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Natale Albisetti

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Nato a Stabio nel 1863, Natale Albisetti manifesta una precoce propensione per l’arte e si avvicina alla scultura sotto l’egida di Vincenzo Vela. Dopo la Scuola di disegno di Clivio, dal 1882-84 si forma all’Accademia di Brera a Milano. Trasferitosi a Parigi nel 1884, si iscrive all’École nationale des Arts Décoratifs, distinguendosi nei concorsi scolastici. Nel 1886 segue le lezioni tenute dallo scultore Aimé Millet nel suo atelier e da Henri Aumont all’École municipale de dessin. Per mantenersi lavora come stuccatore nei cantieri parigini. Ammesso nel 1887 all’École nationale des Beaux-Arts, è allievo di Pierre-Jules Cavelier e si specializza come scultore di figura vincendo premi in diversi concorsi. In questi anni prende lezioni anche dallo scultore Louis-Ernest Barrias. Dal 1890 partecipa con regolarità ai Salon parigini: la sua scultura, di stampo classicista con echi romantici, gli assicura commissioni anche nell’ambito della ritrattistica e delle scene di genere. Di fede liberale, è attivo nelle file della società La Franscini, di cui diventerà presidente nel 1910. Pur abitando in Francia, non interrompe il legame con il Ticino e la Svizzera. Negli anni ’90 partecipa a diversi concorsi indetti in Romandia e prosegue l’attività espositiva tra Francia e Svizzera: l’Amor materno, presentato all’Esposizione nazionale di Ginevra del 1896, viene acquistato dalla Confederazione. Ottiene commissioni in importanti cantieri confederali: esegue statue allegoriche per la facciata ovest del Politecnico federale di Zurigo (1896) e per la facciata sud di Palazzo federale (1899). Membro della Commissione federale di belle arti dal 1897 al 1899, nel 1898 aderisce alla Società ticinese di belle arti. All’Esposizione universale del 1900 a Parigi presenta un gruppo scultoreo dedicato ad Arnoldo di Melchtal, che viene premiato con la medaglia d’argento. Nel 1903 vince con l’architetto Armand Neukomm il concorso per il Monumento all’Indipendenza Ticinese a Bellinzona. Un anno dopo sposa a Stabio Fortunata Pacitti, già sua modella, conosciuta a Parigi e originaria di Villa Latina. Nel decennio successivo l’artista intensifica le partecipazioni alle Esposizioni nazionali d’arte; è al contempo presente ai Salon parigini, dove espone ritratti e scene di genere. Nel 1913 il Ministero francese della Pubblica istruzione e delle Belle Arti gli conferisce il titolo di Officier d’académie per meriti artistici. Durante la prima guerra mondiale risiede in Francia. Nel 1920 la Città di Parigi gli commissiona L’orpheline et l’aïeule, un marmo oggi disperso. Nel 1922 realizza la sua ultima opera. Natale Albisetti si spegne il 2 luglio 1923 a Stabio dopo breve malattia. Lascia al suo comune d’origine tutto quanto contenuto nei suoi atelier di Parigi e Stabio. Per suo espresso desiderio, sulla sua tomba al Cimitero di Stabio viene collocata la versione in marmo de L’Arnoldo di Melchtal. Sue opere si trovano nello Spazio Albisetti a Stabio, aperto nel 2018, nei Cimiteri monumentali del Père- Lachaise e di Montmartre a Parigi, nei cimiteri di Mendrisio e Stabio, nella Collezione d’arte della Confederazione (in deposito presso il Museo d’arte della Svizzera italiana MASI a Lugano) e in raccolte private.

Testo dall’Ufficio Stampa My Com Factory.

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