TORNA ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA DI VENEZIA L’INCUNABOLO “DE INSULIS INDIAE SUPERA GANGEM NUPER INVENTIS”  DI CRISTOFORO COLOMBO RECUPERATO DAI CARABINIERI TPC

Il 27 maggio 2025, alle ore 11:30 nelle “Sale Monumentali” della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, ha avuto luogo la consegna da parte del Generale di Divisione Francesco Gargaro, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, al Direttore della Biblioteca Marciana, Dott. Stefano Trovato, della epistola “De Insulis Indiae supera Gangem nuper inventis”, un prezioso e raro incunabolo, stampato a Roma da Stephan Plannck dopo il 29 aprile 1493, con cui Cristoforo Colombo descriveva ai Reali di Spagna il suo viaggio di rientro dalle Americhe. L’opera storica era stata trafugata in epoca antecedente al 1988 proprio dalla citata biblioteca del capoluogo veneto.

Tra le Autorità presenti alla cerimonia il Comandante della Legione Carabinieri Veneto, il Prefetto e il Questore di Venezia, oltre a quelle civili, religiose e militari del territorio veneto.

La lettera, composta da 8 pagine scritte in latino, rappresenta un documento di pregevole importanza storico-bibliografica e di considerevole valore commerciale, con il quale Colombo, il giorno stesso del suo rientro a Lisbona, comunicava a Re Ferdinando e Regina Isabella, finanziatori dell’impresa, i risultati della sua spedizione. La lettera ebbe da subito una discreta fortuna editoriale che coincise con l’esordio della stampa nel nostro Paese. Il tipografo bavarese Stephan Plannck risulta attivo nel mondo dell’editoria romana della fine del Quattrocento. Nell’ultimo ventennio del secolo realizza oltre 400 edizioni a stampa e in questo ambito si colloca per l’appunto l’edizione latina dell’epistola di Colombo ai reali di Spagna.

Dagli accertamenti investigativi era emerso che alcuni rari incunaboli di Cristoforo Colombo fossero confluiti nel mercato statunitense, oggetto di monitoraggio da parte degli investigatori americani per la presunta presenza di falsi e di altri volumi evidentemente trafugati da biblioteche italiane ed europee.

Le indagini sono state condotte dalla Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, fino al rimpatrio in Italia del prestigioso bene culturale che è stato possibile anche con le interlocuzioni intraprese dal personale del Comando TPC a cui sono affidati i compiti di Cooperazione Internazionale.

La lettera di Colombo era nella disponibilità di un facoltoso collezionista, risultato poi esserne detentore in buona fede. Quest’ultimo, informato della inconfutabile provenienza illecita del bene, sulla base di evidenze e riscontri raccolti dal Comando Carabinieri TPC, non si è opposto alla confisca disposta dalla Procura di Philadelphia. Grazie a tale provvedimento è stato quindi possibile procedere alla definitiva restituzione del bene allo Stato italiano.

La restituzione della lettera può essere considerato il risultato delle indagini condotte dai Carabinieri TPC con la collaborazione degli investigatori americani di H.S.I. (Homeland Security Investigation), supportati anche dal fondamentale contributo tecnico di un curatore della sezione libri antichi della Biblioteca Universitaria di Princeton (USA), esperto di riconosciuta competenza e professionalità, che aveva garantito la sua collaborazione alla polizia americana sia segnalando agli stessi la localizzazione della lettera sia per lo studio scientifico del testo finalizzato al riconoscimento dell’opera sottratta dalla biblioteca veneta.

Nello specifico, l’identificazione dell’opera è stata possibile attraverso approfondimenti tecnici sul raccoglitore miscellaneo che originariamente conteneva la lettera di Colombo e da cui venne estrapolata e rilegata singolarmente alla fine del XIX secolo. Il minuzioso studio delle pagine interne del volume miscellaneo, con la misurazione dei “nervi” della legatura, della distanza tra essi e i bordi della pagina nonché dei fori lasciati dalle cuciture, puntualmente riscontrati nell’esemplare dell’opera rintracciato a Dallas, che tra l’altro presentava anche le abrasioni in corrispondenza dei timbri originariamente apposti dalla Biblioteca Marciana nella prima e ultima pagina.

L’indagine è scaturita nel 2012 a seguito della denuncia di furto di alcuni preziosi volumi antichi presentata dall’allora direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, tra cui appunto un altro esemplare della lettera di Colombo sostituito con un falso lasciato in biblioteca. Nel 2016, la prosecuzione delle attività negli USA avevano già consentito il recupero di un altro esemplare della lettera di Colombo trafugato dalla Biblioteca Riccardiana di Firenze e, anche in quel caso, sostituito con una riproduzione falsa.

Nel corso delle investigazioni, gli inquirenti statunitensi dell’Homeland Security Investigations (H.S.I.) recuperavano in territorio americano anche altri 2 esemplari della stessa opera c.d. lettera di Colombo, agli stessi segnalati da parte del medesimo curatore della Biblioteca Universitaria di Princeton: un esemplare trafugato nel 2005 presso la Biblioteca de Catalunya a Barcellona, una seconda stampa invece trafugata in epoca imprecisata dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e, anche in quel caso, sostituita con un falso. Entrambe le opere sono state restituite alle rispettive biblioteche di provenienza.

Biblioteca Marciana incunabolo De Insulis Indiae supera Gangem nuper inventis Cristoforo Colombo
Torna alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia l’incunabolo “De Insulis Indiae supera Gangem nuper inventis” di Cristoforo Colombo

Testo e immagini  dall’Ufficio Stampa Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

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