Il dominio della resa, di Francesco Pala: l’affresco umano di un’epoca di passaggio

la copertina del romanzo storico Il dominio della resa, di Francesco Pala, nell'edizione Neri Pozza (2025), collana I Narratori delle Tavole. Foto di Adele Porzia
la copertina del romanzo storico Il dominio della resa, di Francesco Pala, nell’edizione Neri Pozza (2025), collana I Narratori delle Tavole. Foto di Adele Porzia

Quello che preferisco del libro di Francesco Pala, Il dominio della resa, romanzo ora edito da Neri Pozza, è il tocco delicato con cui descrive i personaggi. Non si serve di lunghe descrizioni e di troppe parole, ma si concentra su dettagli che, da soli, illuminano l’intero personaggio. Sembrano delle pennellate di colore, le sue, su una tela che piano piano prende forma. Le strade di Berlino Est, gli abiti dei personaggi, i loro visi. Tutto si anima grazie all’uso che Pala fa delle parole. Vi è un punto del romanzo in cui questa serie di pennellate verbali, cadenzate, progressive, si fa evidente, rivelando la sua tecnica:

Immanuel la osservò andare via. Il cappotto le stava grande e le tagliava le spalle, aveva in testa un fazzoletto a fiori e adesso incespicava nella neve. Il passo sicuro che aveva ostentato all’andata, in compagnia di un uomo, si era arreso alla stanchezza. Più tardi, davanti agli strumenti del nuovo lavoro, pensò che anche sua madre si comportava come Tanja” (Francesco Pala, Il dominio della resa, p.47).

Ecco che, con una manciata di parole studiate, lo scrittore ha fatto il ritratto di una donna, che trascende l’epoca storica in cui vive, le strade entro cui battono i suoi tacchi bassi, il cielo che sembra di un grigio perenne, come l’animo di chi vive in quei rigoli di strade. Non è facile mettere a fuoco dei dettagli e, attraverso quei dettagli, illuminare un intero volto. Eppure, Pala sembra saperlo fare bene.

Pala, che oltre che scrittore è professore di storia e filosofia, lega indissolubilmente alle vie della città le vicende dei personaggi. Rende, in questa grande Berlino, ancora divisa, la solitudine di chi ci abita, l’incomunicabilità e il desiderio di amore e di ascolto di ciascun personaggio. Il bisogno di un calore che riscaldi la loro anima rattrappita:

Una serie di pensieri si rincorsero: l’idea che Klaus fosse un puntino perduto e irraggiungibile in quel mare di luci, l’idea di aver negato alla vita che portava in grembo la possibilità di essere uno dei quei frammenti agitati che si sfioravano per le strade senza mai toccarsi, l’idea di non aver mai pianto per quella vita mai nata” (Francesco Pala, Il dominio della resa, p.75).

Ogni personaggio subisce le brutture dell’epoca storica in cui vive. Specie Immanuel, il protagonista, che cerca di riprendere le fila del suo passato e di trovare un appiglio in un presente, che lo vede in fuga. Questo personaggio deluso, che si aspettava altro dal Comunismo, sceglie deliberamente di intraprendere la strada più difficile e di abbracciare del tutto questa solitudine, elemento che accomuna tutti i personaggi. Dalla vedova Tanja, a Irene, a Klaus.

Tutti sono chiamati a confrontarsi con il senso di fallimento, con la resa, per l’appunto, nei confronti dei grandi avvenimenti storici e delle loro stesse paure. La resa, per l’appunto, diviene momento di autoanalisi, di confronto con le parti meno lusinghiere del loro animo e con l’altro, alla ricerca della formula per una rinascita.

Foto di Adele Porzia
Foto di Adele Porzia

Le piccole storie di ciascun personaggio, che si intrecciano, non possono non risentire, quindi, dei grandi eventi storici in cui vivono. E per rappresentare queste storie, Pala si è rifatto alla letteratura italiana del dopoguerra. Ad Elsa Morante, sicuramente, ma anche ad Alberto Moravia, senza tralasciare momenti di autentica poesia che mi hanno ricordato le pagine di Cesare Pavese. È un romanzo che si fa grande proprio grazie alla rielaborazione della letteratura italiana di metà Novecento, ma allo stesso tempo tracciando una strada nuova, come un bravo scrittore deve saper fare. Scegliendo una prosa suggestiva, poetica, dove nulla è lasciato al caso.

Un romanzo che consiglio sia a chi è appassionato di racconti storici, sia a chi cerca una bella storia che lo emozioni. Saprà sorprendervi soprattutto quel tocco con cui Francesco Pala dipinge l’intero affresco di una città e l’animo di chi la abita.

Foto di Adele Porzia
Foto di Adele Porzia

E, infine, il lettore noterà che non c’è pietismo nei confronti dei personaggi, ma un entrare e uscire dal loro animo, al fine di farlo conoscere a chi legge. Il dolore che troverete in queste pagine è inevitabile; è la sola strada percorribile per la rinascita, per l’inizio di una nuova era. E in quel momento, anche i nemici non potranno che riconoscere il loro comune destino e stringersi la mano in un gesto di resa.

la copertina del romanzo storico Il dominio della resa, di Francesco Pala, nell'edizione Neri Pozza (2025), collana I Narratori delle Tavole
la copertina del romanzo storico Il dominio della resa, di Francesco Pala, nell’edizione Neri Pozza (2025), collana I Narratori delle Tavole

Il dominio della resa Francesco Pala diretta ClassiCult WunderkammerMartedì 6 maggio, ore 18:30. Adele Porzia dialoga con Francesco Pala a tema del suo ultimo romanzo, Il dominio della resa, edito da Neri Pozza (2025) nella collana I Narratori delle Tavole.

La diretta sarà ospitata sulla pagina Facebook, sul canale YouTube e in diretta Instagram per ClassiCult, sarà quindi in differita sul canale LinkedIn di ClassiCult e sulla pagina Facebook, sui canali YouTube e Twitch della nostra Wunderkammer.

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

Nata a Bitonto nel ’94, ha studiato Lettere Classiche e Filologia Classica. Nel 2021 si è laureata in Scienze dello Spettacolo. Giornalista Pubblicista, collabora con più testate online. Attualmente frequenta il master in Critica Giornalistica alla Silvio D’Amico. I suoi interessi e studi riguardano la letteratura, il cinema e il teatro.

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