Letizia Battaglia Senza Fine

Roma, Terme di Caracalla
27 maggio – 5 novembre 2023

Le Terme di Caracalla, ampliando il loro percorso di visita, accolgono dal 27 maggio al 5 novembre 2023 la mostra Letizia Battaglia Senza Fine, un omaggio alla fotografa siciliana, paladina dei diritti civili.

«Letizia Battaglia rappresenta un connubio esemplare tra impegno civile, sentire sociale e sguardo artistico spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma –. Nel trentesimo anniversario degli attentati a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro la Soprintendenza le dedica questa mostra, inaugurando alla fruizione due nuovi ambienti delle Terme di Caracalla, per dimostrare come le sue immagini raccontino a tutto tondo un’epoca entrando a pieno titolo nella storia della fotografia».

Letizia Battaglia Senza Fine. Gallery, crediti per le foto: Fabio Caricchia

Promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro, organizzata da Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, la mostra è curata da Paolo Falcone.

«Questo nuovo progetto mantiene la tradizione di comporre un’opera unica, atematica, atemporale e priva di gerarchie dove fotografie iconiche, appunti di viaggio, vita quotidiana costruiscono una narrazione aperta per conoscere e scoprire i tanti aspetti di Letizia Battaglia. E la sua grandezza dice il curatore, Paolo Falcone -. Una costellazione di fotografie dove amore e dolore, dolcezza e dramma, passione e impegno, raccontano momenti della nostra storia».

Una selezione di 92 fotografie di grande formato riassume cinquant’anni del lavoro fotografico (1971-2020) di Battaglia con immagini iconiche, meno conosciute o inedite. La mostra si lascia scoprire attraverso la visita al monumento: a un focus narrativo all’interno della monumentale natatio, le Terme di Caracalla aggiungono con questa esposizione due nuovi ambienti dove sono esposti altri nuclei fotografici.

«Con questa mostra si allargano gli spazi di fruizione per i visitatori dichiara Mirella Serlorenzi, Direttore del sito –. La Soprintendenza ha ripristinato un ingresso originale alla palestra occidentale e nell’altra sala, con la vasca, individuato il sistema di riscaldamento e un lacerto di mosaico geometrico. La continua attività di restauro delle Terme di Caracalla è una occasione di studio, ricerca e scoperta su questo incredibile monumento».

L’esposizione all’interno dell’area archeologica trae beneficio da un allestimento che rende omaggio a un’altra grande artista: l’architetta Lina Bo Bardi. A lei si devono gli espositori in lastre di cristallo temperato del Museo de Arte de São Paulo, in Brasile. Ai suoi famosi cavaletes del 1968 si ispirano le strutture espositive delle fotografie di Letizia Battaglia.

L’iniziativa si inserisce nel Caracalla Festival 2023 del Teatro dell’Opera, così nei giorni 25 e 28 luglio e 1° agosto presso il Teatro del Portico si terranno degli incontri dedicati a Letizia Battaglia e alla ricorrenza dell’attentato. In questa occasione sarà presentato il volume “Letizia Battaglia Senza Fine”, edito da Electa, dedicato alla fotografa siciliana.

«Sono particolarmente emozionato dichiara Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma che il Caracalla Festival 2023 ospiti la mostra di Letizia Battaglia che ha dedicato tutta la sua vita all’impegno civile e politico e alla fotografia. Ritrovare le sue opere in uno spazio meraviglioso come quello delle Terme di Caracalla, sarà come renderle un omaggio grato e commosso».

La mostra inoltre offre l’opportunità di ricordare i trent’anni dagli attentati a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro a Roma, avvenuti nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1993. Una ferita nel cuore della città storica, che si lega alle immagini più note della fotografa, quelle della spietata guerra di mafia degli anni Settanta e Ottanta, una delle pagine più sanguinose, poetiche, struggenti e drammatiche della Sicilia, ma soprattutto allo spirito di Letizia Battaglia che ha sempre guardato alla fotografia come strumento di intervento e denuncia sociale.

