Al Museo Barracco riapre la Casa romana chiusa da oltre 20 anni

Il Museo Barracco è tra i primi musei al mondo a dotarsi del sistema Li-Fi, acronimo di Light Fidelity. Un meccanismo di comunicazione tra i più moderni e innovativi che consente di trasmettere informazioni e immagini in modalità wireless, mediante la modulazione della luce, da appositi faretti LED (trasmettitori) ai dispositivi mobili dei visitatori dotati di fotocamera (ricevitori).

Per fruire dei contenuti multimediali di approfondimento, rispetto al percorso di visita ordinario, basterà scaricare l’apposita app e posizionare lo smartphone o il tablet sotto la luce del faretto Li-Fi.

Una soluzione realizzata con attenzione a modalità di fruizione ‘non tradizionali’: è presente infatti una doppia modalità di fruizione, sia per vedenti che per non vedenti (o ipovedenti), grazie all’utilizzo di tracce audio realizzate a partire dai contenuti testuali.

La casa romana del Museo Barracco. Foto: Francesco Giordano

La sperimentazione coinvolgerà una selezione di 14 punti di interesse, di cui 9 nelle sale al piano terra e al primo piano e 5 nella c.d. Casa romana, risalente nelle sue principali strutture documentate al IV secolo d.C. e situata nei sotterranei del museo, che riapre al pubblico per l’occasione dopo oltre 20 anni di chiusura.

casa romana Museo Barracco
La casa romana del Museo Barracco. Foto: Francesco Giordano

La scoperta risale al 1899 quando durante i lavori di parziale demolizione dell’edificio rinascimentale, sede del Museo, venne casualmente alla luce questo straordinario edificio. Ad oltre 4 metri di profondità al di sotto del piano stradale attuale, la domus è dotata di peristilio con colonne che in antico dovevano circondare un’area scoperta.

Il cortile porticato si conserva in parte con basi e capitelli sia interi che frammentati. Si possono ammirare inoltre la pavimentazione marmorea, elementi di arredo riferibili a fontane e una mensa ponderaria.

casa romana Museo Barracco
La casa romana del Museo Barracco. Foto: Francesco Giordano

Sia per gli alzati sia per ulteriori elementi decorativi fu utilizzato marmo bianco e colorato, mentre le pareti erano decorate con affreschi, a soggetto acquatico e terrestre, distaccati negli anni Settanta e attualmente conservati nel Museo.

Nei secoli l’edificio subì diverse modifiche strutturali con riutilizzo di materiale di recupero asportato da edifici in disuso e molti degli elementi reimpiegati si datano infatti sia ad epoca augustea sia giulio-claudia. L’ultima fase di vita documentata e con essa la maggior parte delle strutture risale invece al IV secolo d.C.

La casa romana del Museo Barracco. Foto: Francesco Giordano

Molto discussa l’identificazione della struttura. Secondo un’ipotesi abbastanza diffusa si tratterebbe di una delle sedi o di alcuni ambienti delle celebri quattro fazioni degli aurighi che competevano nel Circo, informazione a noi nota grazie alle fonti antiche con il nome di Stabula quattuor factionum.

I resti che si conservano al di sotto del Museo Barracco sono importanti per la loro ubicazione nel cuore del Campo Marzio e per lo studio di edifici pubblici nel centro pulsante di Roma.

La domus, che non è accessibile al pubblico dal 2000, sarà straordinariamente aperta tutti i giorni fino al 9 gennaio e, successivamente, fino alla fine di febbraio, solo nei fine settimana, dal venerdì alla domenica.

La riapertura temporanea della Domus, legata alla sperimentazione, è solo il primo passo di un più ampio e complesso progetto di valorizzazione del sito che avrà sviluppo nei prossimi mesi.

Foto: Francesco Giordano, dall’Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura.

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