, Autore”: non ci siamo limitati a delineare le peculiarità di un autore immortale e moderno, che ha lasciato un segno nella letteratura, ma ci siamo soffermati sull’uomo visto in tutte le sue sfaccettature. Ed è proprio la centralità delle cose che sono “più permanenti e fondamentali” che permette alla sua opera di resistere brillantemente alla prova del tempo. Uno spazio significativo della mostra è poi dedicato all’uomo, insieme ai tanti documenti, immagini, testimonianze, proiezioni dei film ispirati alla sua narrativa e ricostruzioni virtuali. Si potranno vedere anche prime edizioni dei suoi libri e poi fumetti, serie animate e giochi a lui dedicati. Il pubblico potrà esplorare l’universo unico e spettacolare di un autore che ha plasmato la nostra cultura.

Roma, 8 novembre 2023
Testo e foto dall’Ufficio Stampa e Comunicazione Ministero della Cultura – MiC

Un grande successo per “TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore”, la mostra ideata e promossa dal Ministero della Cultura in collaborazione con l’Università di Oxford e inaugurata lo scorso 15 novembre alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, alla presenza del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, e del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni.

L’esposizione, tra il 15 novembre 2023 e l’11 febbraio 2024, ha fatto registrare 80.226 visitatori, di cui ben 2.091 nell’ultima giornata.

“La mostra su Tolkien è stata uno straordinario successo di contenuti, sottolineato dalla grande partecipazione di pubblico, molti visitatori in più di quanti vanno alla Galleria Nazionale di Arte Moderna. Il dibattito che si è sviluppato intorno a questa mostra, anche da parte di chi ha inteso criticarla, è stato altresì positivo perché quando si discute attorno alla letteratura è sempre un bene. Di Tolkien restano infatti alcuni valori: la solidarietà, l’amicizia, la difesa della natura e soprattutto la salvaguardia dell’umano, dell’individuo con la sua spiritualità che un certo nichilismo vorrebbe cancellare”, ha commentato il Ministro Sangiuliano.

La mostra, dopo la prima tappa a Roma, arriverà a Napoli al Palazzo Reale dal 15 marzo al 30 giugno e, a seguire, raggiungerà anche le città di Torino e Catania.

Roma, 13 febbraio 2024

Testo dall’Ufficio Stampa e Comunicazione Ministero della Cultura – MiC


TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore

 Per i settant’anni dalla pubblicazione dei primi due volumi de Il Signore degli Anelli e dopo lo straordinario successo di Roma con oltre 80.000 visitatori, il 16 marzo arriva a Palazzo Reale di Napoli la grande mostra che omaggia il celebre scrittore inglese.

Napoli mostra Tolkien. Uomo Professore AutoreNapoli, 16 marzo 2024 – Per i settant’anni dalla pubblicazione dei primi due volumi de Il Signore degli Anelli, Napoli ospiterà dal 16 marzo al 2 luglio 2024 a Palazzo Reale la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta.

 TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore ci racconta il percorso umano, il lavoro accademico, la potenza narrativa e la forza poetica del celebre romanziere attraverso un viaggio senza eguali, grazie al quale appassionati e pubblico saranno introdotti nella grandezza di questo autore e comprenderanno quanto la sua straordinaria conoscenza del mondo antico siano alla base del suo processo creativo.

 Dopo le grandi mostre allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022), che hanno esaltato particolari aspetti delle opere letterarie, TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore è la prima esposizione di queste dimensioni mai allestita in Italia che pone lo scrittore al centro di tutto e nella quale sarà possibile scoprire le varie sfaccettature della sua vita: l’uomo, padre e amico, accademico, autore di saggi e pubblicazioni ancora oggi fondamentali nello studio della letteratura in antico e medio inglese, il narratore e sub-creatore della Terra di Mezzo. Ci sarà anche spazio per raccontare il rapporto che lo ha legato al nostro Paese e la storia editoriale italiana delle sue opere oltre a ciò che ha ispirato nell’arte, nella musica e nel mondo dei fumetti.

L’immersione nell’universo da lui creato si realizza mediante un articolato percorso espositivo tra manoscritti autografiletterememorabilia, fotografie e opere d’arte nate dalle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico. Uomo del suo tempo, linguista e filologo, il Professore di Oxford viene raccontato nella sua complessità artistica e umana.

