Premio “Khaled al-Asaad”, 5 le scoperte archeologiche più importanti del 2021.

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e la rivista Archeo ogni anno hanno inteso dare il giusto tributo al grande lavoro di studiosi e archeologi attraverso un premio annuale assegnato assieme ad altre prestigiose testate internazionali e partner della BMTA come Antike Welt (Germania), Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).

Il Direttore della Borsa Ugo Picarelli e il Direttore di Archeo Andreas Steiner hanno condiviso questo cammino in comune, consapevoli che “le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”.

Quest’anno le 5 candidate e finaliste dell’ottava edizione del premio internazionale “Khaled al-Asaad“sono:

  • Egitto: dal deserto riaffiora la città fondata da Amenhotep III a Luxor;
  • Italia: Pompei, a Civita Giuliana scoperta la stanza degli schiavi;
  • Pakistan: nel sito di Barikot il più antico tempio buddhista urbano della valle dello Swat;
  • Regno Unito: in Inghilterra nella contea di Rutland uno straordinario mosaico con scene dell’Iliade;
  • Turchia: in Anatolia il sito di Karahantepe un santuario rupestre di oltre 11mila anni fa.

Il Premio “Khaled al-Asaad”, assegnato alla scoperta archeologica prima classificata, sarà selezionato dai Direttori di ciascuna testata e sarà consegnato venerdì 28 ottobre, in occasione della XXIV BMTA in programma a Paestum dal 27 al 30 ottobre 2022, alla presenza di Fayrouz Asaad, archeologa e figlia di Khaled.

Inoltre, sarà attribuito uno “Special Award” alla scoperta, tra le cinque candidate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico nel periodo 4 luglio – 30 settembre sulla pagina Facebook della Borsa (www.facebook.com/borsamediterraneaturismoarcheologico).

Classicult.it media partner online della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico dedicherà una serie di articoli alle varie scoperte così da potervele raccontare e presentare e con l’occasione vi invitiamo a votarle direttamente sulle pagine social della BMTA.

Iniziamo il nostro racconto con la scoperta italiana candidata all’ “International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”: la cosiddetta “Stanza degli schiavi” trovata durante gli scavi del Parco Archeologico di Pompei presso Civita Giuliana.

Premio Khaled al-Asaad
Premio Khaled al-Asaad: le cinque scoperte 2021 candidate alla BMTA di Paestum. Stanza degli schiavi. Foto: Parco Archeologico di Pompei

L’importante ritrovamento nella villa di Civita, che si inserisce in un quadro già molto ricco di informazioni e scoperte come i cavalli bardati da cui è stato possibile trarre il calco, affreschi, il carro decorato, restituisce oggi uno spaccato spesso raro della quotidianità degli schiavi. Figure di cui quasi mai si conosce l’identità, ignorate ma fondamentali per il mantenimento di una domus o di una villa, uomini, donne e bambini che mandavano avanti le attività pratiche nella gestione domestica e rustica delle abitazioni dei signori. E grazie ancora una volta alla tecnica dei calchi di Giuseppe Fiorelli molti oggetti, fragili e deperibili, hanno ripreso vita e forma restituendo come in questo caso, letti, corde e tessuti.

Premio Khaled al-Asaad
Premio Khaled al-Asaad: le cinque scoperte 2021 candidate alla BMTA di Paestum. Stanza degli schiavi, Civita Giuliana. Foto: Ministero della Cultura

Il luogo del rinvenimento non è lontano dal portico della villa di Civita, dove già nel gennaio 2021 era emerso dagli strati archeologici il bel carro cerimoniale attualmente in restauro. Lì un ambiente, modesto, probabilmente un alloggio della servitù che si occupava della pars rustica dell’edificio e della manutenzione e preparazione del carro. Il ritrovamento consta anche di tre brandine in legno, una cassa lignea con oggetti in metallo e in tessuto, forse pertinenti ai finimenti dei cavalli. Appoggiato su una brandina, inoltre, è stato trovato il timone di un carro a cui è stato fatto il calco.

I letti, molto semplici, erano composti da poche assi di legno lavorate molto sommariamente e assemblate a seconda dell’altezza di chi poi si sdraiava. Due hanno una lunghezza di circa 1,70 m, l’altra misura appena 1,40 m per cui si è ipotizzato potesse accompagnare il riposo di un fanciullo. Le reti erano di corda, le cui impronte sono parzialmente leggibili nella cinerite e al di sopra delle quali furono messe coperte in tessuto anch’esse straordinariamente conservate come cavità nel terreno e hanno potuto prendere forza grazie alla colatura del gesso.

Premio Khaled al-Asaad
Stanza degli schiavi, Civita Giuliana. Foto: Ministero della Cultura

Pochi gli oggetti personali di chi stanziava nell’ambiente: anfore, brocche, materiale vario in ceramica ma anche stanza adibita a ripostiglio come dimostra un gruppo di otto anfore stipate in un angolo. Il suburbio dell’antica città di Pompei era popolato da numerosi complessi insediativi sparsi sul territorio che rispondevano ad esigenze sia di carattere produttivo (fattorie destinate alla produzione di vino ed olio) che residenziale o stagionale per il soggiorno temporaneo del proprietario.

L’attività di tutela svolta dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei ed ora dal Parco Archeologico di Pompei ha consentito di delineare un quadro alquanto complesso ed articolato, con l’individuazione di varie “ville”, poste nel territorio di competenza.

Stanza degli schiavi, Civita Giuliana. Foto: Ministero della Cultura

Le attività di scavo, in località Civita Giuliana, area a circa 700 m a nord-ovest delle mura dell’antica Pompei, oltre a confermare tali dati, hanno messo in luce il settore produttivo – servile di un’ampia villa già, in parte, indagata agli inizi del ‘900 e l’ area (sud e sud-ovest della struttura) destinata ad uso agricolo.

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