“…ma poi, che cos’è un nome?”, una mostra racconta il censimento degli ebrei a Milano nel 1938
In Triennale fino al 18 novembre. Cocco: “Un’importante testimonianza storica a disposizione di tutti grazie alla digitalizzazione”
Milano, 23 ottobre 2018 – In occasione dell’80esimo anniversario delle Leggi antiebraiche, è stata inaugurata oggi alla Triennale di Milano la mostra “…ma poi, che cos’è un nome?” dedicata al censimento degli ebrei a Milano nell’agosto 1938.
Realizzata nell’ambito delle iniziative di “Milano è Memoria” del Comune di Milano, la mostra è promossa da Comune di Milano – Assessorato alla Trasformazione digitale e Servizi civici e realizzata da Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC in collaborazione con Università degli Studi di Milano e Fondazione Memoriale della Shoah di Milano e grazie a Easynet, che ha fornito i dispositivi informatici.
Allestita nell’atrio centrale del Palazzo della Triennale in forma di una monumentale installazione, la mostra racconta in modo originale le 10.591 biografie delle persone censite a Milano il 22 agosto 1938, private poi dei loro diritti di cittadini con i provvedimenti antiebraici del 17 novembre 1938. I “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”, infatti, misero gli ebrei al bando dalla vita pubblica del Paese imponendo il loro allontanamento dai posti di lavoro, dalle scuole, da qualsiasi ente, associazione o circolo, pubblico o privato, culturale o ricreativo e l’annullamento di ogni diritto acquisito fino alla cancellazione delle identità.
L’esposizione è stata inaugurata oggi dall’assessore alla Trasformazione digitale e Servizi civici Roberta Cocco, insieme alla senatrice a vita Liliana Segre, il presidente di Triennale Stefano Boeri, il presidente di Fondazione CDEC Giorgio Sacerdoti e il prorettore dell’Università statale di Milano, Marilisa D’Amico.
“Questa mostra è il risultato di un lavoro storico eccellente – ha commentato l’assessore alla Trasformazione digitale e Servizi civici Roberta Cocco – che ha visto la stretta collaborazione tra la Cittadella degli Archivi e il Dipartimento di Storia dell’Università Statale, ma è anche la dimostrazione di come la tecnologia possa aiutarci oggi a comprendere e interpretare i grandi eventi del passato. Grazie all’importante processo di digitalizzazione compiuto sui documenti del censimento, potremo preservare queste importanti testimonianze dall’usura del tempo”.
“La Fondazione CDEC, come principale istituto ebraico milanese e nazionale per la storia della Shoah in Italia è stato uno dei promotori di questa mostra – ha dichiarato il direttore di Fondazione CDEC, Gadi Luzzatto Voghera –. Si tratta per noi di un evento importante per la ricorrenza, l’80esimo anniversario dell’emanazione delle leggi che colpirono gli ebrei di tutta Italia, e perché ospitato in un luogo, centrale per la vita culturale della nostra città, quale è la Triennale. Il fatto che la mostra sia stata realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi e con il Comune di Milano – sia come Cittadella degli Archivi, sia come ‘Milano è Memoria’ – amplifica ulteriormente il valore di questo evento. Come Fondazione CDEC siamo lieti che da questa occasione sia nata la possibilità di condividere le informazioni sul censimento, ampliare il patrimonio di conoscenza sulla persecuzione degli ebrei a Milano e così avviare nuovi filoni di ricerca e studio”.
La mostra nasce dalla ricerca dello storico Emanuele Edallo del Dipartimento di Studi storici dell’Università degli Studi di Milano e dalla collaborazione con Laura Brazzo e Daniela Scala dell’Archivio della Fondazione CDEC.
La documentazione sul censimento, su cui si è basata la ricerca storica e ora la mostra, è stata rinvenuta nel 2007 nei depositi del Comune di Milano ed è conservata oggi presso la Cittadella degli Archivi.
Gli esiti della ricerca vengono resi pubblici per la prima volta con questa mostra permettendo di ricostruire, come in una mappa, la fisionomia dell’ebraismo milanese del 1938: i nomi, le provenienze, le professioni. Con le informazioni provenienti dalla decennale ricerca della Fondazione CDEC sulle vittime della Shoah in Italia, è stato possibile ricostruire anche il destino di queste persone dopo l’8 settembre 1943: chi fu arrestato e deportato e chi invece riuscì a salvarsi.
La narrazione visuale delle oltre diecimila micro-illustrazioni biografiche costituisce l’anima della mostra ed è opera della graphic designer Giorgia Lupi e del suo studio Accurat di Milano. Con questa opera vengono restituiti i dettagli della ricerca storica in una rappresentazione d’insieme di forte impatto visivo ed emotivo che s’integra alla struttura allestitiva progettata dagli architetti Annalisa de Curtis e Guido Morpurgo dello studio Morpurgo de Curtis ArchitettiAssociati, che riproduce l’effetto della “cesura” nelle vite come nella storia.
All’interno della mostra è possibile consultare l’applicazione digitale realizzata dall’Unità SIT Centrale e Toponomastica del Comune di Milano che permette la navigazione e la ricerca dei dati essenziali del censimento sulla mappa della Milano del 1938.
I documenti dell’archivio del censimento sono proposti in formato digitale mentre alcuni significativi esemplari sono esposti in originale. Il supporto digitale è utilizzato anche per presentare una galleria di ritratti fotografici provenienti dall’archivio CDEC, accompagnati da brevi profili biografici.
La mostra rimarrà aperta al pubblico sino al 18 novembre 2018. Ingresso libero.
Come da Comune di Milano.