Gli allestimenti della mostra Tolkien. Uomo, Professore, Autore a Palazzo Reale di Napoli. Crediti per le foto: Salvatore Laporta

Particolare rilevanza viene data al suo rapporto con l’Italia: “Sono innamorato dell’italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo”, si legge in una sua lettera, e nella rassegna non mancano le testimonianze del viaggio a Venezia e Assisi nel 1955; così come i tanti contatti, diretti e indiretti, con studiosi e intellettuali del nostro Paese.

Spazio anche agli adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d’animazione di Ralph Bakshi, alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, capace di rappresentare sul grande schermo una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale conquistando 17 premi Oscar.

Fortemente voluta dal Ministro Sangiuliano e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con l’Associazione Culturale Costruire Cultura, con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro NicosiaTOLKIEN. Uomo, Professore, Autore è la più importante retrospettiva del suo genere in Italia per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte: l’Università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, le case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompianiil Greisinger Museum di Jenins e la Warner Bros Discovery.

La mostra su Tolkien a Palazzo Reale a Napoli, dopo lo straordinario successo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, offre al pubblico un’ulteriore occasione per scoprire o riscoprire il vissuto e l’immaginario di questo straordinario autore, che con i suoi valori ha segnato profondamente la letteratura del Novecento: amicizia, solidarietà, fraternità, amore per la natura e, soprattutto, la salvaguardia dell’umano e della sua dimensione spirituale sono tutti elementi centrali della sua opera, invisi a un certo nichilismo al quale noi ci opponiamo con forza”, ha commentato il Ministro Sangiuliano.

Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Skira, si avvale dei contributi di Adriano Monti Buzzetti Colella, Giuseppe Pezzini, Emma Giammattei, Francesco Nepitello, Chiara Bertoglio, Gianluca Comastri, padre Guglielmo Spirito, Fabio Celoni, Davide Martini, Roberta Tosi, Salvatore Santangelo, Stefano Giuliano, Claudio Mattia Serafin, Gianfranco de Turris, Paolo Paron e Domenico Dimichino.

La Capitale è stata la prima tappa di un percorso che, dopo Napoli, proseguirà a Torino e successivamente in altre città. Grazie al MiC, che ne ha promosso e sostenuto la progettazione con l’obiettivo di incentivare la partecipazione di tutti alla vita culturale, l’esposizione, tra il 15 novembre 2023 e l’11 febbraio 2024, ha fatto registrare a Roma un successo straordinario con 80.226 visitatori, di cui ben 2.091 nell’ultima giornata.

Napoli mostra Tolkien. Uomo Professore Autore

“In un buco nel terreno viveva uno Hobbit”. Con queste parole l’autore ha dato inizio alla bellissima avventura di Bilbo Baggins e acceso una fervida scintilla in generazioni di lettori, svelando la Terra di Mezzo e i suoi abitanti: Hobbit ed Elfi, Nani e Uomini. Gli stessi che non hanno mai smesso di accompagnarci in quella storia che è diventata leggenda e si è poi trasformata in Mito: TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore è la loro casa. E la vostra Mostra.

Testo dagli Uffici Stampa C.O.R. Creare Organizzare Realizzare e Palazzo Reale di Napoli.


Dopo gli ottimi risultati alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’esposizione dedicata a Tolkien continua a coinvolgere un numero consistente di visitatori e, in particolare, una platea più giovane rispetto a quella registrata durante gli altri periodi dell’anno.

“Il successo delle prime settimane della mostra di Tolkien a Napoli conferma la bontà del nostro lavoro e la grandezza di un autore così importante per la letteratura mondiale. La grande partecipazione di pubblico e il coinvolgimento sempre maggiore delle nuove generazioni è il dato che più ci conforta. Far scoprire la vita, le opere e l’avventura umana di Tolkien significa ribadire e salvaguardare alcuni valori fondanti come la solidarietà, l’amicizia e la salvaguardia dell’umano”, ha commentato il Ministro Sangiuliano.

Roma, 9 aprile 2024

Testo dal Ministero della Cultura.

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