Scheda tecnica titolo Letizia Battaglia Senza Fine

sede Roma, Terme di Caracalla
viale delle Terme di Caracalla, 52

promossa da Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio

Organizzazione Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti

a cura di Paolo Falcone

periodo 27 maggio 5 novembre 2023

orari 9.00 19.15 fino al 30 settembre lunedì chiuso

aperto venerdì 2 giugno

biglietti 13 intero 7 ridotto
2 € diritto di prevendita on-line

riduzioni e gratuità secondo la normativa vigente

informazioni info@coopculture.it

prevendita www.coopculture.it

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La mostra

Letizia Battaglia è riconosciuta come una delle figure principali nella storia della fotografia internazionale. Viene universalmente ricordata soprattutto per il coraggio, manifestato al tempo della collaborazione con il quotidiano LOra di Palermo, per le immagini realizzate durante la sanguinosa guerra di mafia degli anni Settanta e Ottanta. La fotografia per Letizia Battaglia è un importante strumento per la sua emancipazione di donna e di madre. Ma, nel tempo, ne comprende il ruolo sociale e di denuncia che può assumere nella società.

Senza Fine è un omaggio a Letizia Battaglia. La mostra pur offrendo una visione unitaria di un lavoro durato cinque decenni ricalca il suo modo di rompere gli schemi con un progetto unico, distribuito su più spazi, dove una selezione ampia di fotografie narrano in modo atemporale, non cronologico, atematico i molteplici aspetti del suo modo di fare fotografia.

Senza Fine è un omaggio anche all’architetta Lina Bo Bardi (1914-1992) e all’allestimento realizzato nel 1968 per la collezione d’arte del MASP-Museu de arte de São Paulo in Brasile, dove sospende le opere con dei cavalletti di cristallo. Per le Terme di Caracalla i cristalli diventano una foresta sospesa, con fotografie bifacciali di grande formato che abitano quattro differenti ambienti, venendo così a creare una installazione aperta, non verticale e gerarchica, delle opere fotografiche.

Le immagini più note di Letizia Battaglia consegnano alla storia una delle pagine più sanguinose, poetiche, struggenti e drammatiche della Sicilia. Ma questa mostra intende aprirsi a un universo di fotografie realizzate fuori dalla sua terra, tappe di viaggi fondamentali per comprendere in modo più profondo l’insieme della sua opera e del suo pensiero. Fotografia, cronaca e vita privata confluiscono in unico percorso, che mette in luce la straordinaria sensibilità e umanità della fotografa palermitana. Alla sua città è dedicata una selezione di lavori realizzati all’ospedale psichiatrico, dove Battaglia coinvolgeva e rendeva protagonisti i pazienti. Un appuntamento che ha rinnovato più volte negli anni. Graziella del 1983 è uno di questi scatti e apre la mostra.

Letizia Battaglia è una fotografa autodidatta. La fotografia scaturisce come una necessità e un’esigenza. Non conosce la tecnica e ha poche nozioni fotografiche. Sviluppa però immediatamente sensibilità e naturalezza nel comporre le immagini. Si trova al centro della scena, a contatto diretto con il soggetto da fotografare, a distanza di un cazzotto o di una carezza – come siamo soliti ripetere – ma sempre con rispetto e dignità. Usa una Pentax K 1000 e con un grandangolo fotografa in modo incisivo. Negli anni cresce la sua abilità tecnica e approfondisce la conoscenza dei grandi maestri. Il suo stile, però, rimane molto personale. Plasticamente è più vicina alla scuola americana e alla fotografia d’autore francese, piuttosto che a quella italiana.

Dopo le stragi di Falcone e Borsellino e dei loro agenti di scorta nel 1992, e dopo la barbara uccisione di Padre Pino Puglisi a Brancaccio, Letizia Battaglia decide di non fotografare più i fatti di mafia. L’ultima immagine, un ritratto che diventa icona contemporanea nella lotta alla mafia, è del 1993 e ritrae Rosaria Costa. Vedova dell’agente Vito Schifani ucciso nell’attentato contro il giudice Giovanni Falcone, il 25 maggio 1992, al funerale del marito nella cattedrale di Palermo, pronuncia una compassionevole invettiva contro la mafia: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, però, se avete il coraggio… di cambiare… loro non cambiano.

Letizia Battaglia comincia l’attività di fotoreporter agli inizi degli anni Settanta, a Milano. Collabora con la rivista Le Ore e con il periodico ABC. Di quegli anni gli scatti della prima manifestazione del movimento femminista, Pier Paolo Pasolini al Cinema Turati ritratto durante un doloroso dibattito contro la censura. Franca Rame e Dario Fo sul palco della Palazzina Liberty. A Genova Fotografa il processo contro il quotidiano LOra.

