Un invito in uno dei palazzi storici più belli di Torino per scoprire le abitudini e le meraviglie dell’antica Pompei. Dall’8 aprile e fino al 29 agosto 2022 a Palazzo Madama la mostra “Invito a Pompei” curata dal Parco Archeologico di Pompei e dal prestigioso Museo della città consentirà ai visitatori di scoprire gli ambienti più lussuosi di alcune delle più prestigiose abitazioni vesuviane accogliendoli nell’intimità domestica del I secolo d.C.
Il percorso espositivo, allestito dalla maestosa sala del Senato, si snoda attraverso la vita quotidiana all’ombra del Vesuvio, attraverso un viaggio a ritroso nel tempo. Un tuffo nel passato già con il bel plastico della Casa del Poeta Tragico, la famosa casa del “cave canem”, che già a partire da fine ‘800 ha dato stimolo ai curiosi viaggiatori del Grand Tour, tanto da essere scelta per alcune ambientazioni romanzesche e artistiche.
Si ricorda infatti che proprio in questa abitazione Edward Bulwer-Lytton vi ambientò alcune scene del romanzo Gli ultimi giorni di Pompei. Molti letterari, artisti, poeti paragonarono il disastro di Pompei adducendolo a simbolo della caducità umana e si sentirono sollecitati a pensare a scenari perduti, quasi onirici e ad immaginare una quotidianità lontana e fantastica.
Il primo tentativo si ebbe a teatro, al San Carlo di Napoli, nel 1825, con la messa in scena del melodramma L’ultimo giorno di Pompei di Giovanni Pacini su libretto di Andrea Leon Tottola.
Altri ne seguirono, in pittura come in letteratura: L’ultimo giorno di Pompei, dipinto del russo Karl Pavlovic Brjullov (1833) e appena un anno dopo, il romanzo di Edward G. Bulwer-Lytton, Gli ultimi giorni di Pompei, pubblicato a Londra e destinato a divenire un successo internazionale.
Da esso fu tratta la fortunata opera Jone, rappresentata alla Scala di Milano nel 1858, e a esso si ispirarono numerosi artisti, tra cui il napoletano Federico Maldarelli, autore di numerosi dipinti di ambientazione pompeiana, tra cui il qui esposto Nidia che tasta il volto di Jone per farsi ragione della bellezza di lei, presentato alla mostra nazionale di Parma del 1870.
Tra i reperti oltre 120 opere tra affreschi, gioielli, calchi e arredi presentano allo spettatore un itinerario tra gli ambienti esterni ed interni di una tipica domus romana con gli spazi per il riposo, la meditazione, gli affari e la vita privata.
“Ogni casa racconta la storia personale e intima di una famiglia, dei suoi abitanti, ma è anche microcosmo di una società e di un’epoca, con le loro abitudini espresse attraverso gli oggetti, gli arredi e le architetture – dichiara Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei – La domus romana, in particolare, aggiunge al racconto la straordinarietà e la bellezza di pitture e mosaici da ammirare. E le mostre ci consentono di raggiungere pubblici lontani e permettere, non solo a coloro che vengono in visita a Pompei, di fruirne. Quando trovano una cornice di prestigio come Palazzo Madama di Torino, l’esperienza di conoscenza e piacere è completa.”
“Quasi due millenni or sono giungeva ad Augusta Taurinorum la notizia dell’eruzione del Vesuvio. E delle lettere di Plinio il Giovane a Tacito si discusse forse nella Porta Decumana di un Palazzo Madama, che tanta memoria conserva della formidabile stagione artistica riscoperta in epoca illuminista con gli scavi di Pompei. Siamo profondamente grati – afferma Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama – al Parco Archeologico e al Ministero della Cultura per averci ora consentito di presentare opere di raro significato e importanza in un contesto tanto evocativo. Ogni visitatore, uscendo dalla mostra, ripercorrerà quella torre romana ove gli avvenimenti di Pompei echeggiarono nei primi secoli della nostra storia.”
Foto della mostra Invito a Pompei dall’Ufficio Stampa Palazzo Madama