Nel 1974 torna a Palermo. Da quel momento, e fino al 1991, dirige il team fotografico del quotidiano pomeridiano LOra. Dalla cronaca nera agli incidenti dauto, dai comizi politici allo spettacolo nulla sfugge al suo obiettivo. Nel 1975 conosce a Venezia il giovane attore milanese Franco Zecchin. Nasce un grande amore. Franco raggiunge Letizia a Palermo. Anche lui inizia a fotografare e, insieme, durante diciotto anni, scrivono una delle pagine più struggenti della storia della fotografia italiana.

L’ascesa del clan dei Corleonesi con Totò Riina e Bernardo Provenzano al vertice della famiglia mafiosa e poi della “Commissione”, la struttura che comanda Cosa Nostra, apre una terribile stagione di sangue, che dal 1977 assorbe totalmente la vita dei due fotografi. Una carneficina che colpisce a morte non solo i mafiosi in guerra tra loro per il dominio del territorio e del traffico di stupefacenti, ma che scatena una guerra contro lo Stato e contro tutti coloro che contrastano il potere dei clan.

Letizia Battaglia penetra nel cuore di Palermo dove ricchezza e povertà convivono con rassegnata indifferenza. Entra nei vicoli, nei rioni, nei palazzi dell’aristocrazia. Realizza immagini forti e dolci, poetiche e drammatiche, che descrivono con rispetto la realtà sociale. Dopo gli anni delle immagini di mafia, le bambine tornano ad essere tra le protagoniste della costellazione visiva della fotografa. Immagini e sguardi pieni di dignità, con cui Battaglia e le “sue” bambine costruiscono un dialogo empatico, intimo e profondo. Le bambine e i bambini sono protagonisti non solo in Sicilia. Dalla Russia alla Turchia Battaglia insegue il loro sogno, i loro sguardi, la profondità di una giovane e fragile esistenza.

Tra gli ultimi progetti di Letizia Battaglia, prima della sua scomparsa nell’estate del 2022, una serie di nudi femminili: immagini poetiche e d’amore. Tra queste Olimpia a Mondello, del 2020, che chiude il percorso di mostra.

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Le Terme di Caracalla ampliano il percorso di visita

Due nuove aule inaugurate per la mostra Letizia Battaglia senza fine

I due ambienti per la prima volta aperti al pubblico in occasione della mostra Letizia Battaglia Senza Fine rappresentano un momento importante delle attività della Soprintendenza per la conoscenza, la conservazione e l’ampliamento del circuito di visita delle Terme di Caracalla.

Il primo dei due ambienti originariamente era un ingresso alla palestra occidentale dell’impianto, pertanto i visitatori entreranno alla mostra dallo stesso percorso frequentato dagli antichi.

Una sala oggetto di numerose indagini e interventi a partire dal 1969, che hanno permesso di risanare e studiare la planimetria del mosaico presente sulla terrazza superiore. Un recente intervento di ricupero ha permesso di approfondire lo studio di questo pavimento, di risanare la volta che lo sostiene e di aprire finalmente uno degli ingressi originali alla palestra.

Particolare è invece la funzione della seconda aula: già nell’Ottocento identificata da Guillaume- Abel Blouet come sudatoria, successivamente è stata interpretata come «tepidaria con funzione di destrictaria», ovvero una sala moderatamente riscaldata con una vasca tiepida, dove detergersi il sudore nel transito tra la palestra e i laconica, le saune.

La Soprintendenza Speciale di Roma ha promosso il restauro di questo ambiente ripristinandone la volta a crociera e la vasca ancora conservata, rendendolo così idoneo ad accogliere i visitatori.

In occasione dell’intervento sono stati condotti alcuni saggi archeologici che hanno riportato alla luce un lacerto della decorazione musiva pavimentale con motivo geometrico a squame bianche e nere. Un pavimento messo in opera su suspensuræ, scoperta che ha fornito importanti dati sul riscaldamento del vano e le sue fasi costruttive.

L’inaugurazione di queste due sale fa seguito all’apertura della Domus di Vigna Guidi, e alla nuova sistemazione della natatio, dove ora è possibile accedere anche alla grande vasca monumentale: iniziative di restauro e di ricerca messe in atto per conservare, conoscere e restituire al pubblico nuovi spazi e nuove informazioni scientifiche sulle Terme di Caracalla.

Testi e immagini dall’Ufficio Stampa Soprintedenza Speciale di Roma.

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